Gli strumenti dell’antica Grecia- canto, generi ed armonie

15.02.2021

L'elemento di continuità tra il mondo della civiltà musicale ellenica e quella dell'Occidente europeo è costituito principalmente dal sistema teorico greco, assorbito dai romani e da essi trasmesso al Medioevo cristiano. Il sistema diatonico, con le scale a sette suoni e gli intervalli tra le note di tipo tonico o semitonico, tuttora alla base della teoria del linguaggio musicale occidentale, è l'erede e l'epigono del sistema musicale greco. Altri aspetti comuni alla musica greca e ai canti della liturgia cristiana dei primi secoli dopo Cristo, furono il carattere rigorosamente monodico della musica e la sua stretta unione con le parole del testo.

Del resto anche il Documento "Musicam Sacram- Istruzione del Concilium e della Sacra Congregazione dei Riti, risalente al Concilio Vaticano II, imponeva una drastica sinergia tra musica e contenuti, tra suoni e forme al canto sacro nelle Celebrazioni Liturgiche, onde poter elevare il popolo santo di Dio alla preghiera ed alla più profonda riflessione sul Mistero Eucaristico.

Il tipico strumento associato alla civiltà greca fu l'Aulos, uno strumento a fiato ad ancia, sacro al culto di Diòniso, dio del vino, dell'ebbrezza e dell'incantamento. Una striscia di cuoio girava intorno al capo dell'esecutore, aiutandolo a fermare tra le labbra le imboccature dell'aulos doppio, il diaulos, più diffuso dell'Aulos semplice.

Un altro strumento dell'antica Grecia fu la cetra, utilizzato generalmente per accompagnare i racconti delle leggende degli dei e degli eroi. La cetra era ritenuta sacra al culto di Apollo, dio della bellezza, e simboleggiava una diversa idea della musica, molto più razionale di quella associata al dio Diòniso. La lira consisteva in un cassa di risonanza dalle cui estremità salivano due bracci collegati a un giogo. Tra la cassa e il giogo erano tese le corde: dapprima 4, poi 7 ed anche in numero maggiore. La lira veniva suonata pizzicando le corde con un plettro d'avorio. Varietà della lira erano la forminx degli aedi, la pectis lidia, una piccola arpa, e la grande magadis, una grande arpa.

Vi è un mito che mostra la superiorità che acquistò, per i greci, la poesia accompagnata dalla cetra. Si tratta del mito di Atena, dea della sapienza, la quale gettò via l'aulos perché la costringeva a contorcere il viso per suonare, scegliendo la cetra. Vi è quindi l'idea della superiorità della musica razionale rispetto a quella irrazionale. Vengono riconosciute entrambe le dimensioni, associate una ad Apollo e l'altra a Dioniso.

Altri strumenti erano la siringa, o flauto di Pan, formata da 7 canne disposte una vicina all'altra e di altezza digradante, e la salpinx, strumento simile alla tromba. Tra gli strumenti a percussione si ricordano i tamburi, i cimbali, gli attuali piatti, i sistri e i crotali.

Relativamente al canto ed armonia si osserva che verso la fine del periodo arcaico inizia a svilupparsi una lirica monodica, affidata ad una voce sola ed eseguita in contesti conviviali. In alcune città come Sparta, invece, dove si sviluppò un forte senso civile, dove si dava maggior importanza alla dimensione collettiva della vita sociale, nacque una produzione di musica corale, affidata ad eventi celebrativi pubblici, sia religiosi che laici. Forme della lirica corale furono: il peana in onore di Apollo, il ditirambo in onore di Dioniso, l'imeneo, canto di nozze, il threnos, canto funebre, il partenio, canto di fanciulle, gli inni in onore degli dei e degli uomini e gli epinici in onore dei vincitori dei giochi panellenici. Nella lirica corale si realizza pienamente l'unione delle tre arti della Mousikè, perché alla poesia si aggiunge la danza, mentre il coro si muoveva coreograficamente durante l'esecuzione dei canti corali.

Il ritmo di questi canti era lo stesso della poesia. Il coro greco cantava all'unisono, utilizzando il procedimento dell'eterofonia: veniva cantata un'unica melodia, ma ad altezze diverse. Massimi poeti e musicisti dei canti corali furono Stesicoro e Pindaro. Siamo tra il periodo arcaico e classico.

La musica inizia ad assumere la sua vera connotazione «maieutica e catartica», nella più nobile e profonda bellezza di un'arte nobile e «civile».

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