"Anamanacanda", grande successo di pubblico per L'Areté

31.12.2022

Grande successo di pubblico, che ha fatto registrare il sold out anche questa volta, ieri sera sul palcoscenico dell'Auditorium "Unità d'Italia" ad Isernia. In scena la Compagnia L'Aretè con "Anamanacanda", una brillante Commedia in dialetto isernino in tre atti di Giampaolo D'Uva.

Sul palco un'ottima squadra con due fuoriclasse: Giampaolo D'Uva, nelle vesti di Ron Gioacchino Talamone, ru Fatticchiare e Carmelina Di Florio, nelle vesti di Amelia, la sorella nubile del Fattucchiaro.

Nipote e braccio destro di don Gioacchino è Cuncetta, interpretata da Laura Tamburromusse tinte che nen crere a niente, sempre cuntraria a tutte, sfuttetora e fauza, che, dopo vicende esilaranti, alla fine si lascerà trasportare dall'amore. 

Altri interpreti sono stati, Gianni AntonilliCosmo Antenucci, Raffaele D'Angelo, Angela Di Gneo, Marina Lucarino, Salvatore Rossi, Annamaria Iannone, Nicola Ciarlante, Luigi Cimorelli, Luciano Ricchiuti e Luigi Crudele

La scena è stata curata da Filippo Senerchia e a completare il cast, Giovanni Antenucci (tecnico luci), Cosmo Antenucci (tecnico scene) e Claudio Costa (tecnico audio). 

Tre ore di grande spettacolo che il pubblico ha apprezzato riservando applausi e frequenti risate per accompagnare l'estro degli attori sul palco.

Una commedia ambientata nei primi anni del '900 che narra le vicende più o meno fortunate di Ron Gioacchino Talamone ru meglie fattucchiare delle terre de 'Sernia, alle prese con fatture e malocchi e che ad un certo punto si ritrova ad affrontare un caso che non aveva mai visto e che gli viene proposto da Pascale ru vardare, giovane farfallone 'fedele' cacciatore di avventure amorose, che nell'atto di circuire una fanciulla de Colle Vavus si ritrova con una ciaccata alla testa e si reca da don Gioacchino, per scoprire l'autore del misfatto. Fin qui quasi ordinaria amministrazione per il Fattucchiaro, se non fosse che si rivolge a lui anche Coseme Purchitte de Colle Vavuse che, in preda alla gelosia, ha punito l'intraprendente giovane, per chiedere al Fattucchiaro di non dire che era stato lui.

Una brillante Commedia che presenta  con semplicità le complesse dinamiche dell'animo umano con le sue paure e i suoi perenni turbamenti, che avvolgono e sfibrano l'uomo nella quotidiana lotta alla ricerca dell'Io. Una Commedia che dipana le dinamiche tipiche dei nostri territori e dei nostri paesi dove la figura del fattucchiaro - a cui è affidato il compito di interpretare e intercettare le attese e i desideri di uomini e donne in ricerca - ha sempre avuto uno straordinario fascino, sempre avvolta nella nebbia del ne l ver ma c crere, dando vita ad una serie di vicende in cui la Commedia svela il dato antropologico del vissuto quotidiano. Un'Opera in cui anche i sentimenti trovano la loro espressione in modo delicato, velato, avvolto spesso nei veli della comicità ma capaci di affermarsi nella loro importanza, come l'amore e l'attesa di un bambino.

Grande l'apprezzamento del pubblico presente e toccante alla fine la dedica al compianto Pino Covelli, anima della Compagnia, per il quale Giampaolo D'Uva ha voluto spendere parole d'affetto dedicando una targa alla sua memoria, consegnata alla moglie Carmelina Di Florio, accolta da un lungo applauso.

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