Cessato il fuoco!

22.05.2021
di Deborah Ciccone 

Cessato il fuoco ma è una tregua fragile quella tra Israele e Hamas, entrata in vigore sulla scia delle pressioni internazionali e della mediazione dell'Egitto, dopo 11 giorni di bombe e razzi.

Secondo i dati raccolti dall'Unicef sono almeno 65 i bambini palestinesi uccisi, 540 i feriti. In Israele due i bambini uccisi e 60 i feriti. Sono 75mila le persone in fuga dai bombardamenti israeliani. Sulla scia della pulizia etnica iniziata nel 1967 con gli insediamenti israeliani in terra palestinese, nei giorni scorsi Israele ha cacciato le famiglie palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah di Gerusalemme est per assegnarle ai coloni. Durante la riunione dell'Assemblea Generale dell'Onu, il ministro degli esteri palestinese, Riad al Malki e l'ambasciatore israeliano Gilad Erdan si sono scambiati accuse durissime, anche di genocidio.

"Il mondo intero tace e chiude un occhio sul genocidio di intere famiglie palestinesi" ha affermato all'Onu, Riad al Malki.

Intanto la divisione dei governi europei rispetto alla questione israelo-palestinese, sta producendo una azione politica non efficace.

"L'impunità di Israele è garantita dalla comunità internazionale e da tutte le leadership mondiali." dichiara Abeer Odeh, l'ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia in una intervista rilasciata a Fanpage : "Vorrei vedere -prosegue- i leader dei partiti italiani schierarsi dalla parte delle vittime, cioè dei palestinesi. Vorrei vederli fare pressioni su Israele affinché si assuma le responsabilità dei suoi crimini di guerra ponendo fine all'occupazione e ai bombardamenti. Invece i leader italiani continuano a parteggiare per Israele".

Ma non è tutto. Avevamo già affrontato il tema delle armi che partono dal nostro paese per alimentare guerre e profitti.

Negli ultimi anni l'Italia, ignorando la legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in stato di conflitto, ha venduto ad Israele, bombe, arme, missili. Vendere armi ad Israele vuol dire armare la mano di oppressori, vuol dire essere complici delle continue violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi.

Un gesto forte, nella direzione opposta, la scorsa settimana è arrivato dai lavoratori portuali.

La portacontainer Asiatic Island partita il 6 maggio da Israele per poi attraccare, lo scorso venerdi a Livorno, ha ripreso a navigare senza nessun carico. Pur non sapendo con certezza cosa contenessero i container, i lavoratori si sono rifiutati di caricarli per impedire che un eventuale carico di armi arrivasse all'esercito di Netanyahu.

Sulla scia dei portuali Livornesi, anche al porto di Napoli i lavoratori aderenti al sindacato SI Cobas, si sono schierati contro lo smistamento di armi. In un comunicato hanno espresso vicinanza al popolo palestinese che "da anni subisce una spietata repressione ad opera di Israele. Il lavoro è importante, soprattutto in questo periodo, ma questo non può farci chiudere gli occhi, o peggio ancora farci diventare complici di massacri continui nei confronti della popolazione civile, le nostre mani non si sporcheranno di sangue per le vostre guerre"

Mentre i leader dei principali partiti italiani, hanno solidarizzato tutti insieme a Roma, con Israele, continuano le manifestazioni in tante piazze italiane, migliaia di persone, unite in un solo grido : "Palestina libera" perché non si può più, in nome degli interessi, confondere oppressori e oppressi.

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