“Dai tuoi occhi solamente” di Francesca Diotallevi

26.02.2021

di Francesca Iervolino

"Dai tuoi occhi solamente" è la storia romanzata di Vivia Maier, una delle fotografe più importanti del '900, la «tata che ha cambiato, con dedizione silenziosa, la storia della fotografia» (Vanity Fair). La fama di Vivian Maier è tuttavia postuma: solo negli ultimi anni sono stati ritrovati e sviluppati i rullini delle numerosissime foto che la giovane scattava in giro per New York, a ridosso degli anni '50. Il libro, scritto da Francesca Diotallevi, è edito Neri Pozza ed è uscito nel 2018.

La Diotallevi cristallizza su carta il passato e presente di Vivian, regalandoci un ritratto romanzato e commovente di questa donna estremamente riservata e schiva; la Maier potrebbe sembrare al lettore una ragazza del tutto anonima: non sorride mai, rifugge i sentimenti e pone tra se stessa e le persone un muro invalicabile. Preferisce osservare silenziosa le vite degli altri e con la sua rolleiflex cattura gli istanti che caratterizzano le loro esistenze, minuscoli frammenti di vita quotidiana a cui, nella frenesia generale della grande città, non tutti danno importanza. Vivian "quegli attimi di vita" sembra quasi rubarli, li porta via silenziosamente a coloro che, in fondo, non sanno che farsene: si dissolvono nel momento stesso in cui nascono, ma rimangono per sempre intrappolati nella macchina fotografica di Vivian. La giovane ha un passato difficile, caratterizzato da un rapporto complesso e sofferto con la madre, una donna incapace di amare la propria figlia e di prendersi cura di lei. Questo triste vissuto riemerge continuamente nel presente di Vivian, tramite i ricordi che si susseguono lungo tutta la narrazione.

L'intenzione dell'autrice, così come chiarito dalla stessa in una nota a conclusione del romanzo, "è stata sin dall'inizio quella di scrivere un libro che provasse ad indagare la complessità della donna e dell'artista Vivian Maier, non di riportare una fedele biografia". Non una biografia autentica dunque, bensì un ritratto intuito, un'indagine sull'io più profondo della Maier e sulla sua personalità complessa e quasi inafferrabile. Vivian immortala nelle fotografie i momenti, le storie, i drammi, le gioie che le persone non sanno nemmeno di vivere, attimi irripetibili e per questo unici. E così quegli istanti rimangono per sempre focalizzati nei suoi scatti che diventano portatori di stralci di una realtà vera e non artificiosa, perché le foto non mentono mai sulle storie che raccontano, sono inesorabili ed infallibili.

"Ho scattato così tante foto per riuscire a trovare il mio posto nel mondo" :

E' così che Vivian, la schiva ed efficiente babysitter newyorkese, riesce a ritrovare se stessa e il proprio spazio nel mondo, quel mondo che sorveglia attentamente attraverso l'obiettivo fotografico, rimanendone tuttavia fuori. Solo nel 2009, per un caso fortuito, John Maloof restituisce al Mondo la Vivian Maier artista, una fotografa di notevole importanza che si dedicò anima e corpo alla fotografia, custodendo tuttavia gelosamente ed ostinatamente il proprio lavoro senza mostrarlo o utilizzarlo. Vivian infatti si serviva della fotografia esclusivamente come mezzo per conoscere se stessa, per esorcizzare i propri demoni, trasformandola nell'arte suprema del riconoscersi e godere di ciò che il suo sguardo, che non si accontentava della superficie delle cose, voleva indagarle, sviscerarle, scomporle e ricomporle, fino a possederle, le restituiva.

«È così che sopravvivono quelli come noi, Vivian. Trovano un mezzo per dare voce a qualcosa che, altrimenti, li ucciderebbe. L'arte non è altro che una perfetta forma di egoismo. Chi osserva ne trae benessere, talvolta, ma chi la crea lo fa solo e unicamente per sé stesso, per non soccombere ai propri demoni»

Per comporre il suo romanzo Francesca Diotallevi si è basata su poche e scarne informazioni che è riuscita a reperire sulla vita della Maier, ricostruendo a modo proprio il suo vissuto, le sue emozioni e il suo amore per la fotografia. L' autrice dunque ci ha donato, attraverso "Dai tuoi occhi solamente", un'opera preziosa, regalandoci la possibilità di conoscere un'artista sconosciuta ma dal grande talento. Alla Diotallevi va dunque il merito di averci restituito la Vivian più pura, la donna che girava per le vie di New York con al collo la sua Rollefleix a fare da scudo al mondo e che scattava foto catturando gli attimi di vita delle persone. Con le sue foto Vivian si prendeva cura dei momenti , degli istanti che "accadevano" alle persone, quasi come se volesse dire

"non aver timore, ho conservato io questo momento. Non si perderà e rimarrà cristallizzato per sempre in una foto".

©Produzione riservata

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