Coronavirus e sport, parla Mister Di Rienzo

03.03.2021

A tu per tu con il giovane e vincente allenatore molisano. Pandemia e molto altro...

In questo tempo di pandemia, uno dei settori maggiormente colpiti è certamente quello del mondo dello sport dilettantistico. Al di là del perpetrarsi della chiusura delle palestre - su cui pure c'è da riflettere - c'è un mondo, uno spazio da sempre abitato, soprattutto dai più piccoli, che è quello delle scuole calcio, delle "squadre di paese", della partitella settimanale tra amici... un mondo ricco di esperienze, di risvolti, di partecipazione... fermo ormai da mesi.

Ne abbiamo parlato amichevolmente con Mister Fabio Di Rienzo, amico fraterno e volto noto dello sport Molisano, per la sua esperienza di calciatore, ma poi soprattutto per essere uno degli allenatori tra i più giovani e vincenti della nostra Regione.

Lanciatosi con la sua esperienza di Allenatore della ASD Pesche - che presto divenne molto più che una squadra di Calcio - si consacrò vincente e brillante come allenatore dalla Isernia F.C. portandola alla promozione in serie D, per poi essere scelto come Allenatore della Rappresentativa juniores del Molise. Oggi è Allenatore della Città di Isernia F.C., formazione dell'Eccellenza Molisana.

Mister Di Rienzo, uno dei settori principali su cui ha inciso l'attuale situazione Pandemica, che dura ormai da un anno, è lo sport. A tutti i livelli, ma soprattutto a livello dilettantistico.

Prima di confrontarmi con la domanda, voglio ringraziare innanzitutto voi per l'invito e per darmi la possibilità di parlare di sport e di farlo sulla vostra testata che stimo molto. Venendo al tema, è sicuramente innegabile che il calcio dilettantistico sta pagando un dazio pesante, forse il più pesante del mondo sportivo in questo momento.

C'è stato un blocco lo scorso anno, che ha portato alla chiusura anticipata dei campionati e uno quest'anno a stagione in corsa che certamente ha condizionato e condiziona il regolare andamento della stagione sportiva. Personalmente, da allenatore di una sua squadra che milita nel campionato di Eccellenza, sono un po' contrariato da questo perché si sapeva bene che l'Eccellenza è un campionato strettamente collegato alla serie D e deve garantire delle promozioni a livello nazionale, e quindi forse si potevano e dovevano prevedere dei protocolli che ne garantissero il regolare svolgimento. Magari inserendo la categoria in un protocollo di interesse Nazionale che avrebbe permesso lo svolgimento del campionato sulle 30 gare in modo regolare. Ad oggi invece siamo fermi, aspettiamo le decisioni del prossimo venerdì, una decisione da dentro o fuori, e sapremo se si ripartirà o meno. Ripartire adesso, dal mio punto di vista significa falsare la regolarità del campionato perché si giocherà tutto su 9 partite per terminare il girone di andata, e quindi sulle 30 partite previste ne andremo a giocare solo 15. Questo comporta che il calendario per qualcuno sarà favorevole e per altri decisamente no, come temo per la mia squadra. Perché l'accesso ai Play off sarà deciso in una gara secca e questo, soprattutto per squadre come la mia che puntano al salto di categoria, non sempre è favorevole.

Detto questo, la cosa che maggiormente auspico è il buon senso e la salute, che ritengo essere la priorità assoluta. Non dobbiamo dimenticare che siamo alle porte di una terza possibile ondata, il che comporta responsabilità e prudenza assoluta. Prenderemo atto di quello che sarà deciso e rispetteremo qualsiasi decisione.

Mister di Rienzo, io e lei veniamo da un contesto in cui il calcio ha una forte valenza sociale, spesso misconosciuta, che in questo momento è praticamente annullata. Quale insegnamento ne possiamo trarre?

Il calcio è stata una parte fondamentale della mia vita. Sia per la mia crescita come uomo che per la mia crescita professionale e gli ho sempre riconosciuto una fortissima valenza educativa e sociale. L'esperienza che abbiamo vissuto insieme, direttore, a Pesche, che è tra le esperienze più belle della mia vita e che ricordo con grande entusiasmo, mi ha insegnato che questo sport ha un valore sociale straordinario, unico. Con la squadra si giocava a calcio, ma la squadra era un valore sociale, teneva unita un'intera comunità, si faceva del sociale, ci si aiutava, si toglievano i ragazzi dalla strada, si cercava di aiutare chi aveva più bisogno. Tutto questo oggi purtroppo non può avvenire e credo che sarà molto difficile recuperare appieno questo tipo di esperienze. Mi auguro con tutto il cuore che si possa recuperare questa dimensione fondamentale dello sport e del calcio che per tanti ragazzi è un valore, è uno stimolo, è ragione di crescita innanzitutto umana.

Ricordo i nostri allenamenti in 30 sotto la neve, ricordo le famiglie che unite la domenica venivano a vederci, ci seguivano in trasferta. Ricordo le mille attività sociali organizzate con i ragazzi della squadra, dalle sagre alla beneficenza. Spero davvero si possa recuperare tutto questo.

Lo sport ricopre un ruolo fondamentale nella vita soprattutto dei ragazzi, specialmente in contesti come il nostro in cui spesso lo sport è tutto. La Pandemia ha fermato le Relazioni, la Pratica dello sport a scuola, scuole calcio ferme, anche la semplice partitella negata... Questo inciderà tanto... Quali vie intraprendere?

È vero. In questo momento credo che chi sta pagando le conseguenze più importanti siano proprio i bambini, costretti a stare in casa, che non possono dare sfogo alle loro libertà, alla loro fantasia, alla gioia dello stare insieme. Le scuole calcio sono una straordinaria palestra di vita per i ragazzi. Doverle tenere chiuse è qualcosa che temo inciderà moltissimo sulla crescita di queste generazioni. Ne risentiranno a livello sportivo, ma soprattutto a livello relazionale e mentale, e credo che trovare soluzioni sia molto complicato. Stiamo vivendo uno di quegli accadimenti che i nostri figli e nipoti, studieranno nei libri di storia, trovare soluzioni è davvero difficile. Ritengo sia decisivo tentare di mantenere i rapporti, vivo il dialogo con i ragazzi. Dovremo essere bravi a navigare a vista e appena sarà possibile portarli su un campo di calcio con un pallone... il resto verrà da sé. Certo sarà un lavoro duro, faticoso...ma proprio per questo più prezioso e stimolante. Ora l'importante è superare la pandemia, poi metteremo in campo tutti gli strumenti per farcela. Per ora auguriamoci solo che vada tutto per il meglio.

Grazie e buon lavoro.

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