Genova e la Flotilla: quando il coraggio diventa storia
C'è un momento nella vita di un popolo in cui le parole smettono di bastare. Quando le coscienze, messe di fronte alla brutalità e all'ingiustizia, devono trasformarsi in azione. È ciò che sta accadendo a Genova, dove i camalli del CALP e migliaia di cittadini hanno deciso di alzare la voce e le mani contro la violenza che minaccia la Global Sumud Flotilla, la missione di pace e di solidarietà destinata a Gaza.
Non è una semplice iniziativa simbolica. È un gesto che scuote l'Europa, che interroga le istituzioni, che smaschera le ipocrisie. I portuali genovesi hanno messo in chiaro che non resteranno a guardare: "Se perdiamo contatto con le nostre barche, bloccheremo l'Europa". Parole che non sono uno slogan, ma la dichiarazione di una comunità pronta a difendere la vita, la dignità e la libertà.
I camalli di Genova non parlano il linguaggio delle diplomazie ambigue né delle cancellerie che si trincerano dietro il silenzio. Parlano la lingua del lavoro, della solidarietà concreta, della resistenza. Con loro, dietro di loro, c'è una città intera che ha scelto di stare dalla parte giusta della storia.
Genova è Medaglia d'Oro per la Resistenza, e in questi giorni quell'anima resistente si è risvegliata. Migliaia di persone, al Porto Antico, hanno gridato con una sola voce che la dignità non si negozia, che la vita di ogni donna e uomo a bordo della Flotilla è un patrimonio comune da difendere.
Di fronte a questa mobilitazione, le parole della sindaca Silvia Salis risuonano come un monito e un'ispirazione: "Non c'è una sola ragione per non essere qui con la fascia di sindaca". Con coraggio istituzionale, Salis ha ricordato che il vero patriottismo non è bandiera agitata per escludere, ma mano tesa per accogliere. Non è retorica vuota, ma impegno concreto per garantire che nessun bambino, a Gaza come altrove, venga dimenticato.
In un Paese in cui la politica spesso si gira dall'altra parte, la sindaca di Genova ha dato voce a chi non si rassegna all'indifferenza. Ha richiamato il governo alle proprie responsabilità: seguire la spedizione, proteggerla, assicurarsi che torni indietro sana e salva.
I veri patrioti, oggi, sono le donne e gli uomini che hanno consegnato tonnellate di cibo da inviare a Gaza, che hanno caricato quelle navi, che hanno scelto di non restare complici. I veri patrioti sono quelli che hanno deciso di resistere con il popolo palestinese, nel nome dell'umanità e della giustizia.
Il messaggio che parte da Genova è chiaro: non si tratta più solo di solidarietà, ma di un atto politico e civile che segna una linea di confine netta. Da una parte chi accetta che interi popoli vengano schiacciati, dall'altra chi si oppone e lotta perché la vita valga più dei profitti e la dignità più della propaganda.
Noi di QuintaPagina.eu siamo dalla parte della Sumud Flotilla, delle sue donne e dei suoi uomini, dei camalli genovesi, della città che ha scelto di non restare in silenzio. Stiamo con chi mette il proprio corpo e il proprio lavoro a difesa della pace e della giustizia.
La storia non ricorderà gli indifferenti, né i calcoli opportunisti di chi tace. Ricorderà invece chi, in un porto d'Europa, ha deciso di dire basta e di trasformare un atto di solidarietà in una lezione di civiltà.
La Flotilla è già storia. E Genova, ancora una volta, ha dimostrato da che parte vuole stare: dalla parte della vita, della libertà, della resistenza.

