C'era una volta il Calcio

19.04.2021

Super Lega, il presidente della Uefa Ceferin: «I club saranno sospesi il prima possibile dalle nostre competizioni».

C'era una volta il Calcio, quello della domenica pomeriggio, quello della schedina. Quello della poesia della Coppa dei Campioni, della Coppa Uefa... quello che appassionava grandi e piccoli. Quello che la domenica al campo sportivo per seguire la squadra del proprio paese teneva tutti attaccati alla radiolina per saper cosa stava facendo la propria squadra del cuore in Serie A. Quel calcio gradualmente ha messo da parte la poesia per lasciare spazio agli interessi a tutti i costi... e così quando si gioca lo decidono i diritti televisivi, lo decide il tornaconto, lo decidono gli sponsor: la domenica, a mezzogiorno, il venerdì, il martedì, il sabato, alle 15, alle 18.00...e così via via... fino a cancellare definitivamente quell'idea di sport, di calcio che ha appassionato milioni di italiani di ogni epoca, come milioni di sportivi di tutto il mondo. Di un calcio che oggi - ed oggi soprattutto a causa della pandemia che vieta gli stadi - è appannaggio di chi può permettersi l'abbonamento alla pay-tv.  

Non contenti di tutto questo, non contenti di aver reso il mondo del calcio un gioco "losco" di affari miliardari che grida vendetta, in cui per assicurarsi le prestazioni di un giocatore si arriva a spendere fino a 500milioni di Euro rischiando di mandare in fallimento una Società come il Barcellona ad esempio, dodici squadre europee di calcio hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per la nascita di una nuova competizione infrasettimanale, la Superlega, «governata dai club fondatori». Si tratta di Arsenal, Atlético Madrid, Barcellona, Chelsea, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Milan, Real Madrid e Tottenham. Altri tre club aderiranno come fondatori prima che parta la prima stagione, che dovrebbe iniziare «non appena possibile». Dodici squadre che hanno debiti per milioni di Euro...

Una decisione che ha aperto una frattura all'interno del calcio europeo, con la Uefa che già nella giornata di ieri aveva annunciato pesanti ripercussioni. «Stiamo ancora valutando la situazione con la squadra legale», ha commentato il presidente dell'Uefa, Aleksander Ceferin, dopo la riunione del Comitato esecutivo. «Ovviamente il prima possibile dovremo sospendere tutti dalle nostre competizioni», ha aggiunto Ceferin. «I giocatori che parteciperanno e giocheranno con le squadre nella Superlega non potranno giocare né ai Mondiali né agli Europei né in nessuna partita delle nazionali».

La Fifa, commentando la nascita della Superlega, ha espresso tutta la sua disapprovazione per quella che ha definito un'iniziativa «separatista europea», sottolineando come «qualsiasi competizione calcistica dovrebbe sempre riflettere i principi fondamentali di solidarietà, inclusività, integrità ed equa redistribuzione finanziaria» delle risorse, principi che la Superlega «non rispetta». E in un comunicato congiunto con la Uefa, la federazione internazionale ha messo in chiaro quali saranno le conseguenze, qualora il progetto dovesse andare avanti: «Le squadre che parteciperanno alla Superlega saranno bandite da qualsiasi altra competizione e i loro giocatori non potranno andare con le rispettive nazionali». Inoltre Alexander Ceferin, capo della Uefa, che oggi presenterà la riforma dell'attuale Champions League, starebbe preparando una causa legale da 60 miliardi di euro

Cifre che fanno rabbrividire. Valanghe di soldi che significherebbero la vita per milioni di persone, di tanta parte di mondo che giace nella povertà.

Il format della Superlega prevede 20 club partecipanti di cui 15 fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre cinque squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente. Tutti i club partecipanti disputeranno partite infrasettimanali, ma intendono anche continuare a competere nei rispettivi campionati nazionali, che rischiano però di perdere interesse. Dal punto di vista finanziario, i promotori della Superlega prevedono che il nuovo torneo possa garantire ai club partecipanti «una crescita economica significativamente più elevata» soprattutto grazie ai diritti televisivi, con l'impegno a lungo termine di «versare contributi di solidarietà senza tetto massimo», destinati a crescere in linea con i ricavi. In cambio del loro impegno, «i club fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d'investimento in infrastrutture e per bilanciare l'impatto della pandemia Covid-19».

Durissimo l'editoriale di commento del quotidiano sportivo francese L'Équipe, che sposiamo facendolo nostro in toto: «I 12 club che hanno annunciato il progetto della Superlega resteranno a lungo coloro che hanno deciso di tradire un ideale condiviso, infamia che non soltanto tradisce l'ideale di cui si è fatto portatore questo giornale nel dicembre 1954, ma anche quello di tutti coloro che hanno amato il calcio europeo da sempre e che hanno aiutato a costruirlo. Hanno dimenticato che se sono arrivati dove sono adesso è grazie a quegli stessi che ora hanno intenzione di derubare e di lasciare indietro. Eccoli pronti a uccidere il calcio europeo, la sua essenza, la sua storia e la sua bellezza, per puro cinismo e sconcertante avidità». 

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