Castelpetroso, l'ennesima sperimentazione?

05.11.2022

Quando ero ragazzo, ricordo, ci fu un periodo in cui ogni volta che andavo al Santuario - oggi Basilica minore - dell'Addolorata di Castelpetroso trovavo l'altare in un posto diverso: più indietro, poi più avanti, poi al centro della chiesa, poi di nuovo più indietro... e si disse che era una sperimentazione per capire dove posizionarlo meglio ai fini della celebrazione.

Poi fu la volta dell'esterno della chiesa, fino all'attuale totale pavimentazione di tutta l'area del sagrato.

Chi conosce quella chiesa sa bene che uno dei più grandi problemi che da sempre la riguardano, però, è il freddo. Nei mesi invernali, infatti, essendo per altro una località nevosa, è quasi impossibile fermarsi a pregare... e allora si è pensato di risolvere il problema.

Ma, direbbero i latini "est modus in rebus"... l'intervento che si sta facendo, infatti, apre a molte domande e più ancora lascia molto perplessi. 

A porre la questione sui Social è stato il sempre attento Architetto Franco Valente di Venafro, che con un lungo post, sulla sua pagina Facebook, corredato dalle foto che vi proponiamo, ha palesato tutto il suo (condivisile) dissenso.

"A volte mi chiedo - ha scritto con un pizzico di ironia - se sono un fondamentalista cristiano o un eretico imbecille. Ho scritto parecchio sulla particolare importanza delle nostre chiese. Un patrimonio di arte e architettura che non ha solo un valore artistico per i cristiani.

Il suo significato è soprattutto teologico. Se qualcuno di noi volesse chiedersi a cosa serva una chiesa, difficilmente potrebbe darsi una risposta razionale. In una chiesa non si può ballare, non si può banchettare, non si possono fare spettacoli, non ci si può dormire. Praticamente non ci si può fare nulla di ciò che appartiene alla vita quotidiana di un individuo.

Non solo. La Chiesa Cattolica ha stabilito regole liturgiche rigidissime, dove la forma della cerimonia diventa sostanza. Insomma una chiesa non ha nulla di ideologico. Cioè non ha nulla che serva a risolvere quei problemi pratici la cui soluzione spetta alla "politica".

Personalmente ho avuto e continuo ad avere una venerazione per Paolo VI che, con i suoi dubbi e con le sue riflessioni dogmatiche, è stato mio costante riferimento in gioventù. 

Ho scritto decine di articoli a difesa dei sacerdoti della nostra regione. Senza di loro le nostre chiese sarebbero vuoti contenitori di oggetti privi di significati. Per questo considero un'offesa alla religione cristiana ogni operazione che sia in contrasto con le indicazioni della Chiesa Romana.

Nessuno mette in discussione che la tecnologia debba essere utilizzata per migliorare le condizioni di gradevolezza della permanenza dei fedeli nei luoghi di culto. Nessuno ritiene che si debba pregare al freddo e al gelo come nella grotta della Nascita.

Ma le chiese non sono discoteche o saloni di ristoranti. I pavimenti nelle Chiese hanno un significato teologico. E i preti sono tenuti a saperlo. Se i preti non rispettano le indicazioni della Chiesa Romana si pongono fuori della Dottrina. E i Vescovi dovrebbero essere più rigidi nel far rispettare le regole.

A prescindere dalle autorizzazioni delle Soprintendenze che non hanno nessun obbligo di spiegare quale sia il processo di salvezza delle anime. 

La cultura cristiana si regge sulla convinzione teologica che il giorno del Giudizio Universale le anime dei defunti, momentaneamente collocate nella Gerusalemme Celeste, scenderanno sulla terra e si ricongiungeranno ai corpi che una volta erano sepolti nelle chiese. I buoni vedranno in eterno l'Apocalisse, cioè la luce di Dio. Gli altri resteranno nelle tenebre.

Poi agli inizi dell'Ottocento nel Regno di Napoli sono arrivate le leggi igieniche dei francesi. In tutte le chiese si è fatto divieto di sepoltura e i cristiani hanno definitivamente dimenticato il significato teologico dei pavimenti delle chiese e per quali motivi sono importanti nel processo di salvezza degli uomini. Crederci non è un obbligo di legge, ma aiuta molto".

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