Comunicazione: unità e diversità!

18.02.2021

di Egidio Cappello

Abbiamo sottolineato l'importanza dell'unità nelle relazioni umane e abbiamo visto nel dialogo il fondamento della comunicazione autentica. Oggi sentiamo il bisogno di riflettere il valore e la qualità dell'unità, distinguendo quella che proviene dal dialogo da quella che proviene da una qualunque forma di imposizione.

Il tema della unità è importante e decisivo fino al punto da spingere lo stesso Dio ad affrontarlo direttamente. Dio si è occupato della comunicazione tante volte; qui ricordiamo due interventi significativi. Il primo passa con il titolo "la torre di Babele". L'evento è nel capitolo XI di Genesi e si colloca nel periodo in cui il popolo di Dio, dopo il diluvio universale, cresce e popola la terra. In un momento di migrazione dall'Oriente il popolo si raccoglie in un territorio pianeggiante e, qui, progetta la costruzione di una nuova città con al centro una torre alta come a sfidare il cielo. La forza del gruppo era data da un'unica lingua, da un unico vocabolario, da uno stesso sentire e da un conseguente unico progetto di vita.

Tanta uniformità, tanta spersonalizzazione. La lingua unica significava l'azzeramento delle diversità delle etnie, l'annullamento delle storie, delle tradizioni, l'abolizione del confronto e del dialogo, l'eliminazione delle risorse della mente umana. La lingua unica aveva concesso l'illusione del possesso della verità, sì, perché una falsa unità convince del possesso della verità.

Esiste una unità sbagliata, quella delle false aggregazioni, delle relazioni bugiarde, quella che nega la dinamicità e la diversità delle persone.

Non è l'unità voluta da Dio, è una falsa unità fondata sulle opere dell'uomo, sul potere dell'uomo, sulla ricchezza e sulla forza delle armi. Dio interviene a frantumare questa unità, interviene per separare i gruppi umani, perché ogni singolarità sia viva, ogni singolarità abbia e conservi la propria storia, ogni uomo abbia e conservi la propria identità.

Separare le lingue non voleva essere un rigettare l'unità dei codici comunicativi, bensì riformulare l'autentica unità, quella che nasce dall'incontro delle diversità, dal confronto delle idee, dal bisogno di conquistare la verità, l'oggettiva e mai lontana verità.

Dio è contrario ad unità ridotte a conformità e ubbidienza coatta, è contrario a gruppi diversi privi o privati della propria storia e della propria lingua, è contrario a comunioni superficiali, false e bugiarde.

Dio confonde le lingue non per creare confusione bensì per ridare a tutti le condizioni ottimali per comunicare. E' chiaro il pensiero di Dio: ogni singolo uomo è soggetto della storia e ha diritto alla parola. Il secondo intervento di Dio entra nella stessa logica di salvezza della singola persona. Dio dona a ciascuno lo Spirito Santo Paraclito. Il giorno della Pentecoste, lo Spirito di Dio inonda il luogo dove erano riuniti i discepoli di Gesù. Cadono dal cielo lingue di fuoco che si posano sulla testa di ciascuno. Non è una caduta a pioggia. Lo Spirito entra nel mondo interiore dei discepoli e svolge una azione singolare: ognuno dei presenti riceve conoscenze e risorse coerenti con il proprio mondo interiore. Le lingue sono diverse. Straordinario l'effetto procurato dal fuoco dello Spirito. I discepoli parlano facilmente delle opere di Dio e tutti i presenti, di ogni luogo e razza, capiscono il senso di quelle parole, nella propria lingua. Il miracolo non è in chi parla ma è negli ascoltatori di ogni luogo del mondo che capiscono nella propria lingua ciò che viene proclamato dai discepoli di Gesù. Sono quindi le opere di Dio il fondamento oggettivo della comunicazione.

Gli individualismi incatenano: non superano mai il mondo interiore di chi li esprime.

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