49^ Settimana Sociale. Il pianeta che speriamo. Visioni di futuro

22.10.2021

Con la riflessione biblico-teologica di Rosanna Virgili sul racconto metaforico che il libro della Genesi fa della creazione, posto in "connessione" con il canto della sposa del Cantico dei Cantici, si sono aperti i lavori del secondo giorno della 49^ Settimana Sociale dei cattolici italiani a Taranto. Una giornata che propone una ricca riflessione sul tema "Il pianeta che speriamo. Visioni di futuro".

La seconda giornata apre i lavori come li aveva chiusi a prima, ovvero con il racconto di esperienze, cinque testimonianze su «Le buone pratiche», una creazione progressiva, che costruiscono il Pianeta che speriamo. Una sessione condotta da Leonardo Becchetti, economista e docente all'Università di Roma Tor Vergata, membro del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali. Un dialogo, avviato da un video di introduzione alle «buone pratiche» raccolte nel percorso verso Taranto, a cui hanno preso parte Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud; Daniela Ducato, fondatrice di Edizero ed Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti.  

Perché le «buone pratiche»? Perché siamo concreatori, siamo chiamati cioè a prendere parte alla "creazione continua". Cosa sono in realtà le «buone pratiche» e qual è il vero obiettivo? Sono domande a cui ha dato risposta Leonardo Becchetti nel suo intervento di introduzione al tema.

«Non chiediamo cambiamento ai potenti, siamo noi il cambiamento».

Il vero obiettivo è quello di censire e mettere in rete le «buone pratiche» per "far sì che diventino ambasciatrici di un'economia diversa e di un'ecologia integrale", e siano capaci di promuovere "un'alleanza tra amministratori virtuosi, imprese sostenibili, cittadini, reti della società civile, parrocchie".

Le «buone pratiche» - ha sottolineato Becchetti - sono uno degli elementi distintivi delle settimane sociali di Taranto. C'è stato un percorso sui territori, nelle diocesi, di raccolta delle migliori storie imprenditoriali, amministrative e di enti di terzo settore, capaci di conciliare valore economico, sostenibilità ambientale, dignità del lavoro e ricchezza di senso di vita. Ne abbiamo identificate 271, le abbiamo studiate, classificate, abbiamo estratto anche gli elementi fondamentali che le caratterizzano. Direi in sostanza il saper far rete, il saper mettere insieme gli stakeholder del territorio, il sapere creare comunità ed essere maestri nell'arte delle relazioni, e l'ascoltare i bisogni del territorio. Le «buone pratiche» sono molto importanti perché innanzitutto ci aiutano a costruire la speranza, come diceva don Tonino Bello. Oggi va di moda dire 'Yes, we can': sì, possiamo ma lo diciamo con più convinzione se qualcuno ha dimostrato che è possibile fare le cose in qualche parte del nostro paese. Non si possono copiare tout court le buone pratiche e trapiantarle in un'altra zona perché i contesti sono diversi, ma sicuramente sono di grandissimo stimolo e fanno nascere poi nel tempo altre storie simili in altre parti del paese. L'ambizione delle Settimane sociali non è solo quella di censire le buone pratiche, ma di metterle in rete e di far sì che diventino ambasciatrici di un'economia diversa e di un'ecologia integrale in modo da creare quell'alleanza a cui ambiamo arrivare a Taranto: un'alleanza tra amministratori virtuosi, imprese sostenibili, cittadini, reti della società civile, parrocchie, per promuovere il progresso verso il bene comune.

Dalle testimonianze è stato possibile vedere come le «buone pratiche» riguardino le più diverse esperienze: dalla creazione di un condominio sostenibile che al 90% non dipende dalla reti nazionali, una esperienza di autoconsumo collettivo e comunità energetiche, una soluzione che dà forza, nello spirito della Laudato Sii alla transizione energetica, ecologica e sociale per il "Pianeta che vogliamo" dove #tuttoèconnesso; alla esperienza della Coelmo, un'azienda metalmeccanica che produce gruppi elettrogeni nella "terra dei fuochi"... il racconto di una azienda a misura di uomo... o forse meglio di donna, dove massima è l'attenzione alle donne e alla loro maternità... che partecipa ad uno dei progetti più grandi di disinquinamento di quella zona. Imponente poi l'esperienza della Arcidiocesi di Bologna: "Insieme per il lavoro", un progetto per l'inserimento nel mondo del lavoro di persone scarsamente autonome nella ricerca di occupazione, che potenzia la motivazione, sostiene la formazione di base e specifica, e garantisce un tutoraggio ad hoc all'interno delle aziende. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi di Bologna che nel 2021 ha visto aderire anche la Regione Emilia-Romagna: il network comprende associazioni, sindacati e settore non profit, così da diventare uno strumento efficace per un dialogo tra domanda e offerta di lavoro a Bologna.

Esperienze, racconti, storie di uomini e donne - e ve ne sono state altre - che nello spirito della Laudato sii hanno inteso il lavoro in modo diverso, rispettoso dell'uomo e della sua dignità e insegnano che se è possibile pensarlo è possibile anche farlo. E' possibile cioè nei territori far partire piccole o grandi esperienze che sappiano essere rispettose dell'uomo, dell'ambiente e di una vera sostenibilità, aziende ed esperienze in cui l'uomo è al centro.

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