Cara Giorgia auguri di buon lavoro... ma San Francesco quella frase non l'ha detta...

28.09.2022

Come era normale, il dopo elezioni è stato caratterizzato  - e sarebbe stato così in qualunque caso - dall'attenzione su colei che le elezioni le ha vinte, ovvero Giorgia Meloni. In questi giorni i giornali - quelli importanti - ci stanno dicendo tutto di lei... addirittura con chi si allena in palestra, chi è la sua estetista, cosa mangia... insomma attenzioni che ad un vincitore assoluto si possono concedere.

Poi c'è l'altra faccia della medaglia, quella degli scontenti... e quindi... ragazzi che occupano la scuola perché "i fascisti non ci rappresentano"... e così via... i Social invasi da ideologiche prese di posizione e preoccupazioni, in forme che a volte fanno anche sorridere... perché evidentemente senza un vero sostrato culturale a sostegno...

Io Giorgia non l'ho votata - lo dico candidamente - e non mi spaventa. Nemmeno - e condivido quello che ha detto Renzi nei giorni scorsi - credo che sia un pericolo per la democrazia... non temo una deriva, né riescono a turbarmi fantasmi emergenti dalle nebbie del novecento... Vedremo il suo rapporto con l'Europa come sarà... vedremo questa sua vena cristiana a confronto con il tema dell'immigrazione come emergerà... ma per ora mi auguro che possa fare il bene del Paese. Aspetto che eventualmente sbagli per dire ha sbagliato, non anticipo commenti.

Aspetto che sbagli per dire che ha sbagliato e un errore lo ha già commesso, quello di attribuire la suggestiva frase pronunciata nella notte elettorale a san Francesco d'Assisi... una frase che dal santo non risulta essere stata mai pronunciata in quei termini: 

Tu comincia a fare quello che è necessario, poi quello che è possibile. Alla fine, ti scoprirai a fare l'impossibile». 

Anche se esiste una possibile spiegazione. Tante volte ci è stato detto che quando san Francesco iniziò a riparare la cappella di San Damiano, sulla collina di Assisi, obbedendo alla voce di Cristo: «Va' Francesco e ripara la mia chiesa che, come vedi, sta crollando», quello era solo un anticipo, un inizio simbolico del lavoro più grande della riparazione della Chiesa a cui il Signore lo stava chiamando. 

Forse Giorgia Meloni ricordava solo il commento tradizionale che da sempre viene fatto al senso più ampio che avrebbe avuto la riparazione di San Damiano nella vita di Francesco d'Assisi...  

Forse, più facilmente, l'errata attribuzione è colpa del web. Forse di qualche collaboratore, magari solerte, ma non accurato. Fatto sta che non risulta che il Santo di Assisi abbia mai usato quella frase o una che le assomigli. E non lo dico con tanta sicurezza solo perché ho una qualche conoscenza della sua vita e dei suoi testi, che ho amato e conosciuto sin da ragazzo, ma perché illustri studiosi hanno messo subito in chiaro l'erronea attribuzione. E perché il concetto - sospeso tra sapienza proverbiale e vaghezza new age - è bello ma innocuo. Nel senso che consola e non impegna in nessuna direzione precisa. San Francesco, invece, diceva e faceva sempre cose che impegnavano e impegnano in un senso preciso, totalmente cristiano, totalmente umano, totalmente umile e totalmente pacifico.

L'augurio è che lo staff della comunicazione della ormai nostra prossima Premier, a cui davvero auguriamo un buon lavoro, sia un po' migliore di quello del suo compagno di maggioranza... che il Tau lo porta al collo...

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