Giovani. E' emergenza sociale?

13.06.2022

Una riflessione a tutto tondo sul mondo giovanile a partire dai fatti di cronaca di questi giorni... uno sguardo sulla "disperazione" dei più giovani.

13.06.2022. Nei giorni scorsi, gli agenti della Squadra Volante di Isernia hanno arrestato un giovane che si era reso responsabile dei reati di violenza, resistenza e lesioni ad un Pubblico Ufficiale, oltre ad essersi rifiutato di fornire indicazioni sulla propria identità. Un altro giovane, che si trovava in sua compagnia, è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per violenza e resistenza ad un Pubblico Ufficiale.

Nel corso dell'attività quotidiana di controllo del territorio, gli agenti avevano notato, in Corso Risorgimento, i due giovani che procedevano con verso Piazza Tedeschi, i quali, alla vista dell'auto della Polizia, hanno accelerato l'andatura. Gli agenti li hanno fermati e hanno chiesto loro di fornire le proprie generalità ma i due giovani, con fare spavaldo, hanno rifiutato di fornirle, chiedendo addirittura agli operatori di Polizia di qualificarsi.

Così gli agenti hanno deciso di condurre in Questura i due soggetti per un controllo, ma, nel farli salire a bordo del veicolo di servizio, uno di essi, con fare deciso nel divincolarsi, ha causato lesioni personali ad uno degli agenti. 

12.06.2022... Un Sindaco della Provincia di Isernia: "Sono costretto a mettere le catene ai cancelli perché ormai quel posto (un centro sportivo) è divenuto il punto di ritrovo serale di ragazzi poco più che quindicenni che vanno lì, accendono le luci... si ubriacano... e sono talmente ubriachi che non riescono nemmeno a spegnere le luci e chiudere i cancelli. E ormai succede praticamente ogni sera". Chissà se i genitori di quei ragazzi li sentono rientrare la notte... e se si accorgono che i figli sono rientrati ubriachi...

Ancora... 11.06.2022... in una scuola della Lombardia. Una mamma ha visto gli agenti della Polizia locale che perquisivano il figlio 13enne e li ha investiti salendo sul marciapiede con l'auto. Nella scuola erano in corso i festeggiamenti per l'ultimo giorno di lezioni sono degenerati al punto da richiedere l'intervento dei vigili urbani. In particolare, alcuni ragazzi stavano facendo esplodere dei petardi e proprio a loro si sono avvicinati gli agenti, richiamati sul posto dalle segnalazioni di vari cittadini residenti in zona.

Durante la perquisizione sono arrivati i genitori di uno dei ragazzi fermati, che hanno iniziato a inveire contro la Polizia locale, invitando con termini decisamente coloriti gli agenti a "lasciare in pace" il figlio e i suoi amici. Uno dei genitori intervenuti ha sterzato bruscamente verso il marciapiede, finendo contro i due vigili.

Ancora... 30.05.2022... Un agente di polizia, non in divisa, è stato aggredito sabato intorno alle ore 19 da un ragazzino. Nel corso di una sorta di rissa avvenuta in una delle zone più complicate dal punto di vista sociale di Campobasso, il quartiere residenziale che va sotto il nome di Città nella Città, l'agente sarebbe stato colpito da un minorenne. Sembra che il ragazzino stesse cercando di difendere una terza persona sulla quale erano in corso accertamenti da parte della Polizia di Stato.

E prima ancora... 26.01.2022. La Squadra Mobile di Campobasso ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni 11 giovanissimi del capoluogo e zone limitrofe.

Undici ragazzi fra i 13 e i 17 anni, di Campobasso e zone vicine, che hanno seminato paura e terrore per oltre un anno. Lo hanno fatto in classe e all'uscita dalle scuole, per strada o in pizzeria. Ovunque. E con chiunque.

Ragazzini che, seguendo quello che sembra quasi il modello delle bande latine, non hanno codici di comportamento, se non uno: la violenza. Che per loro significa divertimento e potere. E una volta stabilito "chi comanda", quel divertimento della prevaricazione va ripreso con i telefonini e pubblicato su tutti i social. Facevano anche questo.

Sembra un bollettino di guerra... e invece è soltanto la ripresa di alcune notizie... la maggior parte di questa ultima settimana, che riguardano il mondo dei più giovani... addirittura dei giovanissimi... una rassegna che ci impone molte domande, prima fra le quali: è una emergenza sociale quella di fronte alla quale ci troviamo a riguardo dei nostri giovani? E poi... che cosa possiamo fare? Cosa può fare la famiglia, cosa la scuola, cosa le Istituzioni, cosa la miriade di Associazioni che insistono sui territori?

Abbiamo tenuto l'obiettivo ristretto nella ricerca, ma se allargassimo lo spettro molte e molte di più sarebbero le notizie meritevoli di essere approfondite... senza trascurare poi quanto accade sulla rete con il cyber bullismo.

