Cinque storie, un solo orizzonte: il Savoia Benincasa alla Festa dello Sport

22.11.2025

di Paolo Scarabeo

Ci sono nomi che non fanno rumore quando li pronunci, ma che diventano una scia quando li osservi da vicino. Per il Savoia Benincasa di Ancona, quest'anno, quella scia ha la forma di cinque volti giovani - più uno adulto, che ai giovani dedica la vita - pronti a salire sul palco della "48^ Festa dello Sport" per il "Premio Panathlon Roberta Evangelisti" Club di Ancona. Nomi che non chiedono applausi, ma che li meritano. Perché dietro ognuno c'è un pezzo di quella città che allena, resiste, cresce.

Medea Falcioni: la ragazza del vento. Per parlare di Medea bisogna prima imparare a tacere. Il mare, quando lo ascolti davvero, restituisce solo a chi sa aspettare. Medea, invece, non aspetta: interpreta. Vela. IQFOIL U19 U23. Tre parole per dire una ragazza che il vento non lo subisce, lo capisce. C'è qualcosa di antico e di modernissimo in lei: la disciplina del marinaio e la fame agonistica di chi, a quindici anni, porta sulle spalle la stessa leggerezza e la stessa ferocia delle tavole sospese sull'acqua.

Il "Premio Studente-Atleta" per Medea non è un punto d'arrivo, ma una boa: la giri, saluti gli avversari col gesto minimo di un cenno, e poi ricominci a spingere.

Tommaso Chiarini: dove l'ovale rimbalza, lui c'è. Nel football americano non si improvvisa: o ci stai dentro, oppure il campo ti restituisce fuori posto. Tommaso Chiarini, invece, ci sta dentro come se fosse nato con la sagoma delle armature cucita addosso. Flag football, disciplina pulita, rapida, dove la strategia pesa quanto le gambe. Tommaso non gioca per farsi notare: gioca per esserci. E ci riesce.

Nel suo modo di muoversi c'è quella determinazione silenziosa che somiglia alla chiave inglese di un meccanico: essenziale, precisa, indispensabile quando il gioco si complica.

Niccolò Carboni: il ragazzo che vede il canestro prima degli altri. Nel basket, anticipare significa esistere un secondo prima del resto del mondo. Niccolò Carboni ha esattamente questa qualità: lo sguardo che precede la palla, la palla che precede l'azione, l'azione che precede il rumore del pubblico. Sembra semplice, ma non lo è.

La sua candidatura al Premio Studente-Atleta racconta questo: non solo bravura, ma una maturità sportiva rara in un'età in cui tutto corre troppo e tutto si brucia troppo presto. Niccolò, invece, si allena a rimanere.

Jalal Amina: rugby e coraggio, la stessa parola. Amina ha scelto uno sport che non perdona i distratti. Rugby significa fango, scelte rapide, cadute che non chiedono il permesso. Ma Amina ci entra dentro con un'eleganza dura, concreta. Non cerca di evitare l'impatto: lo governa. L'Unione Rugbistica Anconitana non si limita a celebrarlo; lo riconosce come parte di un'identità collettiva. Perché nel rugby nessuno è solo. E Amina - che gioca come chi sa cosa significa essere parte di qualcosa - lo ricorda a ogni mischia.

Il Professor Michele Cattani: l'educatore che allena l'essenziale. Accanto ai ragazzi, c'è un adulto che non gioca, non gareggia, non conquista punteggi. Eppure, senza di lui, queste storie non avrebbero la stessa direzione. Michele Cattani, docente del Savoia Benincasa, riceve il "Premio Educatore Sportivo 2024/25".

Perché? Perché oggi educare allo sport significa educare alla fatica, alla responsabilità, alla sconfitta, e soprattutto a quel rispetto che non si insegna a parole ma coi gesti. Cattani lo fa da anni. Con discrezione, senza retorica. Con la testardaggine di chi crede che un ragazzo, se guidato bene, possa imparare più da una partita storta che da una perfetta.

Un filo rosso li unisce. Cinque giovani atleti. Un professore. Tutti con la stessa scuola sul petto e la stessa città nel respiro. Sono storie diverse, sport diversi, traiettorie che non si sfiorano mai sul campo ma che in realtà corrono parallele.

La verità è semplice: Ancona non premia solo il talento. Premia la tenacia. La voglia di dire "ci sono". La promessa, ancora incerta ma potentissima, di un futuro che questi ragazzi stanno imparando a costruire un allenamento alla volta, "un centimetro alla volta".

E quella promessa - mentre la sala del Pala Prometeo prepara la sua cerimonia del prossimo 24 novembre - ha già preso forma.

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