Adolescenti: non solo cambiamenti corporei

09.04.2024

Don Salvatore Rinaldi e Chiara Franchitti

L'educazione non consiste tanto nel "condurre fuori" dal ragazzo tutte le potenzialità presenti in lui, ma nel condurlo dentro di sé e dentro le cose per scoprire ciò che le muove e le determina. Il corpo rappresenta un aspetto fondamentale della persona e, quando questo è ben integrato, non desta preoccupazioni e l'essere umano si "sente bene" nel corpo che ha, perché quello che conta è il "corpo che è", vale a dire il corpo come uno dei tanti aspetti della persona che manifesta assieme a tutti gli altri l'essere stesso della persona. Il cambiamento del corpo rappresenta nell'adolescenza questa fatica a trovare il corpo che è, in quanto il corpo che il ragazzo ha non è stabile e le trasformazioni biologiche che comportano rapidi cambiamenti somatici e l'intensificazione di stati di eccitamento determinano in sostanza un cambiamento delle rappresentazioni del sé che devono essere integrate e armonizzate. 

Le pubblicità non riguardano solo il corpo femminile, ma anche quello maschile, che ormai sta conquistando sempre più spazio sui rotocalchi sia maschili che femminili. Di fronte a questa vera e propria mutazione, e di fronte a questo bombardamento pubblicitario, l'osservazione più costante che il ragazzo e la ragazza, hanno nei confronti del corpo è determinata dalla momentanea sproporzione delle varie parti che crescono con ritmi propri, con organi che si sviluppano prima ed altri che tardano la crescita. 

Questa idea di possedere un corpo sproporzionato causa non pochi problemi nel periodo adolescenziale e occorrerà molta serenità e pazienza per convincere i ragazzi e le ragazze che tutto quanto succede è frutto della maturità che avanza e che, se vissuto con serena preoccupazione, porterà ad avere un corpo non solo proporzionato, ma anche amico e compagno. I mass media infatti, essendo strumenti preposti per mostrare immagini e corpi, tendono ad esasperare in modo eccessivo e gli aspetti fisici delle persone. Essere magri, belli, muscolosi rappresentano oggigiorno per molti abitanti dei Paesi occidentali un'ambizione e un desiderio preponderanti. 

Bisogna avere però le idee chiare sul corpo e cercare in tutti i modi di trasmetterle ai figli e ai ragazzi: Il corpo manifesta tutta la persona, tutto ciò che si è e pertanto occorre rispettarlo, anche nei suoi processi di cambiamento; Il corpo in crescita, con le sue momentanee sproporzioni, tende, per sua natura, a raggiungere un suo equilibrio che sarà successivamente fonte di gioia se si saprà rispettarne i tempi di maturazione; Non tutti i corpi sono uguali e ciascuno ha le proprie armonie e disarmonie che si traducono in pregi o difetti a seconda di come ciascuno giudica. 

Occorre che sappiamo apprezzare le armonie corporee e non dare eccessiva importanza alle disarmonie e, anzi, considerare queste ultime come opportunità per accettare noi stessi e gli altri, impedendoci così di avere manie di onnipotenza e di egocentrismo. È da stolti far dipendere rapporti con gli altri solo in base all'aspetto fisico, tralasciando altre caratteristiche ben più importanti come la lealtà, la sincerità, la capacità di ascolto e di sacrificio, e la disponibilità a vivere responsabilmente gli impegni che ci si assume. È importante sottolineare il fatto che il rapporto con l'aspetto fisico è parte integrante del rapporto con tutte le altre componenti della personalità. 

I ragazzi hanno bisogno di testimoni credibili che nutrano il loro pensiero avido di modelli con cui confrontarsi e hanno bisogno di educatori che sappiano aprire le porte del futuro affinché sogni, desideri, progetti possano trovare risposte. Mentre i cambiamenti corporei hanno un percorso repentino e in molti adolescenti molto marcato, il cambiamento del pensiero avviene lentamente ed in modo continuo. Secondo il grande psicologo Piaget, mentre nelle fasi precedenti il bambino sviluppa essenzialmente una logica induttiva (partendo dalla sua esperienza per arrivare ad un principio generale) ora egli è in grado di attivare anche una logica deduttiva (passando da un principio o una teoria generale all'anticipazione di un'esperienza o di un'ipotesi particolare). 

Si tratta, in sostanza, di una estensione notevole delle capacità di ragionamento in grado di manipolare oggetti e situazioni non ancora conosciuti o vissuti in prima persona. «... il preadolescente avverte pertanto sempre più vivamente anche il bisogno di compiere, in condizioni di piena autonomia, delle sperimentazioni, di "vedere le cose con i propri occhi", di "ragionare con la propria testa", di "farsi delle opinioni personali" nei vari ambiti dell'esperienza (da quello costituito dall'ambiente fisico, e degli eventi che si svolgono, a quello costituito dal mondo sociale)» (Dizionario di psicologia dello sviluppo, Einaudi, Torino 1994). 

Occorre considerare che lo sviluppo del pensiero adolescenziale verso forme più complesse e geniali e sofisticate appare come un'occasione culturale che richiede spazio, stimoli e adulti che siano in grado di comprenderle e di svilupparle. Questo pensiero manda letteralmente in crisi il rapporto con i genitori, i quali fanno fatica a comprendere che il figlio, pur essendo ancora immaturo dal punto di vista emotivo-affettivo, non lo è invece dal punto di vista cognitivo. Spesso le prime tensioni e incomprensioni, le prime polemiche non avvengono per una opposizione preconcetta o precostituita da parte dei ragazzi, ma dal loro bisogno di sperimentare "i loro schemi mentali". 

È compito allora dei genitori comprendere questo bisogno dei figli e promuovere conversazioni interessanti e significative. È per questo motivo che a questo punto non funziona e il rapporto genitori-figlio bambino ove adulti comunicano il loro pensiero e le loro ragioni inducendo i figli ad obbedire perché così è bene. Il rapporto ora deve essere fra pari, in quanto il pensiero si è voluto fino alla conoscenza piena della complessità della realtà. Naturalmente la differenza esiste sul campo dell'esperienza e della responsabilità che i genitori debbono sempre esercitare e far valere. Durante l'adolescenza si assiste alla crisi dei rapporti con i genitori o con le insegnanti in quanto i ragazzi hanno bisogno di discutere alla pari o di compiere esperienze in piena indipendenza e ciò può essere frustrante a causa del rifiuto dei genitori ad accettare la discussione. 

Anche con i coetanei il ragazzo inizia momenti di discussione e di confronto con le varie idee che, anche se in forma ancora egocentrica, iniziano a strutturare le prime relazioni e le prime confidenze, portandolo a passare più tempo con chi la pensa come lui. A questo proposito occorre fare un accenno al bisogno che ragazzi hanno, ed in particolar modo a quest'età, della figura del padre. Il padre infatti rappresenta la norma, la regola, la realtà, il mondo con le sue complessità e i suoi imprevisti. Il padre rappresenta l'esperienza che può aiutare i ragazzi e le ragazze ad affrontare con successo la realtà. 

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