È il tempo della corresponsabilità

11.11.2022

di Egidio Cappello

La Chiesa chiama se stessa alla corresponsabilità. È tempo di superare la dimensione della responsabilità, teorica e spesso vuota di significato. Papa Francesco ha espresso a voce alta che la vita della Chiesa ha il proprio fondamento nella relazione e nella comunione e su queste va costruito ogni discorso interpretativo e propositivo. Corresponsabilità è infatti scelta di percorsi condivisi, è dialogo, è confronto, è composizione, è fraternità, è amore. 

Di fronte alle sempre più difficili problematiche giovanili, di fronte ai disagi delle scuole, di fronte al degrado delle relazioni familiari, di fronte alla scomparsa della tradizionale tensione verso Dio, di fronte alla insicurezza di ogni settore della vita umana, di fronte ai cambiamenti poco comprensibili del mondo tecnologico, di fronte alle difficoltà che svuotano di significato ogni valore, la Chiesa si è raccolta per riflettere e indicare il senso autentico della responsabilità di ognuno e percorrere la via maestra per tornare ad essere decisiva nella guida di un cambiamento verso un mondo nuovo. 

Ne è scaturita la maggiore consapevolezza che la responsabilità se non è sinodale, se non è radicata nella comunione dell'intero popolo di Dio, se non è corresponsabilità, non ha senso. Ne è scaturito ancora il necessario bisogno di tornare allo Spirito Evangelico, profondamente comunitario, e vivere il messaggio di Cristo nell'impegno e nella gioia delle relazioni fraterne. Ne è scaturita infine la necessità di un linguaggio nuovo, nuovo in modo particolare nel recupero dei sensi autentici dei termini, divenuti fluidi nel corso della storia. 

È il caso dei termini natura, umanità, ragione, storia, cultura, filosofia, scienza, economia, relazione, politica, morale, privati nel tempo di connotazioni intersoggettive e ridotti a realtà create e dipendenti dai soggetti. È il caso del termine responsabilità, usatissimo nel linguaggio politico e in quello filosofico, ridotto ad evento del singolo individuo e sempre più privato del fondamento comunitario. La Chiesa è andata oltre la dimensione della responsabilità sociale e politica del singolo, e alla stessa ha attribuito un'anima, inserendola nella visione di una Chiesa nuova, missionaria, di una Chiesa che cammina verso le periferie, amante dei poveri, senza segmenti o gerarchie, di una Chiesa che ha tempo per gli ultimi, una Chiesa dalle porte aperte, accogliente, dedita all'ascolto, di una Chiesa che vive non in sagrestie ma nelle piazze e nei vicoli delle città, di una Chiesa che sorride, che scopre risorse edificanti tra le ferite, le angosce e le lacrime, le opposizioni e le cattiverie umane. 

Questa Chiesa, ricorda Papa Francesco, non è fatta dai soli ordinati, ma da tutto il popolo di Dio, sicché la responsabilità diventa necessariamente corresponsabilità. È la relazione fondamentale, è la comunione di tutti i membri, è la condivisione dei cammini, è l'uso dei medesimi termini con gli stessi significati, è la fraternità degli operatori, è l'accoglienza dei bisognosi, è l'ascolto degli ultimi, sono tutte queste cose che danno vita e luce alla responsabilità dei singoli. 

La Chiesa non è il luogo delle singolarità e degli eroi, ma il luogo di tutti, il luogo delle folle, il luogo delle persone "sedute", tutte sullo stesso piano, senza discriminazioni od esclusioni. Alla corresponsabilità di tutti i propri membri, la Chiesa ha affidato il compito del proprio cambiamento e di quello dell'intera società umana. La corresponsabilità è storia, è tempo, è territorio, è precisione, è condivisione, è studio, è ricerca di soluzioni, ed è comunione, incontro, ascolto, sguardo, dialogo, fratellanza, carità, amore. 

Nella corresponsabilità non ci sono più la solitudine e l'isolamento, propri di una vita privata di radici intrecciate e comunicanti. La corresponsabilità è ricca di elementi oggettivi quali la fondamentale relazione, la comunione, la missione sinodale, il camminare e lo stare insieme. La responsabilità è divenuta così un fatto di relazioni con connotati precisi, azioni precise, obiettivi precisi, ottica precisa. Corresponsabilità dunque: il termine deriva da "co-respondeo" che significa "rispondo insieme"; all'infinito il verbo significa "dare risposte insieme". Dare risposte insieme impone atti insostituibili: ascoltare insieme, riflettere insieme, dialogare insieme, cercare soluzioni insieme e infine, dare risposte insieme. 

È l'avverbio insieme a dare il senso autentico della responsabilità umana. Nessun atto dignitoso può essere il frutto di volontà e di ragionamenti del singolo soggetto. Pensiamo per un momento alla negazione di ciò che abbiamo detto, pensiamo ai tantissimi incontri ove niente è deciso insieme, ove tutto è già scritto nelle carte dei comunicatori. In questo caso non occorre ascoltare, non occorre dialogare, non occorre socializzare, non occorre raccontare, non occorre rispondere in mondo condiviso, basta imporre, basta alzare la voce. Ascoltare insieme. 

La Chiesa va acquisendo il compito missionario dell'ascolto di tutti, chiunque e ovunque siano. L'ascolto non è necessario solo se le risposte sono prefabbricate, se le soluzioni sono state già approvate dietro le quinte. L'ascolto è necessario se invece non si conoscono le risposte, se queste vanno elaborate e condivise, insieme. La figura di colui che conosce tutte le risposte ai problemi discussi, è antistorica e fuori luogo: le sue parole sono inefficaci e penose. Riflettere insieme. 

È il momento propositivo, momento in cui tutti dicono il proprio pensiero senza intenzione di lasciarlo intatto bensì di modificarlo accrescendolo della vitalità degli altri pensieri. Il frutto di questo lavoro è benedetto dallo Spirito Santo perché costruito dalla unitarietà fondamentale, che vuol dire pace, giustizia, solidarietà, condivisione. Le risposte ai problemi così non possono essere che le soluzioni ottimali delle difficoltà oggetto di analisi. La Chiesa ha deciso di voltare pagina, ha deciso di promuovere il bene e di fare bene ogni cosa. La mobilitazione totale, ferma, determinata, convinta, dell'intero popolo di Dio lascia sperare in un futuro migliore da lasciare alle giovani generazioni.    

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