Draghi: «Con che coscienza si salta la fila?».

08.04.2021

Nell'ormai canonico dibattito in merito al vaccino, dopo la lunga polemica che ha riguardato in particolare AstraZeneca, interviene sul tema direttamente il Premier Mario Draghi e lo fa senza indugio né giri di parole: «Con che coscienza si salta la fila?». Tanti infatti, troppi forse, come noto, sono stati gli italiani che hanno disdetto la prenotazione intimoriti dalle notizie che circolavano - forse con un po' di imprudenza di troppo - attorno ai rischi soprattutto del vaccino dell'azienda anglo-svedese.

«Quello che deve attirare la nostra attenzione è che il rischio di decessi è massimo per coloro che hanno più di 75 anni. La conclusione è che bisogna vaccinare subito la popolazione più anziana», ha dichiarato Draghi chiarendo come presto ci sarà una direttiva da parte del commissario Figliuolo per avere una strategia unica a livello regionale. «Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60-70 anni», ha aggiunto poi Draghi criticando duramente chi salta la fila. «Ma con che coscienza la gente salta la lista e si fa vaccinare lasciando esposte al rischio persone che hanno più 75 anni e un rischio concreto di morte?».

Una parola forte quella del Premier, di cui forse però c'era bisogno in un momento di così grande disinformazione in cui ogni giorno ci viene propinato tutto e il contrario di tutto, in cui quotidianamente le idee personali - anche degli esperti - assurgono a legge universale.

«La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti», ha aggiunto il premier chiarendo come la disponibilità per il mese di aprile «permette di vaccinare chi ha più di 80 anni, in tutte le Regioni, e in parte chi ne ha più di 70». Draghi ha inoltre confermato che l'obiettivo - fissato da Figliuolo - delle 500mila somministrazioni al giorno entro fine sarà rispettato. Intanto, proprio dal generale Figliuolo, Draghi ha annunciato che arriverà una direttiva per la vaccinazione delle persone fragili.

«È venuto il momento di prendere decisioni», sulle fasce di età per le vaccinazioni, ha chiarito Draghi. «Questo è al centro delle riaperture. Se riduciamo il rischio di morte nelle classi più esposte al rischio è chiaro che si riapre con più tranquillità». Aperture su cui Draghi si è confrontato con il leader della Lega Matteo Salvini, le Regioni e Anci. «C'è un equilibrio. Normale chiedere aperture: la migliore forma di sostegno all'economia sono le aperture, ne sono consapevole. Naturalmente condanno la violenza ma capisco la disperazione a l'alienazione di chi protesta. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza».

Tuttavia, Draghi ha chiarito che non esiste ancora una data per le riaperture. «dovranno esserci, non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall'andamento dei contagi e dei vaccini». È chiaro - aggiunge però il premier - «che ci sono regioni più avanzate nelle vaccinazioni, molte diversità abbastanza insospettabili. Questo dovrà influenzare le riaperture: per le Regioni che sono molto avanti con fragili e i più vulnerabili sarà più facile riaprire»

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