Che fare? Spunti sulla natura umana

15.10.2021

di Egidio Cappello

La pandemia ha disorientato ognuno di noi. Il nostro mondo interiore, le nostre certezze, le conoscenze, le scale di valore, i percorsi coi quali guardavamo al futuro, sono caduti come vecchie mura scosse dalla forza di un terremoto. Abbiamo avvertito come lo sfaldamento di una struttura ordinata, come se le doti, le virtù, le parole, avessero perso la propria storia e si fossero ancorate ai viottoli del tempo. Tutto ciò che sembrava oggettivo, eterno, incorruttibile, sembrava provocarci mostrando la propria debolezza e indicandoci ferite profonde. Io mi sono chiesto se la mia natura fosse stata scalfita dagli eventi, se avessi notato segnali di cedimento e di rinuncia di fronte alle forze sconnesse della pandemia. 

Sono entrato in me stesso e ho con attenzione rivisto le mie convinzioni, le mie idee, i miei propositi, i fondamenti culturali ed etici della mia vita. Ho avvertito la presenza piena delle mie doti, delle mie virtù, delle mie carenze, delle mie conoscenze e da queste ho potuto confermare a me stesso la incorruttibilità della mia natura di uomo. Ho riflettuto sulla mia natura. Ogni espressione mi ha condotto a credere di essere possessore di uno scrigno di conoscenze, di virtù, di tendenze, di leggi da rispettare e di obiettivi da conseguire. Tutta la dinamica della mia vita intellettiva dipendeva da tale scrigno. Ho concluso che la pandemia non solo non ha cancellato alcunché delle mie qualità naturali, ma le ha, per molti versi, alimentate e protette. Ogni mio pensiero trovava la propria valenza dall'accordo o dal disaccordo con la struttura del mio mondo interiore. 

Ho sempre creduto che ogni atto della mente umana che apra al mondo e alla trascendenza, non sia frutto di acquisizioni culturali né di esperienze sensibili. Tutto ciò che riguarda l'uomo, io credo, ha un fondamento oggettivo. La natura non nasce dall'uomo, non deriva da deliberazioni dell'uomo e non è soggetta alle intemperie dei tempi. Le congetture sulla natura umana sono oggi totalmente eversive: taluni pensatori, che combattono l'oggettività in nome del soggettivismo e dell'empirismo, tentano addirittura di cancellarne l'esistenza. La natura umana segue oggi le sorti della ragione umana, e sono ridotte entrambe ad elementi del volere e della esperienza dei soggetti. L'elefantiasi dell'io isolato di oggi va praticamente distruggendo ogni realtà oggettiva ed eterna. Sedicenti scuole di pensiero proclamano la fine dei valori oggettivi ed eterni ed osannano ai valori del recinto. Su questi vengono costruiti progetti politici, itinerari etici, percorsi di vita che raggiungono il disconoscimento della dignità di interi gruppi umani, dei poveri, degli emarginati, degli ultimi della terra. Io proclamo ad alta voce che la natura umana è la disposizione fondamentale, precategoriale, dell'uomo. L'uomo non costruisce la propria natura, l'uomo è frutto dell'unica natura. Aristotele individuò nella ragione la qualità essenziale della natura umana sicché la natura e la ragione si identificano e insieme qualificano la vita integrale dell'uomo. La natura ha un proprio corpo fatto di saperi, di tendenze, di capacità, di virtù, di coraggio, di intuizioni, è tutto quanto la ragione possa utilizzare nell'esercizio naturale delle sue funzioni. 

La natura è volta al bene e la ragione è volta al bene. Natura e ragione si identificano quando procedono nel rispetto delle proprie leggi oggettive. La storia purtroppo disegna percorsi contrari alla natura umana e avversi al mondo della ragione. Il male che circola nel mondo, il male che crea egoismi, cattiverie, intolleranze, discriminazioni, guerre, violenze, è opera dell'uomo che nega la propria natura, cancella le proprie fondamentali qualità, l'uomo che si annulla come creatura di Dio e si getta, consapevolmente, nel cestino della storia. Perché l'uomo è dotato di una natura e di una ragione? Perché tanto? Non ho mai pensato, mi risulta difficile, all'uomo che, inserito per avventura in un contesto territoriale, ne accoglie, nel tempo, i caratteri. Mi riesce difficile pensare che dai caratteri assunti nel contesto storico, derivino all'uomo la natura e la ragione. Se questo fosse vero, dovremmo pensare a tante nature e tante ragioni quanti sono gli uomini. Se ogni uomo avesse la propria individuale natura e la propria specifica ragione, non sarebbe possibile alcuna comunicazione tra gli esseri umani. Sarebbe la vittoria del sofista Gorgia da Lentini che così sentenziò più di duemila anni or sono: l'Essere non è, se anche fosse non sarebbe conoscibile, se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile. E' la morte di ogni relazione umana. 

Le nature dell'uomo e le ragioni dell'uomo sono in realtà un'unica natura e un'unica ragione, e, data la qualità dell'una e dell'altra, dobbiamo credere che solo Dio ne può essere autore. Questo il fatto straordinario, questo il fatto che determina ogni nostra concezione della vita umana. La natura umana e la ragione umana sono ad immagine della natura e della ragione di Dio. Non capiremo mai il senso della incarnazione di Dio, se non crediamo di possedere la sua stessa identità, se non crediamo alla divinità dei nostri pensieri, alla divinità dei nostri passi, alla divinità delle nostre sofferenze. Così la natura umana mentre realizza se stessa, attua il pensiero di Dio ed è protagonista del suo progetto di salvezza. Nell'atto creativo, Dio ha voluto che la più preziosa delle sue creature, fosse ricca della propria natura divina. Ecco il senso di questo intervento: sostenere che la natura umana è di origine divina e quindi che la storia umana, attuazione della natura degli uomini di tutto il mondo, è scritta di proprio pugno da Dio. 

©Produzione riservata

Segui la nostra informazione anche su https://www.facebook.com/QuintaPagina.eu