Dagli allevatori e agrioltori del Molise si alza forte la protesta

05.05.2022

Aumento dei costi delle materie prime, burocrazia, scelte non sempre all'altezza e animali selvatici, stanno prostrando profondamente l'intero settore

È un vero e proprio grido di disperazione quello di agricoltori e allevatori del Molise che nei giorni scorsi si sono ritrovati a Campobasso. Solo poche settimane fa "Gli agricoltori liberi della Valle del Volturno" si erano dati appuntamento a Venafro per richiamare l'attenzione di opinione pubblica e istituzioni su una situazione ormai insostenibile, con una manifestazione ordinata e molto partecipata. L'aumento esponenziale delle materie prime non consente loro neppure di coprire più i costi di produzione. Ma non è tutto, al resto pensano cinghiali e cervi, che stanno distruggendo tutto ciò che producono, da una parte, e dall'altra una burocrazia che sta letteralmente mettendo in ginocchio l'intero settore. Sono molti gli imprenditori del settore che stanno dismettendo le aziende perché esausti.

Ulteriore motivo di preoccupazione è poi l'allargamento della perimetrazione del nascituro parco del Matese: una tutela ulteriore di cinghiali e cervi che porterà ad una esplosione demografica delle due specie tale da distruggere completamente l'agricoltura del territorio ricompreso nel parco.

Per questo la neonata associazione "Allevatori e agricoltori del territorio" che rappresenta l'area del capoluogo, ha organizzato a Campobasso una grande manifestazione che, partendo da San Giovannello, ha raggiunto la sede del consiglio regionale per dare vita ad un sit in durante il quale spiegare le proprie ragioni e chiedere aiuto alle istituzioni. Ad essa si sono aggiunti anche gli "Agricoltori liberi della Valle del Volturno" per dare voce all'intero territorio del venafrano.
Sono molti i problemi che stanno prostrando il settore.

Noi abbiamo cercato di capire più da vicino il reale stato della questione, parlandone proprio con alcuni rappresentanti della neonata Associazione degli "Agricoltori liberi della Valle del Volturno".

I nostri imprenditori agricoli soffrono gli stessi problemi che attanagliano il settore in tutto il Paese, stretti nella morsa di regole e cavilli che rendono il loro lavoro sempre più difficile, sempre più sottoposto a limitazioni e divieti a fronte di una importazione che troppo spesso, poi, non tiene conto delle stesse limitazioni e così a fronte di agricoltori che vengono pagati per lasciare i propri terreni a riposo importiamo grano canadese ricco di glifosato, fragole spagnole, pomodoro cinese... Ci siamo svegliati una mattina, ci siamo ritrovati praticamente in guerra e ci siamo accorti che il nostro paese, storicamente terra di agricoltori e allevatori, non ha grano...

Lo stesso dicasi ad esempio per quanto riguarda la produzione OGM, in Italia non è consentita ma importiamo prodotti OGM. Cosa dire poi delle quote latte che, seppure liberalizzate, vedono il settore tartassato dalla grande distribuzione.

"Ai tanti problemi che gli agricoltori si trovano ad affrontare si aggiunge poi la burocrazia - ci hanno detto - che sta letteralmente strangolando il Consorzio di Bonifica. La piana di Venafro ha grandissime potenzialità, ci sono numerose aziende che sono in filiera e che riforniscono con orgoglio il settore: vengono dal Nord a prendere i nostri prodotti", hanno sottolineato, "la nostra piana gode di una posizione e di condizioni ottimali per la produzione di moltissimi prodotti, ma siamo strangolati dalla burocrazia e dalla incapacità gestionale".

"Basti pensare - hanno poi continuato - al sistema di irrigazione della nostra piana, che pur essendo un ottimo sistema, 'fa acqua da tutte le parti'. Potreste non crederci, ma a Venafro non possiamo irrigare prima del 1 maggio, perché l'acqua viene immessa negli impianti a partire dal primo maggio - oggi è 5 maggio e il 70% dell'impianto ancora non è in azione. Il periodo di siccità è iniziato a febbraio, a noi viene data acqua l'1 maggio ma buona parte dell'impianto non è ancora attiva".

Abbiamo allora cercato di capire perché. Abbiamo capito che ci sono norme, cavilli burocratici che sembrano insuperabili e che non consentono agli agricoltori di avere acqua tutto l'anno. A questo si aggiungono poi le scelte fatte del Direttore del Consorzio che non ha affidato l'attivazione degli impianti a personale insufficiente e senza esperienza, lasciando a casa gli stagionali "storici", quelli che avrebbero potuto fare la differenza in un momento così delicato, gli stessi che ieri si sono radunati sotto la sede del Consorzio per protestare.

"Chiediamo garanzie - ci hanno detto ancora gli agricoltori - chiediamo che ci venga consentito di fare il nostro lavoro come sappiamo, di sfruttare le potenzialità del nostro territorio che sono tante, nonostante una urbanizzazione che non tiene in nessun conto le esigenze della produzione agricola e degli allevamenti e l'eolico selvaggio che non pochi problemi sta creando alla nostra valle. Chiediamo che ci sia garantita acqua tutto l'anno, non è difficile, basterebbero pochi accorgimenti alla vasche. Facciamo i conti ogni giorno con una viabilità ridotta all'osso che spesso rende difficile addirittura che possano venire a caricare i nostri prodotti".

La piana di Venafro offre delle potenzialità grandiose, ma c'è bisogno di capire che per farla davvero decollare sono necessarie infrastrutture e gestioni che ne consentano una reale crescita. Vitale sarebbe la costituzione di un agroalimentare che consenta non più solo il mero lavoro, ma la vendita diretta dei prodotti, senza mediazioni.

Il Consorzio nelle condizioni in cui si trova rischia la morte, il PNRR offre tantissime risorse per lo sviluppo del settore, gli agricoltori e gli allevatori vorrebbero solo poter fare ciò che amano, ma vanno messi nelle condizioni di poterlo fare. La Regione in questo ha un ruolo determinante e troppo spesso è silente. È dalla "stanza dei bottoni" che tutto può cambiare, è lì che si decide se le nostre valli e le nostre piane debbano rimare nel limbo o possano dare un contributo significativo ed essere sfruttate in tutte le loro enormi potenzialità.

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