Archeologia molisana mordi e fuggi

20.08.2021

L'Architetto Franco Valente mette in luce le condizioni in cui versa la tomba di Tamfrid nel sepolcreto di San Vincenzo al Volturno: "Mostratemi uno scavo degno di essere mostrato".

"HIC JACEANT MEMBRA SACERDOTIS TAMFRID SPIRITUS ASTRA PETIT"

(Qui rimangono le ossa del sacerdote Tamfrid, mentre l'anima cerca le stelle)

Immaginate - ha scritto l'architetto Valente sulla sua pagina Facebook -  se un chirurgo, dopo aver studiato una decina di anni nelle migliori scuole di specializzazione del mondo, decida di operare a cuore aperto, al momento della richiusura del taglio lasci tutto e vada a festeggiare con i parenti dimenticando l'ammalato.

Magari si metta anche a disposizione della RAI-Medicina o dei Piero Angela di turno per mostrare al mondo che sono stati fatti grandi progressi nella scienza mentre gli infermieri lasciano la sala operatoria per aver terminato il turno di lavoro con il malcapitato ancora imbracato sul lettino.

Così è l'Archeologia nel Molise.

Credo che vi siano almeno un paio di centinaio di siti archeologici che sono stati zappati da archeologi dell'Istituto Suor Orsola Benincasa, dell'Università del Molise, della Sapienza di Roma, dalla British School di Roma e da altre decine di rinomate scuole di archeologia della Terra e poi abbandonati al proprio destino mentre illustri professori se ne sono andati in giro per il mondo a spiegare l'importanza delle loro scoperte.

Uno spettacolo ignobile.

Cadaveri tolti dalle tombe dove cristianamente aspettavano di ricongiungersi alla propria anima per guadagnare il premio celeste sono finiti nelle buste della monnezza, rifiutati anche dai cani randagi.

Se il programma di scavo non contempla le spese per restaurare e richiudere i fossi scavati e le tombe esplorate, non si può consentire di zappare la terra per il piacere di far fare conferenze nelle aule delle Università o nelle sale di ripresa delle televisioni di tutto il mondo

Il Molise archeologico oggi è questo.

Fatevi un giro a S. Maria di Casalpiano, a S. Vincenzo al Volturno, a S. Mauro di Staffoli, sulla piana di Macchia, su Monte S. Paolo di Colli, a colle Castellano di Montaquila, a S. Croce di Magliano, a S. Elia a Pianisi, a Ururi, a Rotello, nell'area del Teatro di Venafro, a S. Pietro ai Cantoni di Sepino, a Monte Vairano, a Cercemaggiore...

Insomma in ogni angolo della regione.

Poiché non sono in grado di farvi vedere uno scavo archeologico molisano degno di essere mostrato, chiedo il vostro aiuto.

Mostratemene almeno uno.

UNO SOLO!

UNO SOLO E SARO' FELICE DI FARE DI ESSO IL SIMBOLO DELL'ARCHEOLOGIA MOLISANA!"

A ben guardare lo stato in cui versano molti siti nella nostra regione, due fra tutti: l'area archeologica di San Vincenzo al Volturno e il Verlasce di Venafro (su cui torneremo molto presto) si fa molta fatica a non dar credito alle parole dell'architetto... e si fa spazio con sempre maggiore insistenza la domanda che da un po' si impone: Ma quando parlano di turismo nella nostra regione, esattamente di cosa parlano?