Associazione "don Milani". Antonio Vanni ha incontrato #iRagazzidelTrifoglio
di Imma Di Cristoforo
Nel pomeriggio di domenica 26 novembre, presso il Centro di
Aggregazione Giovanile "don Milani" di Cerro al Volturno, noi ragazzi dell'Associazione
Culturale "don Milani", meglio noti come #iRagazzidelTrifoglio, abbiamo incontrato
Antonio Vanni, comportamentista e poeta isernino, che svolge la sua "missione"
nel reparto di psichiatria dell'Ospedale "Veneziale" di Isernia e che ogni
giorno sta a contatto con ragazzi della nostra età e cerca di studiarli,
capirli e aiutarli, partendo anche dalle più piccole cose. Fin da subito,
nell'esatto momento in cui siamo entrati in quella stanza e ci siamo
presentati, tutti noi abbiamo avuto la netta sensazione di essere in presenza
di una bella persona, molto affabile, dolce e soprattutto molto empatica. Ha
iniziato col presentarsi e poi ci ha spiegato in cosa consiste il suo lavoro,
ovvero studiare e esaminare il comportamento dei ragazzi semplicemente
ascoltandoli, che è la cosa più importante per noi ragazzi: parlare ed essere
ascoltati, così da poter capire il perché di determinati comportamenti.
Ci ha parlato di gioia e dolore, le due emozioni principali e più possenti presenti negli uomini. La gioia è un'emozione molto semplice, e proprio per questo va cercata nelle piccole cose, nei piccoli gesti che ogni giorno facciamo. Il dolore invece può essere suddiviso in due tipologie, il dolore da contatto, ad esempio un bambino che cade e si sbuccia il ginocchio, che è un dolore oggettivo e non duraturo nel tempo, e il dolore della sfera emozionale, ad esempio la perdita di qualcuno, che è un dolore soggettivo e più duraturo nel tempo, perché ognuno di noi ha bisogno del proprio tempo per elaborare il dolore. Ci ha poi fatto comprendere che anche nel dolore si cela la bellezza, perché se la vita è bella ed è un dono, anche il dolore che fa parte della vita ha una sua parte di bellezza, e sta a noi modellare il dolore scoprendo la parte bella che si nasconde in esso.
Mentre ci parlava appunto della gioia e del dolore ci ha voluto regalare alcuni dei suoi libri:
L'aquilone, una raccolta di poesie di diversi scrittori dedicata al piccolo Edo, un bimbo morto di cancro nell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e che qualche giorno prima di morire disse ai suoi genitori di non preoccuparsi perché lui sarebbe andato in paradiso e che però loro avrebbero dovuto fare qualcosa per aiutare i genitori di tutti gli altri bimbi come lui. Così suo padre dopo la sua morte fondò un'associazione che fornisce vitto e alloggio a tutti i genitori con bimbi ricoverati in quell'ospedale, chiamata "La Casa Di Edo", e situata proprio davanti l'ospedale;
Il Plasmodio, una raccolta di poesie dedicata ai suoi due figli, David e Manuel, "Plasmodio" significa proprio modellazione del dolore e trasformazione dello stesso in gioia, ciò che Vanni ha cercato di fare con i suoi figli;
ed in fine, Dimenticato, che parla diun ragazzo di nome Dimenticato che cade da una stella sul mondo, trascorre il suo tempo correndo nei prati ed è invisibile a tutti, tranne che ad una Criseide, che non riusciva a capire perché corresse sempre.
Dopo averci consegnato e presentato brevemente i libri, ha voluto concludere il nostro incontro parlandoci di un esperimento, che ha lasciato tutti noi a bocca aperta, fatto da uno psichiatra giapponese qualche anno fa, che tra circa 5 anni potrebbe diventare scienza. Un esperimento che si basa sui sogni delle persone, e che permetterà di esaminare le parti del cervello e di individuare eventuali problemi in modo da prevenire gravi malattie, come il tumore. Un esperimento che, se confermato, segnerà una svolta epocale.
Ascoltare le parole di Antonio Vanni è stato davvero affascinante, lui si è rivolto a noi sempre con dolcezza e gentilezza, permettendoci di farci comprendere con parole molto semplici concetti anche leggermente più complessi. È stato un incontro che ha lasciato tutti noi stupiti, tutti siamo stati molto contenti di questo incontro e di ascoltarlo, senza perdere l'attenzione neppure per un attimo. Antonio è stato così bravo a renderci partecipi e a catturare la nostra attenzione che tutti noi eravamo lì, ad ascoltare le sue esperienze a bocca aperta… spero che avremmo modo di ripetere un incontro con lui e di ascoltarlo nuovamente dato che i suoi argomenti erano molto vicini a noi ragazzi e molto interessanti.
"È un incontro che si pone in continuità con il percorso che abbiamo pensato per i nostri ragazzi – ci ha detto a margine dell'incontro la Vice Presidente Sara Cappello – un appuntamento che ha valorizzato l'ascolto e il dialogo. Ce ne sono stati altri e altri ce ne saranno. Noi non crediamo che la soluzione sia "fare rumore" o "distruggere tutto". Per noi la via è nell'ascolto, nel confronto costante e nel dialogo rispettoso. I fatti di cronaca che stiamo purtroppo vedendo e il disagio che da così tanto affligge i più giovani chiedono un coinvolgimento quotidiano e attento. E noi vogliamo farlo. L'incontro con Antonio Vanni, che abbiamo fortemente voluto, muove proprio in questa direzione. I ragazzi hanno bisogno di riferimenti certi, di persone che sappiano ascoltarli, senza mai giudicarli".
