Covid: familiari vittime contro richiesta archiviazione
Ad un punto di svolta una delle inchieste sulla gestione della pandemia in Molise. Questa mattina udienza davanti al giudice delle indagini preliminari Roberta D'Onofrio per 4 indagati.
Per tutti il procuratore Nicola D'Angelo non ha ravvisato reati e ha dunque chiesto l'archiviazione, richiesta alla quale si oppongono i familiari delle vittime del covid con il loro Comitato. Di qui l'udienza con la quale il giudice deve stabilire se archiviare tutto o far proseguire la vicenda giudiziaria. La D'Onofrio si è riservata la decisione e il verdetto dunque arriverà verosimilmente nei prossimi giorni.
Nell'inchiesta sono coinvolti il direttore generale dell'Asrem Oreste Florenzano, l'ex direttore sanitario dell'Azienda sanitaria Virginia Scafarto, l'ex direttore sanitario facente funzioni dell'ospedale Cardarelli di Campobasso Celestino Sassi e l'ex commissario della sanità molisana Angelo Giustini.
Proprio Giustini era l'unico presente in aula. Tra i reati contestati, per fatti avvenuti tra il 2019 e il 2021, ci sono a vario titolo l'epidemia colposa, l'omicidio colposo, l'omissione di atti d'ufficio. Molte altre vicende sono state stralciate. In occasione dell'udienza i familiari delle vittime hanno tenuto un presidio davanti al Tribunale, auspicano che le inchieste sulla gestione della pandemia vadano avanti e non vengano archiviate.
Durissima la presa di posizione dei familiari che hanno manifestato tutta la loro delusione.
"Ieri c'è stata l'udienza in Tribunale a Campobasso per la richiesta di archiviazione da parte del Procuratore. Ha scritto una di loro sulla sua pagina Facebook.
Spero di cuore che non archivino, se mai dovessero farlo non sarà avvenuto soltanto il fallimento della sanità ma sarà accertato per noi anche il fallimento della magistratura. Un Procuratore che un anno fa ha detto "non devo trovare per forza un colpevole" si definisce da solo. Da lui avrei voluto sentire una frase del tipo "abbiate fiducia nella magistratura, se ci sono dei colpevoli verranno identificati". Egli ci ha accusato di aver mandato dei messaggi sbagliati ai cittadini, di aver istigato il popolo contro le istituzioni con la conseguenza della avvenuta minaccia di morte al presidente di Regione. Ma ci rendiamo conto? Questa è pura fantasia, noi non facciamo altro che cercare la verità, vogliamo sapere perché sono morti i nostri cari, in quel modo disumano. Non dimentichiamo e non facciamoci raggirare con altri argomenti e/o ragionamenti, i nostri parenti sono morti dannati per qualcosa che in quegli ospedali non ha funzionato. Ci ha accusato che i nostri striscioni sono offensivi. Vorrei sapere a chi stanno offendendo quegli striscioni e perché, quelle sono frasi fatte e se colpiscono vuol dire che siamo molto vicini alla verità. Qui sembra proprio che la vera offesa l'abbiamo ricevuta noi, forse non è chiaro che l'oggetto di tutto ciò sono i nostri morti, quelli che piangiamo in ogni momento, non perché la malattia ce li ha portati via, ma perché un sistema sanitario fallimentare non gli ha dato la possibilità di morire degnamente, ma al contrario gli ha dato una certa e indegna morte, non dimentichiamo che loro sono le vittime non i carnefici, cerchiamo di rispettarli almeno in questo e nella memoria, sono quelli che per colpa di qualcuno e non certo del virus sono morti perché non hanno avuto assistenza, dai letti di ospedale (ultima loro dimora) chiedevano aiuto per qualcosa che non stava funzionando... Sicuramente non ha funzionato la gestione, perché se un ammalato ti chiede insistentemente acqua e non gli viene data, se chiede aiuto per un'apparecchiatura che non funziona, se chiede aiuto per il cibo che non arriva, chiede aiuto per la pulizia personale che gli viene negata, chiede aiuto perché è infermo in un letto e non può fare praticamente niente, e tutto ciò non gli viene dato é palese che qualcosa non sta funzionando.
E il Procuratore non venga a dire che se l'ammalato si fosse curato in un altro ospedale nessuno avrebbe assicurato che non fosse successo ugualmente quello che poi è accaduto, questi sono discorsi campati in aria come si suol dire, perché oggi questa richiesta di giustizia la stiamo affrontando in questa regione, dove è successo, dove ci sono stati circa 700 morti, tra l'altro non è affatto vero che il Molise è la regione con il minor numero di morti COVID come ha precisato, o meglio è una furbizia attestare ciò, perché se consideriamo il numero di abitanti in regione e i decessi per COVID ci rendiamo conto che il risultato è veramente alto, ma se guardiamo solo il numero dei morti COVID paragonato agli altri numeri delle varie regioni è evidente che c'è una notevole differenza, è normale che la proporzione deve essere fatta considerando il numero di abitanti con il numero dei morti. Una cosa è certa e che se il personale non era adeguato per numero e formazione, se le apparecchiature non funzionavano come si è rivelato, la responsabilità ricade, eccome se ricade, non dovevano assolutamente accettare ancora ammalati con quella situazione piena di carenze, hanno precluso la scelta e possibilità di andarsi a curare altrove o quantomeno di morire degnamente tra le braccia di un familiare.
Chiediamo solo giustizia per i nostri poveri cari, e questo credetemi non è un reato, è un diritto".
