Disastro Sanità. Caro Presidente ma se ci dicesse realmente le cose come stanno?

19.11.2021

Ospedali al collasso, pronto soccorso al tracollo, medici in fuga, medicina territoriale demedicalizzata... il quadro disastroso della Sanità regionale.

Non solo la Corte dei Conti lo ha certificato con estrema e cruda chiarezza, ma è ormai sotto gli occhi di chiunque si appresti a fermare lo sguardo sulle condizioni della Sanità nella nostra Regione come tutto il sistema sia in forte crisi e come appaia chiara una certa volontà di non risolverla la crisi quanto piuttosto di estremizzarla per poi giungere "pacificamente" alla realizzazione di un progetto che, per altro, è anche decisamente ben delineato: lo smantellamento della Sanità pubblica... o per scelta o per naturale conseguenza delle scelte che si stanno operando.

Mal si comprende l'operato finora espresso dal neo Commissario alla Sanità che del Molise è anche il Governatore e che nei giorni scorsi è arrivato a dirsi, come Presidente, non d'accordo con l'operato del Commissario e che a nostro parere continua a non dire la verità ai molisani sulle reali intenzioni in tema di Sanità.

Mal si comprende anche il silenzio di molti di quei sindaci che hanno assistito più o meno inermi alla demedicalizzazione della postazione 118 presente nel proprio comune. 

Mal si comprende l'ostinazione su un Pos osteggiato praticamente da tutti e che, è vero, sulla carta scadrà nel 2021 - ovvero fra un mese - ma che in realtà resterà in vigore fino alla promulgazione di quello per il triennio 2022-2024... e con questi chiari di luna...  

Mal si comprende il gioco delle parti che certa politica regionale continua ad inscenare, salvo poi cambiare idea a seconda delle convenienze di parte.

Insomma forse è ora che qualcuno dica la verità ai molisani in materia di sanità: un buco di 87 milioni di euro, in gran parte - lo dice la Corte dei Conti - dovuto ai contratti ambigui con le strutture private. Contratti che, per altro, sono scaduti nel 2018 e che ad oggi nessuno ha avvertito la necessità di rivedere. 

Un fuggi fuggi generale di medici che sta mettendo a serio rischio anche l'assistenza di primo livello nella nostra regione che mentre i medici fuggono, non è capace - ormai dimostrato - di creare condizioni di attrazione necessarie a far sì che ci possa essere un ricambio, perché i medici ai bandi del Molise - così come sono presentati - non rispondono nemmeno per un contratto a tempo indeterminato.  

E' tornato a far sentire la propria voce (non che avesse mai smesso!) anche Lucio Pastore, il Primario del Pronto Soccorso di Isernia, che ha parlato di un vero e proprio "disastro".

"A livello nazionale parte la protesta dei Pronto Soccorso per le condizioni indegne in cui ci hanno ridotto.

Noi d'Isernia, come spesso avvenuto anche in passato, abbiamo compreso per primi che questo disagio senza risposte che vivevamo da lungo tempo, non poteva rimanere nascosto e abbiamo proclamato lo stato di agitazione sotto egida sindacale. Vorrei precisare che prima di arrivare allo stato di agitazione, più volte, con decine di note ufficiali, è stato comunicato alla direzione generale il progressivo degrado a cui andavamo incontro.

Ma ancora di più devo far rilevare come fin dal 2011, quando ripresi la direzione del Pronto Soccorso di Isernia, mi preoccupai di creare un organico sufficiente alla gestione del servizio, riuscendo ad arrivare ad avere 11 dirigenti medici, molti dei quali dovevano costituire il ricambio generazionale.

In epoca Frattura e della sua Giunta, invece, si crearono le condizioni di fuga per molti dirigenti medici delle nuove generazioni, non solo del Pronto Soccorso. A mio parere tutto questo avvenne non per caso ma per precise volontà politiche di distruzione del sistema pubblico per indirizzare la sanità verso il privato convenzionato.

Già Iorio intorno al 2010 rottamò una intera generazione di medici a suon di milioni di euro.

Il meccanismo di depauperare il capitale umano è la principale arma, non la sola, usata per distruggere il sistema pubblico. Solo le strutture clientelarmente protette non vengono ancora toccate. Ma questo interesse politico locale a distruggere la sanità pubblica viene anche dal centro.

L'aver introdotto il numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina, senza neanche programmare l'eventuale cambio generazionale, l'aver ridotto i posti letto a 3,7 per mille abitanti, senza uno sviluppo reale della medicina territoriale, aver definanziato il fondo sanitario nazionale, ha determinato il disastro attuale che stiamo vivendo, dove i pronto soccorso scoppiano e siamo costretti ad importare dirigenti medici da fuori Italia.

Attualmente gli Italiani spendono per curarsi oltre 40 miliardi di euro che vanno ad aggiungersi ai 110 miliardi del FSN.

La volontà di privatizzare il sistema è più che evidente. Penso che occorrerebbero degli stati generali sulla sanità per ridiscutere il sistema ed impedire che la salute diventi una semplice merce. Per motivi personali ho dovuto allontanarmi per qualche giorno. Ora, però, è il momento di riprendere la lotta, spero con tanti di voi. Vi terremo informati sulle prossime iniziative". 

Quella della Sanità nella nostra regione, ormai, è una questione sulla quale non si può più tergiversare, né fingere di non vedere, né - peggio - fingere di non capire. E' ora che chi deve dia le risposte necessarie senza parlare politichese e senza slogan, semplicemente chiamando le cose con il nome che hanno.

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