“Dietro il velo”, di Jean P.Sasson

03.06.2021

di Francesca Iervolino

"Una principessa di sangue reale, appartenente alla famiglia reggente, racconta, sotto pseudonimo, l'agghiacciante condizione di reclusa in cui vive, lei e tutte le donne che la circondano. Il volto celato dietro il velo, la donna araba - anche se ricca e nobile - è ostaggio di carcerieri particolarmente zelanti nello svolgere il proprio lavoro: il padre, il marito, i figli maschi. Se dà alla luce una bambina, la nascita non viene nemmeno registrata, visto lo scarso valore delle femmine. Ed è soprattutto per amore delle figlie che "Sultana", una principessa araba di alto lignaggio, ha deciso, con questo libro, di raccontare la condizione femminile nel proprio paese. Un documento sconvolgente e sincero, capace di scuotere le coscienze".

"Dietro il velo", scritto a quattro mani dalla giornalista americana J. P. Sasson e dalla Principessa Sultana Al Saud, è un libro che lascia sgomenti, senza parole. Ogni momento, ogni accadimento della vita di Sultana, la protagonista, è una ferita lacerante: benchè appartenga alla famiglia regnante dell'Arabia Saudita, gli Al-Saud, Sultana è comunque una donna, una non-persona condannata a nascondere il suo volto peccaminoso dietro un velo e a non esistere, per il solo fatto di essere nata femmina. La vita delle donne arabe appartenenti alla famiglia reale non filtra fuori dai palazzi opulenti e foderati di marmo dove vivono: è una vita vissuta in segretezza, nell'ombra. Ma le loro miserie umane sono le stesse delle donne arabe meno abbienti: fin dalla nascita viene insegnato loro di non valere nulla in confronto ai fratelli maschi, non viene data loro la possibilità di andare a scuola e men che meno all'università; non hanno diritto di amare, sbagliare e decidere sulla loro vita.

L'esistenza di Sultana è costellata fin dall'infanzia da soprusi, ingiustizie e finanche violenza: l'unica persona che può proteggerla, sua madre, viene a mancare e così la stessa si ritrova, ancora adolescente, alla totale mercè di suo padre, un uomo che non l'ama e che la considera un fardello, una disgrazia come d'altronde lo sono tutte le figlie femmine. Il libro ripercorre la vita di Sultana partendo dall'infanzia, passando per il matrimonio, i figli, la malattia per concludersi con "la grande speranza bianca" (l'arrivo delle truppe americane in Arabia Saudita nel 1990). Alla storia di Sultana si intreccia anche quella delle sue sorelle: Noura, Rima, Sara...tutte accomunate da un destino uguale e inamovibile.

"Dieto il velo" è un libro iconico, un best seller conosciuto in tutto il Mondo che, ancora oggi, continua a stupire e sconcertare milioni di lettori. E' più di un racconto: rappresenta un simbolo di speranza, un grido d'aiuto, un atto di coraggio estremo; in Sultana si sono riconosciute centinaia di donne arabe di diversa generazione ed estrazione sociale, accomunate dalla voglia di emergere e di vedere finalmente riconosciuti i propri, sacrosanti, diritti. La principessa Al Saud è riuscita laddove nessuna donna araba aveva mai osato prima di allora: scoperchiare il vaso di Pandora per far emergere la terribile verità sulla condizione della donna in Arabia Saudita. Il lettore, grazie al suo coraggio, ha la possibilità di entrare nei lussuosi palazzi della famiglia araba regnante, un mondo precluso ai più e tenuto ostinatamente celato sotto la stretta sorveglianza della legge patriarcale.

Durante la sua straordinaria vita, Sultana ha dovuto combattere contro leggi arcaiche e pratiche inumane come l'infibulazione e lo stupro autorizzato, pratiche mortificanti sia dal punto di vista morale e fisico: su tutti questi accadimenti, come una scure sempre pronta a colpire, la presenza del maschio arabo, dominatore ed unico padrone della vita delle donne della sua famiglia. Questo libro, tuttavia, fa luce anche sull'essenza del mondo arabo, vale a dire il Corano, il libro sacro dell'Islam: non è una religione statica, non adatta ai tempi moderni, al contrario, è una legge in divenire e che necessità di adeguamenti ai costanti cambiamenti e di interpretazioni corrette, da applicare caso per caso. L'Islam è, prima di tutto, un culto religioso come lo è il Cristianesimo, l'Ebraismo: è l'interpretazione che si dà ai testi sacri a decretarne la portata negativa o positiva, nonché l'impatto sulla vita dei fedeli. Se i dogmi, le leggi e le prescrizioni vengono avocate a scapito di una parte dei fedeli (in questo caso le donne) quella religione diviene a senso unico, uno strumento pericoloso in nome del quale si protraggono ineguaglianze e ingiustizie. E Sultana lo sapeva bene: ha "alzato il velo", ha osato far sentire la sua voce sfruttando la sua posizione privilegiata, ha dato voce a chi una voce non ce l'ha. Il suo gesto ha contribuito, in patria, a creare un varco, una luce nelle tenebre in cui versava la condizione femminile nel mondo arabo. Sono stati fatti sensibili passi in avanti dagli anni '90 ad oggi: ma il frutto dell'uguaglianza nel mondo arabo tra donna e uomo è ancora acerbo, immaturo ma vivo. Più che mai. 

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