Giovani. Cinque consigli per la famiglia

12.03.2024

di don Salvatore Rinaldi e Chiara Franchitti

Lo stile di una famiglia non si misura dal modello di auto, dalla consistenza del conto in banca, dai metri quadrati dell'appartamento. E neppure dalla possibilità di mandare i figli alla scuola privata o di assicurare loro l'ultimo modello super-tecnologico di telefonino. Il segno distintivo della famiglia è la capacità di attingere le proprie migliori risorse a quella fonte inesauribile dell'amore. Alle coppie disorientate dei nostri giorni fornisco cinque consigli per evitare altrettante trappole sugli stili di vita. 

La prima è rappresentata dal consumismo sentimentale. «Oggi la pubblicità offre l'illusione che tutti i nostri vuoti possano essere colmati dalle cose. Di conseguenza le nostre case sono diventate delle discariche. Svuotiamole!» E i nostri cuori? Anche quelli dovrebbero essere liberati da tante sovrastrutture inutili e ingombranti per tornare all'essenzialità dell'amore. 

La seconda trappola punta a presentare un amore tutto giocato sui sentimenti. «Attenzione, l'amore deve essere ragionevole, altrimenti è solo follia». Da qui la necessità impellente di mettere da parte sentimenti di tipo adolescenziale per far posto ad un amore maturo capace di accogliere parole che oggi fanno paura come sacrificio, dovere, tradizione, impegno. 

La terza trappola riguarda l'iperbole della sessualità. «Quando si spezza l'unità tra corpo e anima, si apre la strada ad una concezione di uomo che non accetta più nessun limite ed è preso, anche nel campo della sessualità, da un delirio di onnipotenza che spinge sempre oltre, in un vortice di insaziabilità che è già patologia». 

La quarta trappola punta a presentare un amore buonista, costantemente tollerante, imperturbabile. Così, quando i primi litigi arrivano a spezzare questo quadretto irenico e, di conseguenza, assolutamente irreale, non si è più in grado di gestire il conflitto e ognuno finisce per andare per la propria strada. «Accettare la crisi vuol dire saper accogliere la diversità nell'ambito di un progetto ben definito». 

L'ultima trappola riguarda l'autosufficienza dell'amore di coppia, l'eterna illusione dei "due cuori e una capanna". Nella costruzione di uno stile, la coppia non può fare a meno di un confronto, non può evitare di aprirsi alla comunità, non può sfuggire a quel ruolo sociale che appartiene alla famiglia per dettato costitutivo.

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