Appunti per una mostra in corso

06.07.2022

Dal 22 luglio prossimo omaggio a Vittorio Miele con la mostra "La casa tra gli ulivi" a cura di Umberto Cufrini e con intervento critico di Giuseppe Varone

di Rocco Zani

Un'idea condivisa e un incontro di indizi recapitati in un cortile di intenti. Nasce da questi presupposti la mostra "Paesaggi" allestita nella sala della Torre dell'Orologio, a Castro dei Volsci, e dedicata a Vittorio Miele ad oltre venti anni dalla sua scomparsa. Una mostra inconsueta questa, che riporta alla luce una fragile (per fragile intendiamo esigua) raccolta di opere "datate" che, finanche nella nudità essenziale della tela - nelle frange consumate del tessuto - rimanda ad un tempo distante, coagulato quasi in una dimensione in apparenza rimossa. Eppure disegnata - la mostra - per brevi coordinate, così care a Miele pittore. La titolazione non fornisce alibi visionari ma è il "contenuto" delle opere a provocarli: sono i "muri" stagnanti che soffocano l'irriducibile rifiato dello spazio, assolati d'afa o concessi all'ombra del riparo; sono le colline che non hanno sequenze ardite, piuttosto rigonfie come cuori o alture allo sguardo; sono i cascinali "sbilenchi" come capanni della memoria; c'è la neve che per latitudini e cieli e' fatta di biacca, di rossori sanguigni, di cenere, talvolta di verde in pallore; ci sono i nomi delle opere, come appunti sul retro, apparentemente ordinari o appuntati come impronta del ricordo - " Nei paesaggi dai nomi poco usati, prescelti non casualmente come movente d'ispirazione..." ebbe a scrivere a tal proposito Duccio Trombadori - al pari della data. A proposito di date. La "raccolta" in oggetto si consuma tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso con un l'unica eccezione di un'opera che potremmo definire "conclusiva", ovvero dipinta all'epilogo della sua esistenza, una immagine di Quebec che appare resoconto di chiusura affidato ad una memoria fattasi di colpo asciutta, essenziale, discreta. Troppo facile ribadire il sarcasmo di un "paesaggio dell'anima o della memoria", eppure ognuna di queste immagini è autre chose rispetto alla "collisione" iniziale; come se ogni centimetro di terra e di cielo fosse, invero, centimetro di pelle e sguardo altrove, ovvero alito di vento orfano di direzione. I Paesaggi di Miele che richiamiamo in questa occasione sono minuscoli - ma consistenti - segni autobiografici, direi ritratti "in corsivo" non già di una disputa squisitamente ambientale ma gelosamente intimista. Il paesaggio come sudario, come crocevia di intenti, come dubbio segreto, come indugio di ristoro.

Nasce forse da queste contenute osservazioni il "dialogo" che le opere in oggetto sembrano tessere - come esercizio riflessivo - con degli interlocutori d'eccezione che questo evento condividono con un contributo utile, finanche originale nel suo svolgersi. Un gruppo di allievi dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone, seguiti dall'artista Cufrini, realizzerà nel cuore del borgo, un "paesaggio" di Miele, un murales di grandi dimensioni che rimarrà patrimonio di Castro, dell'antica e impenetrabile stirpe dei Volsci. Sul versante di pietra millenaria che domina il largario di tigli, il dipinto sarà una sorta di specchio visionario capace di assorbire il sole bambino e di dominare il cielo di cadmio all'imbrunire. Sarà un avamposto di sguardi curiosi e un portale di magici propositi. Tutto accadrà in questo borgo di pendii che scavalcano agore di sassi e cespi. E di uomini ospitali e generosi. Come Leonardo e Angelo, come Umberto ed Eugenio che hanno "costruito" la mostra, ognuno a suo modo: per accoglienza, per affetto, per fatica, per gentilezza, per passione e abilità. La pagina più bella, forse.

Comune di Castro dei Volsci - Assessorato alla Cultura

Centro Storico, Torre dell'Orologio
"Vittorio Miele, la casa tra gli ulivi"
A cura di Umberto Cufrini
Testo critico Giuseppe Varone
Inaugurazione 22 luglio ore 18.30

©Produzione riservata

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