È l’inizio di qualcosa di nuovo
Lettera di un prof. ai suoi alunni e, per essi, a ogni ragazza e ogni ragazzo che da domani saranno alle prese con l'Esame di Maturità
di Paolo Scarabeo
Care ragazze, cari ragazzi,
irrompo nella vostra preparazione - e scusatemi per questo - per consegnarvi un pensiero che mi accompagna da quando la scorsa settimana ci siamo salutati.
Siete arrivati a un traguardo importante. Un bivio, una soglia, un salto.
Tra poco vi siederete a un banco per l'ultima volta, ma non è solo un esame quello che vi aspetta. È qualcosa di più. È un momento che, nel tempo, ricorderete come l'inizio di qualcosa di nuovo.
E anche se adesso avete l'ansia in gola, la stanchezza negli occhi e mille domande in testa, vi chiedo una cosa: non abbiate paura.
Non abbiate paura di sbagliare. Non abbiate paura di non sapere tutto. Non abbiate paura di non essere abbastanza.
Perché non è vero.
Avete camminato tanto per arrivare fin qui. E ogni passo, ogni caduta, ogni risata, ogni notte passata sui libri o a chiedervi "ma che senso ha?", vi ha preparato a questo momento. Avete già vinto, comunque vada. Perché siete ancora qui. E siete cresciuti. Siete cambiati. Siete vivi.
L'esame non misura chi siete. Misura un pezzo del vostro percorso. Ma voi valete molto di più di qualche voto scritto su un foglio. Valete per i sogni che vi portate dentro, per le notti passate a pensare, per le volte in cui avreste voluto mollare e invece siete rimasti.
Siate fieri di voi!
Di come avete affrontato gli anni più strani della vostra vita. Di come, tra pandemia, incertezze e cambiamenti, avete trovato un modo per resistere, per capire, per diventare grandi un giorno alla volta. E ora che siete lì, davanti a questo esame, vi dico: guardatelo negli occhi.
Senza tremare. Perché siete pronti. Anche se non ve lo sentite addosso. Anche se vi sembra di no. Non fatevi ingannare da chi vi dice che la maturità è solo un rito da superare.
No. Non è vero, ragazzi!
È un tempo da custodire. Un ponte da attraversare con rispetto, con emozione. Perché parla di voi. Della vostra fatica. Della vostra voglia di provarci. E quando finirà – perché finirà, ve lo assicuro – vi accorgerete che qualcosa è cambiato. Dentro. Vi sentirete un po' più liberi, un po' più forti, un po' più pronti.
Ecco, quel "pronti" non sarà mai completo. Ma non deve esserlo. Nessuno è mai davvero pronto alla vita. Si parte. E si impara strada facendo. Vi auguro che il vostro esame non sia una fine, ma un inizio.
Che da domani iniziate a chiedervi chi volete essere, e non solo cosa volete fare. Che vi prendiate tempo per conoscervi, senza fretta di diventare qualcuno. Che restiate curiosi, assetati di verità, innamorati della bellezza. Che leggiate. Che pensiate. Che scegliate sempre da che parte stare. Che non smettiate mai di cercare. Che restiate veri, anche quando intorno sarà tutto confuso. Che sogniate, anche quando vi diranno che non conviene. E che, comunque vada, vi ricordiate sempre che non siete soli.
Io, i professori che vi hanno accompagnato nella vostra crescita, e tanti altri come noi, crediamo in voi.
Ci scommettiamo ogni giorno. Ci abbiamo scommesso anche quando vi abbiamo dato un voto negativo. Ci siamo anche se la scuola è finita!
Perché il mondo ha bisogno esatto di quello che voi siete adesso: nuovi, pieni di domande, imperfetti, ma vivi.
Vivi davvero!
In bocca al lupo, ragazzi. Fate l'esame. Ma soprattutto: fatevi spazio. Il mondo vi aspetta.
La strada? Beh, quella è nota, seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino, fino a ogni mattino della vostra vita… porta all'isola che non c'è, ma forse sì!
Buona vita!
