Fare memoria di S. Francesco di Assisi

05.10.2021

di Egidio Cappello

Ieri 4 ottobre la Chiesa ha fatto memoria di S. Francesco di Assisi, vissuto or sono ottocento anni. E' stata una occasione propizia per riflettere sulla figura del santo e per rivisitare alcuni tratti di uno dei periodi più complessi e fecondi che l'Europa abbia conosciuto. Ci ha mossi un particolare desiderio, quello di ascoltare la voce del santo di Assisi su un tema per noi decisivo, ossia il turbinio dei nostri tempi. Abbiamo fatto, in premessa, una breve ricerca sul periodo storico vissuto da Francesco e abbiamo scoperto una sbalorditiva vicinanza tra i bisogni e le angosce degli uomini di quel tempo e i bisogni e le angosce degli uomini del nostro tempo. Due mondi in fermento, due mondi in profonda crisi di trasformazione, due mondi desiderosi di andare oltre, due mondi lacerati da lotte ataviche e spesso senza giuste ragioni. Da una parte i difensori di un sostanziale immobilismo culturale e sociale a difesa di privilegi e di ricchezze già acquisiti, e, dall'altra parte, i disubbidienti, gli indignati nei confronti di categorie corrotte, fautori di valori nuovi, di valori evangelici, inneggianti alla vita autentica, all'uomo autentico, inneggianti alla ragione autentica, e fautori della giustizia e della pace nel mondo. I disubbidienti sono, allora come sempre, nelle grandi e nelle piccole città, sono nelle Università e nei luoghi dove si fa ricerca e cultura, sono nella Chiesa a gridare ai sordi e agli indifferenti, il messaggio di Gesù Cristo, sono nelle piazze a spogliarsi, di fronte all'autorità costituita, degli abiti della tradizione e dei fumi della storia. Tra questi ultimi abbiamo trovato, in Assisi, Francesco, figlio di un esponente della borghesia della città umbra, icona della insofferenza nei confronti dei valori bugiardi della ricchezza e della opulenza, icona della eterna indignazione nei confronti di una società e di una famiglia così aggrappate alle cose effimere del tempo. Francesco è il testimone della incarnazione di Dio, è esperienza viva della incarnazione di Dio. Chi si addentra nel mondo di Francesco di Assisi nota, man mano, di uscire fuori da Assisi e poi fuori dalla realtà umbra e poi dalla storia della Chiesa di Roma e poi ancora dalle trame della vita terrena per entrare nella dimensione della universalità e della eternità. 

Francesco è l'uomo di Dio che parla il linguaggio di Dio, che ama come Dio. Francesco insegna l'uomo all'uomo, e gli indica la via da percorrere per vincere le voragini che lo affliggono. Dio infatti, dalla Croce di S. Damiano, raccomanda a Francesco l'uomo, sua dimora, in decadimento culturale e spirituale. Francesco assume l'ottica di Dio: nulla di individuale e di parziale balena nella sua mente, nulla di singolare affligge il suo cuore. Così racconta la bellezza della povertà, la gioia della povertà, racconta la solidarietà e la fraternità, racconta l'unità e la giustizia, l'amore e la pace, la donazione e la gratuità, racconta la bellezza della natura, la bellezza di tutte le creature di Dio, racconta ai bisognosi e agli oranti la vita di Gesù, in modo semplice, rendendo chiara e luminosa ogni parola. E parla agli uomini del nostro tempo, a coloro che gestiscono le sorti dell'umanità, a coloro che posseggono le ricchezze del pianeta, a coloro che consumano le proprie risorse in modo sfrenato senza rispetto della storia altrui, a coloro che non hanno coraggio e zittiscono di fronte alle istituzioni che opprimono, a coloro che non osano e perpetuano spiriti di lotta e di guerra. S. Francesco parla in modo particolare ai giovani ai quali addita la forza della mente e del cuore, addita la disobbedienza ai valori effimeri dei contesti storici e invita a scegliere la verità, quella che spiega la dignità dell'uomo e la bellezza di tutte le creature di Dio. Francesco è uno dei libri più profondi e importanti da leggere oggi, oggi più che mai, perché in esso ci sono le parole giuste per ricominciare, per iniziare, per fare nuove tutte le cose. C'è il senso della universalità della storia umana, ci sono le ragioni della pace universale, ci sono le ragioni del progresso, dell'unità e della fraternità, ci sono le metodologie per dare dignità a tutti gli esseri umani, in modo particolare agli emarginati e ai derelitti delle storie locali, ci sono le ragioni per risorgere, per contare su se stessi nella edificazione di un mondo migliore. Francesco dialoga con i dubbiosi, con coloro che hanno perduto la speranza di continuare a vivere, parla con i disorientati che non hanno certezze e hanno disperso ogni punto di riferimento, offre ai responsabili della vita pubblica le idee migliori per realizzare pienamente il cammino verso la santità e la felicità. 

E' meraviglioso trovare nel nostro tempo un uomo che, per assolvere i suoi compiti di Pontefice, ha scelto di chiamarsi Francesco. Quale comunione di intenti abbiamo trovato! Hanno la stessa illimitatezza della mente, lo stesso sguardo rivolto al mondo, vivono l'unitarietà e l'universalità delle cose del mondo, amano i poveri e li guardano allo stesso modo, rifiutano l'opulenza, la comodità e ogni forma di indifferenza, sono attenti alle sorti della natura e ne indicano, a gran voce, l'importanza e la bellezza, predicano, con la stessa intensità e usando le stesse parole di Gesù Cristo, la fraternità e l'amore. Ai dubbiosi ci viene di ricordare che sempre i semi lasciati anche sotto la lava sentono il richiamo del cielo e guadagnano la luce tra le opposizioni più crudeli. Grande è la figura di Francesco di Assisi e decisivi sono i suoi suggerimenti per tutti noi, perché il mondo di Francesco è il nostro mondo e la speranza di Francesco è la speranza di ognuno di noi. 

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