Per non parlare, come mi è capitato in questi giorni, di apprendere di adulti, magari "educatori", che bullizzano i più piccoli, magari propri alunni, ridicolizzandoli davanti all'intera classe. Indice chiaro del fatto che non contenti di aver toccato il fondo, abbiamo iniziato anche a scavare.

E che dire delle statistiche che ci dicono che gli studenti italiani sono ultimi in Europa nella comprensione di un testo?

Ed è nata, per così dire, una sorta di 'gara' tra sociologi e psicologi, per carità legittima e utile, per cercare di individuarne le cause e captare la soluzione migliore di questo problema. In questi giorni tanti stanno studiando gli effetti delle restrizioni causate dalla pandemia in modo particolare nelle relazioni tra i più giovani, ma non solo tra essi.

Ricorderemo senza dubbio tutti il preoccupante ripetersi di azioni sconsiderate di bambini e ragazzi, suscitate da esempi errati ricevuti da Tik Tok o comunque dalla rete.

Di fronte a tutto questo, viene da porci ancora una domanda: bulli o disperati i nostri ragazzi?

Perché abbiamo la netta sensazione che il problema non stia tanto in Tik Tok o piattaforme del genere che propinano ogni sorta di "esempio" per i ragazzi. Ma che il malessere dei nostri ragazzi venga da più lontano... venga da quella velata, ma non troppo, disperazione che si portano dentro e che è frutto malato di una società che niente più di buono sa donare ai più giovani... che non sanno più ridere, non sanno più impegnarsi... sono sempre annoiati e stanchi... massacrati dalla routine quotidiana... che non sanno più cosa sia il sacrificio... tutto è dovuto e possibilmente senza sforzi eccessivi... che passano ore e ore ogni giorno incollati alla play station. Incapaci di relazionarsi! Che se la scuola non va bene... "Che me ne frega a me, non ci vado più"! 

Il tanto criticato, ma tanto corteggiato e seguito, Grande fratello, con i suoi numerosi fratellastri, sono lo specchio più spietatamente realistico di quello che ci tocca vivere nel quotidiano: lo scopo della vita è diventato, per qualcuno, essere unici e famosi. Divertendosi solamente e ad ogni costo. E facendo le scarpe agli altri, che sono soltanto avversari, casualmente e temporaneamente colleghi di una festa infinita. Per carità, niente di nuovo: Collodi col suo Paese dei Balocchi aveva già previsto tutto. Stiamo vivendo un'epoca in cui ci stanno raccontando che l'individuo è quello che conta di più e che per stare bene bisogna star bene anzitutto con se stessi. Senza magari considerare che se stiamo bene perché stiamo da soli, non vuol dire che siamo più liberi di altri: vuol dire che c'è qualche problema!

In un'epoca così disegnata diventa importantissimo e vitale aiutare i ragazzi che stanno crescendo a conquistare una dimensione sociale e comunitaria della vita di relazione; aiutarli a riscoprire l'importanza di alcuni valori fondamentali come la vita, la famiglia, la fede... lo studio... l'amicizia, quella vera... non quella complice. Si sta lasciando invece che i nostri ragazzi si crescano da soli, in branco... che fissino da se stessi i limiti del lecito e dell'illecito... e quando i nostri figli la fanno grossa... sorridiamo perché... sono furbi... o magari saliamo con l'auto sui marciapiedi per investire i vigili... perché "mio figlio non si tocca"...

I nostri ragazzi, tutti i ragazzi, hanno certamente bisogno di amici più grandi che investano tempo, energie ed interesse su di loro. Di persone che non passino il tempo a parlare di loro, ma con loro. Ma, e direi soprattutto, hanno bisogno che i loro amici siano amici tra loro, perché questo rassicura, riempie il cuore di speranza e permette di andare in giro per il mondo con un po' più di fiducia... Mentre invece viviamo un'epoca nella quale abbiamo paura anche del nostro vicino di casa... che per altro non conosciamo nemmeno.

D'altronde, come si fa a fidarsi di persone alle quali non si vuole almeno un poco di bene? Proprio così: abbiamo smesso di amarci... corriamo dietro alla vita, ma abbiamo smesso di viverla, il nostro fratello c'è solo se serve, se può essere utile al raggiungimento dei miei fini... e i nostri ragazzi imparano da noi... se solo, invece, potessero intravedere e respirare da noi più grandi una dimensione differente della vita comune... Potrebbero pensare finalmente che negli spazi comuni delle piazze non ci sono soltanto il Gatto e la Volpe in attesa di gonzi da spennare. Potrebbero pensare che si può davvero stare insieme ed essere tutti una star, perché quello che ci rende speciali e diversi e luccicanti di valore è il gruppo e il suo infinito spirito vitale. Potrebbero pensare che questo davvero può cambiare la vita di qualcuno e perché no, la vita del mondo intero.

Una società, quando viene coltivata come la più preziosa delle piante da frutto, fa venir voglia ai ragazzi di vivere davvero. 

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