Ambiente Venafro. Parlano gli agricoltori
Gli agricoltori liberi della Valle del Volturno: "massimo rispetto per la Procura ma chiediamo chiarezza e soprattutto che siano individuati i veri responsabili"
Siamo andati a trovarli, nella loro terra, nelle loro stalle. In quella terra dove spendono la vita, le loro risorse. In quella terra che è la loro vita e conoscono e rispettano e di cui si prendono cura e che ora è minacciata. Minacciata da anni di omertà e da scelte avventate!
Sta facendo discutere molto l'Ordinanza con cui la Sindaca di Pozzilli Stefania Passarelli ha vietato la coltivazione e la vendita di prodotti agroalimentari, come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi.
Intanto si stanno verificando i primi sequestri, nella mattinata di ieri ad un agricoltore sono stati sequestrati due "terreni" intorno alla sua casa, due terreni però che sono due piazzali in cemento e che sono tali da almeno 30 anni e su cui parcheggia le auto e i mezzi.
Sono sul piede di guerra gli Agricoltori liberi della Valle del Volturno "Vogliamo chiarezza - ci hanno detto - abbiamo il massimo rispetto per le indagini della Procura di Isernia, ma vogliamo chiarezza. L'Ordinanza di cui si sta parlando in questi giorni è come un telo nero che è stato steso in maniera avventata su tutta la Piana. Una Piana che è luogo di produzione di eccellenza. I nostri prodotti sono stimati in tutta Italia e sono controllati continuamente dalle autorità competenti. Il nostro latte è controllato ogni mattina. Il nostro olio, esaltato da secoli per le sue qualità, rischia un marchio indelebile che non merita. Ogni singolo capo di bestiame allevato nella Piana è sottoposto a controlli severissimi all'atto della macellazione! Mai, mai nessun riscontro negativo! E ora rischiamo che la nostra Piana sia marchiata a fuoco. Abbiamo già riscontrato in questi pochi giorni rallentamenti dai nostri clienti perché sono preoccupati.
Vorremmo dire - hanno continuato - che nessuno tiene alla nostra terra più di noi e nessuno più di noi tiene alla nostra salute. Siamo i primi consumatori dei nostri prodotti. Siamo pronti a qualsiasi tipo di confronto. Anzi, siamo pronti noi per primi a promuovere ulteriori indagini sui nostri prodotti, cosa che avrebbero dovuto fare prima di dire "non potete coltivare". Sappiamo bene cosa coltiviamo e come lo facciamo, tutti noi abbiamo il Patentino Fitosanitario, il certificato di abilitazione cioè all'acquisto, all'utilizzo, alla manipolazione e allo smaltimento dei prodotti fitosanitari destinati a un uso professionale. Sappiamo svolgere il nostro lavoro, sappiamo farlo in maniera ecocompatibile, nel pieno rispetto di tutta la Normativa vigente, e sappiamo anche come affrontare certi problemi, cosa, come e quando coltivare e dove"!
C'è rabbia nelle loro parole e preoccupazione e incertezza nei loro volti: "Non possiamo permettere - hanno detto ancora - che qualcuno decida di lavarsi la coscienza fermando la nostra terra e le nostre aziende, mentre tutto intorno ci sono ciminiere che continuano a fumare. Perché anziché fermare le nostre terre non si sono fermate quelle ciminiere? E' forse più facile agire contro agricoltori che contro i colossi? Che senso ha che le nostre Aziende si fermano e i colossi bruciano! Ma non staremo fermi, né zitti! Stiamo vivendo un tempo di incertezze che prima per il Covid, poi la per la guerra ora per quest'altro guaio sta mettendo a serio rischio la nostra possibilità di risollevarci. Dobbiamo programmare le prossime coltivazioni, fra due mesi dovremo iniziare a provvedere per le nuove semine, il tempo corre veloce, ma in questo clima di incertezza come facciamo? Chi ci assicura? Chi ristora quello che stiamo perdendo?
Sarebbe stato opportuno - hanno concluso - che qualcuno ci ascoltasse, si confrontasse con noi prima di dettare un'Ordinanza che penalizza tutta la Piana e tutto il settore. Ma nessuno ci ha chiamati, nessuno ha ritenuto fosse il caso di confrontarsi con noi. Siamo professionisti nel nostro campo, sappiamo cosa facciamo. Solo pochi mesi fa siamo stati chiamati per creare nel nucleo di Pozzilli il distretto del cibo. Ora improvvisamente il nostro cibo non è più buono".
Noi di QuintaPagina abbiamo voluto incontrali gli agricoltori, perché, come abbiamo scritto nei giorni scorsi: penalizzare gli agricoltori non è la soluzione. Forse è d'uopo che dall'Assessorato Regionale si prendano iniziative urgenti, ora, mirate a tutelare la legittimità degli agricoltori di vedere riconosciuti i loro diritti. Forse è il caso che le Amministrazioni coinvolte si confrontino subito sul da farsi, cercando di lasciare a casa demagogie e "foglie di fico" nell'interesse dell'intera comunità e intervenendo in modo responsabile e realistica.
Alcuni studiosi parlano della "spina dell'orso"... quando un'orso zoppica, prima di abbatterlo, si cerca la causa della sua zoppia, la spina sotto il piede, e si elimina quella... prima di ammazzare l'agricoltura e gli agricoltori della Piana di Venafro vanno cercate la cause e risolte quelle! Perché, come giustamente ha detto il Sindaco di Venafro nei giorni scorsi: "L'equazione agricoltura della Piana di Venafro = agricoltura contaminata e inquinata, è una equazione che non esiste e non deve esistere".
