Cara scuola, così non ha senso

23.06.2023

La scuola ha perso. Quante volte lo abbiamo detto e sentito. Bene. Lo ripetiamo con convinzione! LA SCUOLA HA MISERAMENTE PERSO! Quello di chi scrive è un osservatorio speciale. Lavoro ogni giorno accanto ai ragazzi, per sostenerli nello studio ma anche per camminare insieme a loro nell'Associazione. Sono ragazzi "belli", ma che vivono tutta la difficoltà che in questo tempo i ragazzi stanno vivendo. Sono ragazzi che hanno tutto, a volte con grandissimi sacrifici da parte dei genitori. Hanno tutto ma non sanno essere felici, non ridono... non desiderano, pretendono,,, non sanno essere riconoscenti, tutto è dovuto... non sanno aspettare, tutto qui e ora! Non è un caso se il 43% degli studenti italiani alla maturità ha scelto la traccia "Elogio dell'attesa nell'Era di WhatsApp".  

Mi sono sempre interessato dei "miei" ragazzi, li seguo da molto vicino, tento di comprendere le loro ansie, le loro paure, il loro desiderio di avere... Sono ragazzi di piccoli paesi dell'area interna e già solo per questo sono privati di molte di quelle cose che un ragazzo di città ritiene normali... come, che so, una palestra, un campo di calcetto, una piscina, una sala lettura, un centro di aggregazione... 

Come Associazione abbiamo cercato di offrire loro la possibilità di un posto dove poter stare insieme... ma indovinate? Danno fastidio, sono rumorosi... il biliardino fa chiasso... e a lamentarsi sono sempre quelli che non hanno niente di meglio da fare... 

Sono vivaci, a volte esuberanti ma educati, non amano moltissimo lo studio perché non glielo hanno fatto amare... non gli hanno trasmesso il bello della lettura, da piccoli qualcuno ha pensato di far loro del bene facendo piovere valanghe di 10, oggi molti di loro lottano per il 6... quello che però mi ha molto colpito è che la metà di essi ha in pagella 7 in condotta. Ve lo ripeto, sono ragazzi esuberanti, chiassosi, ma educati e rispettosi!

Due teppistelli, maleducati, sparano gommini a pressione addosso ad una insegnante e pubblicano il video nella Rete e in pagella hanno 9... pare non siano mai stati neppure sospesi per quello che han fatto. Ora si è alzato il vespaio, è intervenuto il Ministro, ha chiesto i verbali e i criteri di assegnazione di quel voto e probabilmente qualcosa cambierà...Ma è tutto inutile! La scuola, nel frattempo ha perso... ciò che doveva insegnare non lo ha insegnato!

Non tocca ad un Ministro dire "Sono stupito"... tocca alla Scuola dire "Così no! Non ci siamo!".

Ne ero convinto durante l'anno, quando li vedevo caricati di compiti in maniera illogica, travolti in una pletora di progetti e progettini, quando li ascoltavo nella lettura, quando leggevo le cose che scrivono e il modo in cui lo fanno... ne sono decisamente convinto ora!

Alla scuola di "don Milani", dico con forza che quei due ragazzini devono essere la prima premura della scuola. Non sono quelli "bravi" che devono essere sostenuti... ma proprio "loro", quelli che agiscono comportamenti così tanto lontani dalla correttezza, quelli che si comportano come piccoli delinquenti, che oggi hanno sparato gommini con una pistola a pressione e domani... chissà! C'è scritto nel Vangelo che "non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati"... Ma i sani non si aiutano dicendo loro che stanno benissimo! Un diabetico non lo aiuta con il dolce! 

La scuola invece ha fatto proprio questo! Ha legittimato il comportamento da delinquenti di due ragazzi che ora sanno che non c'è niente di male e sparare addosso ad una persona!

Tanto, come hanno ripetuto per giorni i genitori degli youtuber che hanno travolto e ucciso un bambino di 5 anni, "è stata solo una bravata"! 

In un commento sotto un post che ho scritto ieri sui Social, qualcuno mi ha chiesto: "Ma le famiglie? Vogliamo parlarne?".

La famiglia, credo, sia l'istituto più in crisi attualmente ed ha fallito nel suo compito educativo molto prima della scuola! I genitori sono servi dei propri figli. Fanno fare loro ciò che vogliono in modo da evitare conflitti. Oggi i genitori vogliono essere più giovani dei figli, tutto questo appiattisce e amicalizza un rapporto che invece deve essere fondato sul riconoscimento dei ruoli. Non esiste più il punto di riferimento. È forse il compimento del '68, dalla rivolta antiautoritaria. Ma ora una generazione che ha contestato i padri è diventata serva dei propri figli. Non è capace di dire i no, di orientare senza usare l'autoritarismo, ma l'esperienza. C'è un armistizio: io ti faccio fare quello che vuoi, tu non mi infliggi la tensione di un conflitto.

La scuola, in qualche modo, è vittima della crisi della famiglia. I genitori non si fidano più degli insegnanti. I figli sono incontestabili, hanno sempre e comunque ragione. Se io avessi sparato contro una mia insegnante, mia madre quel giorno me lo avrebbe fatto ricordare per lunghi anni! La scuola educava anche a conoscere le sconfitte, a far fronte a momenti di difficoltà e di delusione. La dimensione limitata del giudizio, quello delle mura di una classe, ti consentiva di ripartire, se eri caduto. Ora, soprattutto "grazie" ai Social tutto è universale, rapido, spietato. Di cosa ha sentito il bisogno quel ragazzo mentre il suo amico sparava gommini contro l'insegnate? Di metterlo in Rete! 

Bisogna che i genitori tornino a fare i genitori! Che la scuola torni ad educare e essere luogo di formazione di un sapere critico. Bisogna riconquistare una giusta dimensione del tempo, uscire dalla fretta del momento. Io credo che questa generazione smarrita cerchi ragioni per sognare e tornare a sperare. Dal buio si esce cercando la via. C'è bisogno di parole, di conflitti sani, di visioni che appassionino. Invece ci circonda il silenzio.

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