Giornata Mondiale contro la povertà. «La povertà non aspetta, le mani tese degli ultimi sono mani che graffiano»

17.10.2022

Oggi 17 ottobre è la Giornata mondiale di lotta contro la povertà, dichiarata 25 anni fa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 47/196 del 22 dicembre 1992. Quest'anno segna anche il 30° anniversario dell'appello del 17 ottobre 1987 di padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento Atd-Quarto Mondo, quando centomila persone risposero riunendosi sul sagrato "delle libertà e dei diritti dell'uomo" del Trocadero a Parigi per rendere onore alle vittime della fame, della violenza e dell'ignoranza e per annunciare il loro rifiuto della miseria.

Dopo l'intervento di ieri di Papa Francesco alla FAO, in occasione della Giornata mondiale dell'Alimentazione, in una intervista oggi ad "Avvenire" il card. Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana, ricorda come «la povertà non aspetta, "le mani tese degli ultimi sono mani che graffiano. A loro non si può dire: un giorno toccherà anche a te. È necessario intervenire subito"».

«Papa Francesco - prosegue Montenegro - ci dice che bisogna agire con amore e per amore. La carità è rispondere alle necessità dell'altro. Ripeto: 

Non è elemosina, è ricerca di giustizia. 

Anche Benedetto XVI sottolineava l'importanza della carità nella costruzione di un'economia più giusta. L'amore ci spinge a guardare al di là di noi e ci invita ad avere coraggio nel fare scelte diverse».

Una giornata che richiama tutti al senso profondo della solidarietà, e che fa risuonare con forza le parole di Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata dei Poveri che sarà celebrata il prossimo 13 novembre: «La solidarietà, in effetti, - ha scritto il Pontefice - è proprio questo: condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà. D'altronde, bisogna considerare che ci sono Paesi dove, in questi decenni, si è attuata una crescita di benessere significativo per tante famiglie, che hanno raggiunto uno stato di vita sicuro. Si tratta di un frutto positivo dell'iniziativa privata e di leggi che hanno sostenuto la crescita economica congiunta a un concreto incentivo alle politiche familiari e alla responsabilità sociale. Il patrimonio di sicurezza e stabilità raggiunto possa ora essere condiviso con quanti sono stati costretti a lasciare le loro case e il loro Paese per salvarsi e sopravvivere. Come membri della società civile, manteniamo vivo il richiamo ai valori di libertà, responsabilità, fratellanza e solidarietà. E come cristiani, ritroviamo sempre nella carità, nella fede e nella speranza il fondamento del nostro essere e del nostro agire».

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