Decreto riaperture. A chi tocca fare chiarezza?

27.04.2021

Desta perplessità e legittimo sdegno quanto accaduto oggi a Venafro, al secondo giorno delle riaperture non è ancora chiaro cosa si può fare e cosa no!

Continua a regnare sovrana l'incertezza, frammista a grande confusione intorno al tema delle riaperture, di cui abbiamo fatto esperienza a partire dalla vicenda vissuta dal gestore di un Bar di Venafro (IS) che sulla sua pagina facebook, questa mattina, ha manifestato tutto il suo sdegno: "Mi sono rotto semplicemente le p...e, le ho veramente piene adesso, scusate la volgarità ma siccome i DPCM sono veramente difficili da capire, ma poi li vai a leggere in fondo in fondo e capisci bene, vi comunico che con il codice ATECO che tanti bar a Venafro abbiamo, purtroppo anche noi avremo la chiusura alle ore 18:00 e non alle 22:00 come pensavo che fosse..... grazie e vi aspettiamo cmq per tutte le ore che ci vengono concesse da queste leggi del c... scusate lo sfogo". 

A partire da questo sfogo, legittimo, si è dato vita al susseguirsi di una serie di interpretazioni, che nonostante il testo del Viminale resti abbastanza chiaro nel merito, tuttavia non hanno saputo fare reale chiarezza in merito alla possibilità per un codice ATECO 56.3 di restare aperto fino alle 22, come ampiamente annunciato in questi giorni.

Lo stesso gestore, aveva risposto al nostro intervento, dichiarando di trovarsi presso la Caserma dei Carabinieri per avere finalmente delucidazioni.

Nel merito, interpellato dai colleghi di IsNews era intervenuto anche l'avvocato Antonio Di Franco, presidente di Federimpreseitalia, fornendo tutti i chiarimenti sulle regole per le attività di ristorazione: "Si sta generando - ha detto l'avvocato - una confusione incredibile tra i commercianti ed in particolare i ristoratori, per quella che è spesso una poca chiarezza delle norme o una loro difficoltà interpretativa, sia da parte degli esercenti stessi che spesso anche da parte delle forze dell'ordine. C'è una circolare esplicativa del Ministero dell'Interno, la 15350/117/2/1 che chiarisce in modo abbastanza chiaro il tutto:

1. In Molise (zona gialla) le attività dei servizi di ristorazione (che secondo le linee guida comprendono ovviamente anche Bar e Pasticcerie oltre ai ristoranti) sono consentite CON CONSUMO AL TAVOLO  tra le 05.00 e le 22.00.

2. Il servizio al banco per i bar è consentito solo per chi ha tavoli all'aperto ed al banco è possibile solo servire, ma non far consumare.

3. Solo per le attività con codice ATECO prevalente 56.3, ovvero i Bar e gli esercizi simili senza cucina, l'asporto è possibile fino alle 18.00 e non fino alle 22.00, Ma le stesse, se hanno tavoli all'aperto, possono comunque stare aperte fino alle 22.00   

4. L'utilizzo dei servizi igienici è consentito.

5. Il consumo al tavolo è consentito per un numero massimo di persone a meno che non siano conviventi.

6. feste conseguenti a cerimonie religiose non sono consentite..

"La Circolare del Viminale - dice ancora l'Avvocato Di Franco - rimanda all'Art. 27 del DPCM precedente per tutto ciò che non è compreso nell'attuale Decreto Legge. Si sta generando confusione sulla chiusura o meno dei Bar alle ore 18.00, ma la normativa è chiara: il decreto riaperture, esplicitato dalla Circolare del Viminale, precede per le attività di ristorazione con servizio all'aperto la possibilità di stare aperti dalle 5.00 alle 22.00. Questa è una deroga esplicita del comma 1 dell'Art. 27 del DPCM 2 Marzo che recitava 'Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle ore 18.00".

Fin qui il Decreto Legge, esemplarmente spiegato dall'Avvocato Di Franco, Presidente di federimpreseitalia. La realtà però è tutt'altra. Passando infatti davanti al Bar di cui ci eravamo occupati, lo abbiamo visto chiuso alle 19.30. Guardando la bacheca del suo gestore abbiamo trovato un suo ennesimo posto di risposta a chi lo invitata a "rilassarsi per aver capito finalmente il Decreto"... "Magari - ha scritto - abbiamo dovuto chiudere perché sono venuti i Carabinieri a farci chiudere"!

La nostra domanda è semplice. A chi tocca fare chiarezza definitivamente sulla questione? Possibile mai che a due giorni delle riaperture non si sappia davvero cosa si può fare e cosa no? Allude a questo il Ministro Speranza quando ci invita ad avere fiducia?

Auspichiamo che presto chi deve faccia chiarezza su tutta questa vicenda e permetta a ciascuno il sacrosanto diritto di essere riconosciuto nel suo lavoro, senza ulteriori confusioni!

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