Gli studi filosofici: una necessità storica
di Egidio Cappello
In un momento di grande crisi culturale, qual è il nostro, si leva, da più parti, il monito a rinnovare i saperi, a rileggere i saperi, a riformulare convinzioni e congetture su cui fondare percorsi di vita autentica. Nel crogiuolo delle necessarie trasformazioni delle conoscenze, nella ricerca di quanto di nuovo possa assumere un ruolo fondamentale di edificazione del futuro, non posso tacere le straordinarie potenzialità dei saperi filosofici. Sento il bisogno di ribadirne la necessità storica. Ma il mio riferimento va alla filosofia autentica, quella dei primordi, quella nata sulle spiagge di Mileto, quella che coinvolge la vita delle comunità e si fa storia.
La filosofia autentica è sapienza di ciò che unisce e la ricerca filosofica è ricerca di cultura aggregante, ricerca di dialogo, ricerca di relazione in ogni settore della vita civile. Occorre liberare la sapienza filosofica da tutto quanto oggi ne ha impropriamente conquistato la cittadinanza, come i soggettivismi, gli empirismi, i relativismi, i materialismi, i nichilismi e i pensieri deboli che inneggiano alla mediocrità della ragione umana. Occorre cestinare tutte le argomentazioni che promuovono la separazione, la frattura, la incomprensione, lo scontro e la violenza. Bisogna ricominciare con lo stesso entusiasmo con il quale i filosofi di Mileto contemplavano e leggevano la natura, cogliendo la voce unitaria di tutte le cose.
Troppe pagine, del tutto estranee, oggi sono nei testi di filosofia, troppe letture, troppe interpretazioni delle cose del mondo aliene dai principi fissati da Talete, da Anassimandro, da Anassimene, da Eraclito, da Parmenide e trasmesse da Aristotele alla cultura di ogni tempo. Troppa cultura oggi ha valenza filosofica senza possedere alcuna aspirazione a creare e promuovere unità cosmica. Un forte stimolo alla ricerca di saperi unificanti è venuto dalla pandemia e dalle dinamiche belliche che hanno abbattuto convinzioni, congetture e sistemi valoriali nati all'interno di ideologie e percorsi di potere. Hanno riproposto invece concezioni e interpretazioni unitarie del cosmo e hanno sospinto a leggere la storia umana come un organismo dall'unica origine e dall'unico itinerario.
La cultura contemporanea è consapevole del rivolgimento in atto, e va ridefinendo la gerarchia delle conoscenze; l'incontro con la filosofia si fa sempre più decisivo. Il bisogno di unità, di universalità, di confronto, di solidarietà, impone una tensione nuova, impone un vocabolario nuovo e richiede di riformulare i significati dei codici di comunicazione. Pensiamo alle categorie di giustizia, uguaglianza, umanità, natura, ragione, etica, diritto, politica, società, accoglienza, solidarietà, responsabilità, fraternità, libertà, relazione, metafisica, trascendenza, fede, speranza, spirito, categorie del tutto private della propria storia autentica e della propria ampiezza significativa e costrette in rivoli imposti da saccenterie individualistiche e ideologiche. La cultura contemporanea sta riacquistando una nuova vitalità attraverso la elaborazione di risposte spiccatamente umane alle grandi problematiche e ai profondi bisogni dei nostri tempi.
La determinazione a perseguire quadri interpretativi nuovi, di ampia spiritualità, sta spingendo i cultori a rivedere il senso degli empirismi, dei materialismi, degli storicismi, di quanti sistemi si fondano su una ragione limitata ai recinti della sensibilità. Il linguaggio che si va affermando è il linguaggio filosofico delle origini, quello autentico, quello di Talete, di Eraclito, di Parmenide, di Pitagora, di Ippocrate, di Socrate, di Platone, di Aristotele, quello che ha accompagnato e supportato la ricerca dell'unità cosmica e dell'armonia di tutte le cose. Entusiasma e affascina ancora la ricerca dell'archè che distingue il cammino compiuto da Talete sino ad Aristotele. Proprio Aristotele, l'"ipse" della cultura occidentale per quasi due millenni, ha raccontato il periodo iniziale della ricerca filosofica e ne ha indicato la forza del linguaggio nonché il ruolo dei contenuti stabilendone l'origine, la metodologia e le finalità autentiche.
