Fede e Giustizia. L'ultimo lavoro di Francesco Occhetta

21.09.2021

di Paolo Scarabeo

"Fede e Giustizia, la nuova politica dei cattolici", è il titolo dell'ultimo lavoro di Francesco Occhetta sj, firma nota e apprezzata nel panorama culturale cattolico, ma non solo, con cui Famiglia Cristiana ha inaugurato la raccolta di 8 volumi in cui narra "Il mondo che vogliamo, guidati da Francesco"

Un lavoro nel quale lo studioso gesuita si pone di fronte ad un tema a lui molto caro e nel quale, in continuità con le sue due opere precedenti Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populismi  e Le politiche del popolo. Volti, competenze e metodo editi, come quest'ultimo, dall'Editrice San Paolo, pone a tema il ruolo dei cattolici o meglio "la politica dei cattolici" evidenziando come approfondire questo tema non significhi ripensare un nuovo partito in un contesto storico cambiato, né rimpiangere ciò che è stato nell'esperienza del partito unico, ma prendere consapevolezza che la testimonianza del credente è già politica a causa -  e non in nome - della fede e ponendo fortemente l'accento sul rapporto tra la fede che nutre il fondamento delle scelte e la giustizia che la realizza... snodo decisivo nella riflessione del credente che voglia accogliere la sfida antica e sempre nuova di "essere nel mondo, senza essere del mondo" descritta alla fine del II sec. d.C. dalla Lettera a Diogneto.

p. Francesco Occhetta sj
p. Francesco Occhetta sj

Il Paese è debitore di generazioni di cattolici - si legge nella spalletta di presentazione - che hanno contribuito a promuovere riforme sociali  per il bene e la crescita di tutti. Poi, di decennio in decennio, sono aumentati il disimpegno, il tradimento degli ideali e la complessità di una realtà sempre più difficile da intrepretare. Oggi si tende a privatizzare la vita di fede e a nascondere l'impegno sociale e politico dei cristiani, eppure resistono voci ed esperienze che spingono a procedere controcorrente. 

Papa Francesco innanzitutto, richiama da tempo a un nuovo protagonismo, dopo aver tracciato temi precisi nel suo magistero sociale.

Padre Occhetta, profondo conoscitore della vita politica e sociale e delle dinamiche che il Paese sta vivendo in questo momento e da uomo di cultura e di fede, muovendo da queste sollecitazioni analizza il contesto, rilegge la storia recente d'Italia e propone un modello che - attraverso una nuova stagione di formazione - spinga i credenti a costruire la giustizia a partire dalla propria fede, per sperare nel futuro ed essere responsabili verso le generazioni che crescono partendo da quello che da un po' è come un suo motto: "Anzitutto spiritualità per guardare profondo, Poi formazione, cultura e competenze per guardare lontano". Un metodo, più che un motto, che Padre Occhetta ha posto a fondamento di uno degli "esperimenti" più interessanti attualmente in circolazione e di cui nel libro fa una profonda e attenta presentazione che è Comunità di Connessioni un percorso formativo, una comunità, appunto, che in questi giorni ha celebrato il suo primo Congresso Nazionale, per giovani soprattutto ma non solo, che egli stesso ha ispirato e che ha descritto come "un processo inarrestabile e irreversibile", raccontando "lo stile e l'intelligenza, le capacità e i sacrifici di giovani" che sono una realtà che stupisce e a cui "certo basterebbe dare le condizioni sociali e politiche per decollare". Una Comunità che è in sé una proposta "politica" per l'Italia, che si fonda su tre parole chiave: i volti, le competenze e un metodo di formazione, che per alimentare una nuova politica , con la "P maiuscola", pone come centrale il modello di una nuova stagione di formazione, una semina rappresentata da una stagione costituente che ripensi, una classe dirigente nuova, regole, riforme, parole nuove e orizzonti verso cui portare il Paese. 

Un libro che lo stile sempre pacato e mai scontato dell'autore rende di piacevole lettura e che può dire tanto nel marasma di interpretazioni nel quale tanti credenti annaspano, spesso attratti da visioni lontane dalla fede e animate da una finta giustizia.           

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