Basta con i "piccoli Buddha", tornate a fare i genitori
di Paolo Scarabeo
Si fa un gran parlare - giustamente - in queste ore del grave incidente accaduto a Roma, dove un ragazzo di 20 anni, "youtuber dei The Borderline" - che già da sé basterebbe per dirla tutta - alla guida di un Suv Lamborghini ha travolto una piccola utilitaria uccidendo un bambino di 5 anni, ferendo la madre e gravemente anche la sorellina di 3 anni.
Non si vuole certamente entrare nei moralismi, ma una domanda deve esserci concessa e qualcuno deve dare una risposta. Che diavolo ci fa un "bambino" di 20 anni alla guida di una Lamborghini? Chi l'ha noleggiata, ad un neopatentato, il cervello dove lo aveva? Le famiglie di questi figuri a cosa li hanno educati? Va bene l'era tecnologica - d'altra parte i ragazzi di oggi sono nativi digitali - ma possibile che tutti sono youtuber, tutti rapper, tutti "artisti"... e magari non sono in grado di rifarsi il letto la mattina, di cucinarsi un piatto di pasta?
"A 20 anni non è necessario, né normale, essere alla guida di un Suv, tra l'altro a noleggio, - ha scritto sui Social una Dirigente Scolastica - e non è normale non aver maturato la consapevolezza dei propri comportamenti. L'assenza del senso di realtà e la superficialità possono uccidere e a dimostrarlo c'è la morte di un bambino di 5 anni. Si impara ad essere responsabili, ad avere rispetto, sin da bambini, attraverso un esercizio costante di abitudini e di azioni quotidiane. Diamo la colpa alla società, alle mode che trascinano i ragazzi, alla fragilità di un'epoca incerta, alla scuola che non sa svolgere il suo lavoro. Semplicemente, io penso, che i genitori dovrebbero riconquistare la coscienza del loro ruolo, senza delegare ad altri le loro funzioni e senza cercare giustificazioni per eventuali mancanze. Dovrebbero solo tornare a fare i genitori".
Sì, lo ripetiamo con tutta la consapevolezza possibile: "devono tornare a fare i genitori". E' ora di smetterla con le letture sociologiche che cercano le ragioni del disagio dei giovani nella società, nella politica e in giro per il mondo, lo disse già Rousseau e non funzionò. Le responsabilità sono nella famiglia, nell'educazione e in quel maledetto fraintendimento secondo il quale - come giustamente scrive lo psichiatra Paolo Crepet - il ruolo dei genitori consista nel non far mancare niente ai propri figli, creando dei "piccoli Buddha", accondiscendendoli in tutto. Non è così, non può essere così!
"È prevalsa un'idea terrificante - scrive Crepet - quella che l'educazione sia una pratica democratica, che prevede che tutti - figli, genitori, insegnanti - siano alla pari nella ripartizione di diritti e doveri (...). Essere capitani è il vero compito di un genitore, di un educatore, per quanto complicato e impegnativo possa essere".
È questo che si è perso di vista! Ragazzini che a 16 anni cambiano un iphone da 1000 euro con la velocità di un paio di calzini, che vivono di notte fino a tarda ora e dormono di giorno, che si svegliano, si lavano ed escono, che non hanno la minima consapevolezza di quello che gli accade intorno, non guardano un TG neppure per sbaglio, che impongono ai genitori le loro scelte, i loro capricci, non è normale! Non è normale trovarsi di fronte ad un ragazzino che va in giro con 3\400 euro nel portafogli! Non è colpa della società. Ma di chi queste cose gliele concede!
A tavola non si parla più, tutti col cellulare! Dieci, quindici minuti al massimo e si scappa via perché a 16 anni dopo il pasto, eh, come si fa a non fumare?
I nostri ragazzi sono "educati" al tutto, qui e subito, a non aver più bisogno degli altri. I nostri ragazzi sono "tuttologi", spesso arroganti, pensano di sapere tutto e magari non sanno scrivere in corsivo! I nostri ragazzi diventano spesso "vuoti di sé" e orgogliosi di esserlo. Non sanno più cosa sia lo stupore, cosa sia il desiderio, cosa la meraviglia, il mistero. Non sanno più cosa sia il sacrificio, cosa significhi "non possiamo", "per favore", "grazie", "scusa". Non lo sanno più! Hanno tutto perché i genitori oggi sono convinti che il loro ruolo sia campare i figli fino a 40 anni... se non di più!
Conosco mamme che controllano ancora lo zaino a figli di 16 anni, conosco mamme che con sacrificio immane portano a casa 900 euro al mese e permettono ai figli di spenderne 700 per un paio di scarpe! Conosco mamme che guai se il figlio scende dal pulmann e deve percorrere 500metri a piedi, va preso con la macchina! Guai se a scuola il figlio viene rimproverato. Di contro, conosco anche ragazzini di 16 anni che vivono come coppie di fatto! Bambine di 13 anni che vestono che a stento hanno qualcosa addosso! Ragazzini che "apparecchiare è compito delle femmine"...
Si capisce facilmente che la colpa non è della Società! Dove sono le famiglie? Lo chiediamo perché causa della loro assenza è anche tutto il resto!
Il Bullismo da dove nasce? La violenza di genere, da dove nasce? I femminicidi a cui, purtroppo, sempre più frequentemente assistiamo, da dove nascono? Non si diventa bulli o assassini all'improvviso... tutto questo è frutto malato di un albero malato, la famiglia.
La rete non può essere pensata come il rimpiazzo delle famiglia, del dialogo, del confronto! Mettersi davanti ad una video camera e "sparare" in rete dei video non significa essere arrivati! Saltare come scimpanzé davanti ad una diretta Facebook non ci rende artisti! E che dire dei grandi insegnamenti di vita che attingiamo da ragazzini che imparano a memoria frasi fatte, ne fanno video sensazionali e li sparano in rete in pasto ad altri ragazzini che ne fanno dei "maestri"...
È qui tutto il vuoto lasciato dalla famiglia.
