È un ‘Eterno visionario’ il Pirandello che tutti studiamo e che poco comprendiamo

07.06.2025

Il film, scritto e diretto da Michele Placido, è uscito l'anno scorso in occasione del 90° anniversario dell'assegnazione del Nobel per la Letteratura allo scrittore siciliano

di Giulia Zinedine Fuschino

Il Nobel è l'evento nodale del film: inizia, infatti, con il viaggio in treno verso Stoccolma di un Luigi Pirandello stanco e molto provato da una vita di successi e sconfitte, di genialità e dolore personale. Il leitmotiv del viaggio in treno è un espediente narrativo utile per narrare la vita pubblica e privata del protagonista in flashback. La retrospettiva condotta da Pirandello stesso (Fabrizio Bentivoglio) sulla sua vita famigliare soprattutto, più in ombra rispetto al curriculum artistico a tutti noto. Da questa necessità di raccontare un uomo oltre l'autore, l'indissolubile ricerca di una nuova forma espressiva letteraria e da drammaturgo per esprimere tutta la sofferenza intima, nasce il ritratto del Pirandello di Placido: la dura convivenza con la moglie Antonietta Portulano (Valeria Bruni Tedeschi), affetta da seri problemi psichici, il rapporto conflittuale con i tre figli e l'incontro della vita con l'attrice Marta Abba (Federica Vincenti). 

Da tutto questo doloroso vissuto con la malattia della moglie nascono i capolavori: Uno, nessuno e centomila e soprattutto Sei personaggi in cerca d'autore che ne fanno l'innovatore del cosiddetto romanzo di formazione e del teatro novecentesco. Tutto ambientato tra Sicilia, luogo natio e ispiratore delle Novelle, Roma, città in cui risiedeva e dirigeva una compagnia teatrale stabile e Berlino dove subisce la fascinazione del primo cinema. Le illusioni, disillusioni umane e professionali, le vittorie artistiche di un Luigi Pirandello magistralmente interpretato da Fabrizio Bentivoglio, con la grandissima interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo della moglie, la quale diventa un fantasma ossessivo e un peso sul cuore: al rovescio della medaglia l'amore per Marta Abba, questa ragazza che lo sconvolge e insieme cura e spezza ulteriormente la sua fragilità. 

L'eterna ricerca di un modo per dar voce all'uomo in sé stesso, all'uomo moderno nelle sue contraddizioni, al mondo femminile come un universo emotivo ed umano in eterna espansione, fa di lui un eterno visionario, che tutto il mondo ci ha invidiato e ci invidia e che abbiamo la (continua) fortuna di studiare e scoprirne sfumature sempre diverse. Questo Pirandello va in scena e vi aspetta, attraverso lo schermo. Vi chiede solo di essere compreso, ma è davvero possibile essere compresi? Il sipario si alza, ecco l'autore, ecco il personaggio di questa storia. Al pubblico l'ardua sentenza.

©Produzione riservata

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