Disabilità, Gravina: Nuovo Piano sociale e osservatorio regionale per un Molise più inclusivo e sano
"Migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, questo è il principale obiettivo di una politica che dimostra attenzione per tutte e tutti".
Roberto Gravina, candidato alla presidenza della Regione Molise per la coalizione progressista, ha incontrato ieri le associazioni del Csv che opera gratuitamente per offrire servizi alle associazioni di volontariato in tanti settori, disabilità, donazione sangue e sostegno al sistema sanitario pubblico, celiachia e non solo.
"Ringrazio il CSV per il lavoro che svolge ogni giorno al fine di rendere un Molise più inclusivo, più sano. E ringrazio il presidente Gian Franco Massaro per l'invito perché mi concede la possibilità di spiegare ciò che riteniamo utile in favore delle persone con disabilità.
La strada che ci indicano gli studi più moderni è quella di stimolare il welfare comunitario, accorciando le distanze tra il portatore di bisogno e gli interventi sociali e socio sanitari. Significa diminuire il distacco tra istituzione e cittadinanza investendo sul rafforzamento delle reti e ammodernando l'assetto normativo regionale, affinché si possa garantire universalità delle prestazioni, efficacia ed efficienza nell'utilizzo delle risorse.
Noi pensiamo che ciascuna persona con disabilità, e i suoi caregiver, debbano ricevere più di quanto garantisce attualmente il sistema-Molise.
Per questo abbiamo lavorato ad un preciso programma che pone l'utente al centro del sistema.
Primo passo, una migliore quantificazione delle necessità reali. Un esempio concreto. Data la dimensione della regione e attraverso un lavoro di rete con gli ATS istituiamo un sistema di rilevazione quantitativa dei fenomeni e dei bisogni sociali. Un 'osservatorio' che raccolga, elabori e traduca i dati provenienti dal territorio e fornirli alla 'cabina di regia regionale' affinché si possano programmare meglio gli interventi.
Secondo punto, programmazione e monitoraggio da portare avanti tramite un Piano sociale regionale nuovo e ambizioso che tenga conto dei fondi Pnrr e del post pandemia.
Sarebbe il primo passo per ammodernare l'assetto dei servizi socio sanitari regionali coinvolgendo tutte le anime del terzo settore, le famiglie, la comunità e gli utenti stessi. Con lo strumento del Bilancio sociale e programmando in maniera puntuale i servizi potremo rispondere alle necessità delle persone con disabilità.
E allora miglioriamo i servizi di assistenza per le persone affette da disabilità gravi e gravissime. Facciamolo attraverso l'integrazione con il Piano per la non Autosufficienza 2022- 2024 che prevede, tra l'altro, la presa in carico di ciascuna situazione sui piani sociale e socio sanitario; facciamolo con il rafforzamento della Porta Unica D'Accesso (PUA) e con l'istituzione delle Case della Comunità per avvicinare istituzioni e territori.
Miglioriamo la presa in carico globale della persona, garantendo un 'budget di salute', e una 'progettazione individualizzata' multidimensionale, trasversale e di lungo periodo.
La programmazione dev'essere frutto del confronto tra tutti gli attori coinvolti: famiglie, scuole, ambiti territoriali, centri di salute mentale o di neuropsichiatria infantile. Tale coordinamento sarà essenziale affinché si possa garantire coerenza tra gli interventi di sostegno alla persona, partendo dalla tenera età fino all'età adulta.
Miglioriamo gli assetti normativi riguardanti la vita indipendente e le politiche dell'abitare, per evitare quanto accaduto, ad esempio, alle risorse della legge 'Dopo di Noi', che al momento vede pochissimi beneficiari in regione, andando in una direzione opposta a quei principi di efficacia ed efficienza a cui ci ispiriamo. Terzo step del programma: inclusività per l'inserimento lavorativo.
Occorre concentrare gli sforzi per ammodernare gli strumenti normativi utili ad un utilizzo più efficace della legge '68 per l'inserimento lavorativo delle persone disabili, creando un sistema di rete virtuoso che fornisca sostegno, monitoraggio, assistenza e controllo alle aziende, agli enti di formazione ed ai Centri per l'impiego.
Una politica attenta ad un comparto tanto delicato non può lasciare sole le piccole imprese cooperative che con tanti sacrifici lavorano sull'inserimento spesso tramite familiari. Il sistema inclusivo delle politiche lavorative permetterà di aumentare il numero di persone disabili occupate, garantendogli dignità, adultizzazione e autodeterminazione. La ricaduta si riscontrerà anche sul sistema produttivo, stimolando una evoluzione delle aziende stesse, che potranno godere dei benefici che la logica inclusiva comporta, anche nei sistemi produttivi.
Insomma un Molise di tutti e per tutti. Questa è l'altra storia che abbiamo già scritto, che ora stiamo raccontando e che ora vogliamo rendere realtà".
