A proposito di Viviana Faiola
di Rocco Zani
Nei giorni scorsi la Galleria d'arte "Transvisionismo" di Stefano Sichel, a Castellarquato (Pc), ha ospitato un evento di grande interesse artistico culturale. Carlo Motta, nome di spicco dell'editoria italiana ha presentato il "Catalogo dell'Arte Moderna - CAM" numero 57, ultimo nato della Giorgio Mondadori Editore. Il Catalogo è da decenni uno dei testi di riferimento dell'arte italiana contemporanea. Ricevuto il testimone dal mitico Bolaffi nel 1980 questo prezioso testo è di certo uno dei prodotti di punta della Mondadori. Strumento conoscitivo e puntuale per meglio conoscere lo "stato dell'arte" nel nostro paese (con approfondimenti critici e bibliografici su un numero davvero considerevole di autori contemporanei), il Catalogo Mondadori è divenuto poi fondamentale per scrutare l'andamento del mercato artistico attraverso le rigorose valutazioni delle opere presenti.
Alla Galleria "Transvisionismo" e agli autori del movimento (che si ritrovano sotto lo stesso appellativo) il Catalogo Mondadori ha dedicato, negli anni, una profonda attenzione con accurate pagine monografiche. Tra gli autori storici del Transvisionismo la figura di Viviana Faiola riveste un ruolo determinante. Pittrice e scultrice ha fatto della "trasversalità" del segno un inconfondibile modello narrativo. Quasi a ribadire - incessantemente - quel senso di libertaria propensione allo sguardo e all'ascolto. Il "segno" segmentato percorre la campitura oltrepassando gli eventuali limiti: come alito affannato, come impronta, sigillo della propria presenza e della propria testimonianza. Senza ulteriori fantasticherie o artifici la Faiola attribuisce a quel "solco ricurvo" la propria identità remota offrendola come essenzialità del racconto fino a "fabbricare" come avrebbe suggerito il poeta Nestore Caggiano "l'esistito e l'esistibile". Il colore - la cromia di quel segno - è un'appendice di inchiesta, un abito mai consueto piuttosto capace di articolarne il battito.
