Afghanistan, studente bloccato in patria scrive al rettore di Padova: «Temo di arrivare in ritardo per l’inizio delle lezioni»

29.08.2021

La mail che ha commosso l'Università: «L'ambasciata è chiusa, non riesco ad ottenere il visto nei tempi richiesti, forse non ce la faccio per ottobre». La risposa del Magnifico Rizzuto: «Faremo di tutto per portarti qui, non vedo l'ora di incontrarti» 

A sinistra foto rappresentativa di uno studente afghano, a destra il Rettore Rizzuto
A sinistra foto rappresentativa di uno studente afghano, a destra il Rettore Rizzuto

Una storia che fa pensare, raccontata dal Corriere della Sera, quella di una mail civile e cortese, in un contesto tragico e di terrore. Viene quasi in mente il Benigni della Vita è bella. A scriverla - e a inviarla direttamente al rettore dell'Università di Padova - è stato uno dei 17 studenti afghani dell'Ateneo, che si trovano in questo momento bloccati in patria, dopo che i Talebani hanno preso il potere. Il testo si compone di una decina di righe, indirizzate alla casella di posta del Magnifico Rosario Rizzuto (ad ottobre gli subentrerà Daniela Mapelli, prima donna in 800 anni di storia), in cui il ragazzo - la cui identità viene tenuta coperta per non metterne a rischio l'incolumità - avvisa che «a causa dell'attuale orribile condizione probabilmente non riuscirà a presentarsi in orario per l'inizio delle lezioni». Uno scrupolo che, considerati il momento storico e le condizioni in cui il giovane si trova, è stato accolto con commozione all'interno degli uffici di palazzo del Bo.

«Caro signore, spero che lei stia bene - è l'incipit della lettera, scritta in un ottimo inglese -. Sono stato ammesso all'anno accademico 2021-2022 e beneficio di una borsa di studio del governo italiano. Il programma di studi, come mi è stato detto, partirà ad ottobre 2021. Però l'ambasciata italiana, a causa dell'attuale situazione che si è venuta a creare in Afghanistan, è chiusa e il personale ha già lasciato il Paese. Mi è impossibile presentare la domanda di visto nei tempi richiesti e temo che le difficoltà in corso comporteranno un notevole ritardo sull'arrivo a Padova. Ho paura che questa orribile condizione non mi faccia arrivare in tempo per l'inizio delle lezioni. Dunque, vorrei chiederle gentilmente di tenere in considerazione il mio caso».

Il rettore, che in questi giorni, attraverso i propri uffici, sta cercando di mettersi in contatto con tutti i 17 studenti afghani (4 risulterebbero ancora dispersi), ha subito risposto al ragazzo. «Siamo perfettamente consapevoli e molto preoccupati di quanto accade in Afghanistan - gli ha scritto -. Ti assicuro che non vediamo l'ora di averti come studente. So che potresti sforare i termini formali per l'immatricolazione a Padova, ma faremo di tutto per aiutarti ad ottenere il visto e a raggiungere in sicurezza il nostro Paese. Chiederemo al nostro governo di inserirti nell'elenco dei cittadini afgani che potranno imbarcarsi sui voli per Roma e ottenere il visto attraverso una procedura semplificata. E spero di avere presto l'occasione di incontrarti personalmente a Padova».

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