Agricoltura. La protesta della Valle. Un 'fiume' di trattori a Venafro
"Ci scusiamo per il disagio, protestiamo per un cibo sano per tutti", recitava così lo striscione attaccato alla pala del trattore che ha aperto il corteo, organizzato dagli "Agricoltori liberi della Valle del Volturno" che stamani ha invaso la Statale 85 Venafrana. Decine e decine, qualche centinaio, i trattori che hanno aderito alla manifestazione di protesta degli agricoltori che, come in molte parti d'Italia e d'Europa, anche dalla Valle del Volturno vogliono far sentire forte il loro grido di allarme. Al volante uomini, donne, giovani e anziani, di trattori di ogni "taglia", piccoli da entrare in un garage e altri con le ruote alte oltre i due metri, ma tutti con la stessa convinzione e nella stessa direzione, quasi a voler dire: "continuate cosi e sarà la fine. Le vostre scelte sono l'inizio della fine". Ma non ci stanno gli agricoltori, non si arrendono di fronte alla scelleratezza di scelte senza senso! E allora, in modo garbato ma convinto, fanno sentire la loro voce e il rumore dei loro motori!
"I politici si giocano l'agricoltura", era scritto su un rimorchio dove due fantocci con il volto della Meloni e del Ministro Lollobrigida erano intenti in una partita a carte, e poi "Difendiamo il nostro e il vostro futuro", slogan mirati a tenere accesi i riflettori su scelte che l'Europa cerca di imporre a danno di una tradizione, come quella italiana, che nell'agricoltura vede uno dei suoi "marchi" d'eccellenza. Scelte affiancate da una politica, quella italiana, che sull'argomento è almeno confusa, che a parole si erge a difesa degli agricoltori e del loro lavoro e del Made in Italy, e che nei fatti attiva scelte che vanno nella direzione contraria, come quella di aver reintrodotto l'Irpef cancellata dal Governo Renzi, 248 milioni, per tutti gli agricoltori e al tempo stesso impone anche ai giovani agricoltori di versare i contributi previdenziali: i due regimi di esenzione fiscale e previdenziale, infatti, non sono stati prorogati, come pure era prevedibile e atteso, nella Legge di Bilancio 2024.
"Ho partecipato alla partenza del corteo degli agricoltori del nostro territorio, - ha scritto in un post il Sindaco di Venafro Alfredo Ricci, - una manifestazione rispettosa ma determinata, per sensibilizzare tutti sulle problematiche di un settore, che è motore e traino dell'economia del nostro territorio e che vive da troppo tempo troppe difficoltà. Siamo accanto agli agricoltori con orgoglio, per fare tutti ciò che è possibile per dare loro la giusta e doverosa attenzione , facendo arrivare la loro voce nelle Istituzioni a ogni livello. Rappresentano la nostra storia, sono il nostro futuro".
Come detto, uno dei punti su cui gli agricoltori hanno contestato il governo italiano è quello della tassazione: i redditi agrari erano da diversi anni esenti da Irpef, con un'agevolazione che permetteva importanti risparmi alla categoria. Nella legge di bilancio per il 2024, però, l'esecutivo ha scelto di cancellare questa esenzione. Dopo la mobilitazione, Meloni ha annunciato l'intenzione di cambiare ancora le regole, riportando in vigore l'agevolazione, ma solo fino a un massimo di 10mila euro.
Di fatto, la protesta degli agricoltori dovrebbe essere - e speriamo diventi - protesta di ogni cittadino. Aumentare le tasse agli agricoltori non è un problema solo per gli agricoltori: è un problema per i cittadini perché aumenta il prezzo finale al consumatore. E' una tassa che ci ritroveremo tutti addosso nel carrello della spesa che è sempre meno "tricolore" e sempre più "rosso", come la spia della benzina che segna la riserva!
