Al Concorso "Il Presepe simbolo di pace" di Pesche, ricordato Amerigo Iannacone
Al giovanissimo Giuseppe Simone dell'Istituto Comprensivo "Giovanni XXIII" di Isernia il Primo Premio per la Categoria Scuola - Sezione Scuola Primaria
Ha ottenuto un grande successo la diciannovesima edizione del Concorso Nazionale di Poesia "Il Presepe simbolo di pace" intitolato alla memoria del compianto Prof. Amerigo Iannacone, cofondatore del premio, che si è volto nell'ambito della ormai iconica manifestazione "I presepi nel presepe" a Pesche (IS), lo scorso 5 Gennaio nella Sala "Petrecca" dell'istituto Scolastico locale. Un attento e numerosissimo pubblico ha fatto da cornice ad una serata di grande impatto emotivo in cui sono stati premiati i poeti vincitori delle varie sezioni.
Commovente il ricordo in apertura di serata del prof. Amerigo Iannacone, con la lettura di un suo brano: "Fisicamente probabilmente non sono un gran che, per il resto è sempre difficile tracciare un ritratto di se stessi. Cerco di essere accomodante ma non remissivo, ho molti interessi, mi piace leggere, mi piace la musica e tutte le arti in genere, mi piacerebbe viaggiare, ma le condizioni economiche mi costringono ad essere piuttosto sedentario e i libri e la parola diventano un modo per viaggiare. Ho molti amici, vicini e lontani, che mi vogliono bene".
Presenti nella Giuria presieduta dalla scrittrice Greta Rodan, anche Mariagrazia Valente, moglie del compianto prof. Iannacone, e il poeta Antonio Vanni che ne è stato caro amico e discepolo. Proprio Vanni, in qualità di giurato, ha premiato l'opera che più di tutte ha conquistano il pubblico: Canti e pianti, del giovanissimo Giuseppe Simone, alunno della 5B dell'Istituto Comprensivo "Giovanni XXIII" di Isernia:
"È Natale, è Natale! urlano i pastori sui monti, / eppur cadono missili e crollano ponti. / I Magi in cammino seguon la cometa, / ma un'altra guerra affligge Il pianeta. / Cantano gli angeli cori di gioia, / speriamo che oggi nessun bambino muoia, / sotto un cielo di stelle in una notte di inverno, / le bombe trasformano la città in un inferno. / Cade la neve e imbianca tutto col suo manto, / da sotto le macerie proviene un debole pianto, / le luci si accendono e cambiano colore, / in una nebbia fitta di polvere e dolore. / Nella capanna cresce l'attesa, / l'ultima fiamma di speranza resta accesa, / il bambino, che è Dio in terra, porti la pace e cancelli la guerra!