Dopo 10 anni torna la stagione del Teatro Risorgimento a Larino
La cultura vince sempre, peccato che troppi amministratori non ne abbiano il coraggio
Il Teatro Risorgimento di Larino, a distanza di dieci anni dall'ultima rassegna comunale, torna in grande stile facendo registrare il pienone ad ogni spettacolo nel mese di gennaio tanto da convincere l'Amministrazione Puchetti ad ampliare il cartellone con altri quattro eventi.
"E' un successo oltre le aspettative - dichiara il sindaco - Il cinema teatro era chiuso da diversi anni e abbiamo lavorato a lungo per risolvere una serie di questioni riuscendo a far tornare a nuova vita la struttura.
La comunità larinese - che quanto ad intraprendenza non smette di stupire - e il circondario hanno risposto con entusiasmo affollando il teatro ad ogni serata".
Per il primo cittadino "il Cinema-Teatro, oltre ad essere un luogo identitario di noi larinesi, è anche un riferimento culturale dell'intero territorio frentano". A febbraio il 'Risorgimento' ospiterà la compagnia campobassana dei NapoleSani con "L'occasione fa l'uomo ladro" venerdì 17 febbraio, alle 20.30, a seguire il 24 febbraio arrivano "Quelli che...IL TEATRO" direttamente da Nola con il comico napoletano Marco Lanzuise che reciteranno in "Grossi Affari in famiglia".
Si riprende sabato 4 marzo con "Luigino Cintalarga" della compagnia ururese Sorrisi e Follie, l'11 e il 12 marzo con la commedia "Tarallucce e Vine" della compagnia "Isabella e il Duca" di Larino. Il 18 marzo ci sarà lo spettacolo "Non la trovo a mmaretà" di Eduardo Scarpetta a cura della compagnia Gtnssc di Sant'Elia a Pianisi, alle ore 21.
Il 24 marzo arrivano i "Sceme Sembe Nuje" di Santa Croce di Magliano e la commedia "I soldi non fanno la felicità... Specialmende quanne so poche". Il 31 marzo, dopo il grande successo al Teatro Fulvio di Guglionesi, sbarca a Larino la compagnia dei Dialettanti con "I Rzzll d na vicchj". Il cartellone teatrale si chiude il 29 aprile con la serata di gala del Teatro popolare molisano da parte della Uilt Molise.
Un segnale fin troppo evidente. La cultura, quando è proposta bene, vince sempre. Peccato che troppi amministratori non ne abbiano il coraggio. Tornare al bello renderebbe tante cose diverse.