Questa filosofia va rivitalizzando la cultura di oggi, immettendo nella stessa il sangue vivo di un'ottica della essenzialità, della unitarietà e del coraggio. Penso alla consapevolezza della esistenza di una sapienza della unità, di una sapienza delle cose che uniscono, una sapienza frutto e nello stesso tempo fondamento di composizioni, di unificazioni, di sintesi superiori. Questa consapevolezza si è rafforzata nella storia attraverso la conoscenza di tutte le virtù della mente umana e la certezza di poterle utilizzare in pieno. La filosofia autentica è quindi il frutto dell'uso integrale della ragione.
La ragione ha le sue regole, le sue "ragioni", non è strumento di elucubrazioni e di voli pindarici, ha il proprio naturale percorso, i propri obiettivi, le proprie metodologie operative. Ragionare è il verbo della filosofia, il verbo che rinvia all'uso pieno e integrale della ragione. Da Mileto, luogo dell'inizio, sopraggiunge anche il significato autentico dell'aggettivo "razionale", non qualsiasi frutto di una ragione monca, priva della consapevolezza di se stessa, ma il frutto della ragione che tende all'unità dei pensieri e volge verso un unicum logico, etico ed umano. È quindi " razionale" ciò che deriva da una ragione nella pienezza delle sue capacità creative, e che è significativo nella ricerca dell'itinerarium ad unum. Ma da Mileto sopraggiungono anche la libertà della mente umana, la illimitatezza della mente umana, il coraggio della mente umana, la consapevolezza di poter accedere alle dimore del trascendente con il linguaggio più giusto e appropriato.
Notevole è ancora la semplicità della ricerca per la quale la mente unisce la dimensione terrena a quella divina con una straordinaria naturalezza. Penso a Pitagora mentre di notte ascolta l'armonia delle stelle e ne trae musiche "celestiali", mentre Apollo gli suggerisce i teoremi geometrici fondamentali. Penso ad Ippocrate che registra le indicazioni che gli vengono date dal dio Asclepio su come curare un paziente affetto dal mal di pietra. Penso ai legislatori che scrivono le raccolte di leggi su dettatura da parte degli dei, conoscitori dell'animo umano e padroni della storia. Da Mileto arriva anche il senso della cosmicità, della unitarietà e della universalità della cultura umana e la ricerca del principio primo, fondamento della vita di tutta l'umanità, ne è la chiara dimostrazione. La individuazione dell'acqua da parte di Talete, dell'aria, da parte di Anassimandro, del fuoco e della terra, da parte di Parmenide, del pieno e del vuoto, da parte di Eraclito, sono esempi della universalità nella quale trova la propria naturale collocazione il bisogno filosofico. La ricerca dell'unitario fondamento aggregante viene accentuata nelle scuole di Atene, nella scuola sofistica, in quella platonica, in quella aristotelica, in cui si pongono le basi della consistenza della ragione umana, delle sue doti, delle sue capacità di dominio del mondo visibile e invisibile.
Notevole la lezione di Platone che fa della mente umana uno strumento illimitato capace di cogliere la universalità, l'oggettività, l'eternità e la verità delle idee. Chi riesce a guardare la verità delle idee universali è idoneo a gestire la cosa pubblica, sentenzia Platone. E si faccia avanti chi è contrario. E ancora va ricordato il divino Aristotele che ha guardato il mondo con un unico colpo di occhio e ha scoperto la dinamicità ordinata del cosmo e il suo itinerario verso il luogo di Dio. Quando questo prezioso scrigno di idee, di certezze, di convinzioni autorevoli, sarà visto e toccato con mano, quando il contenuto sarà parte della vita di ciascuno, in modo particolare delle giovani generazioni e in chi ha responsabilità educative, allora sarà possibile gridare alla vittoria sulla pandemia, sulla guerra, sulla solitudine e sulla sofferenza.
In questo percorso, culturale ed etico, la filosofia ha un ruolo di
primo piano. L'impianto della ricerca filosofica non consiste in un settore
disciplinare piò o meno lontano da altri settori: esso è il fondamento della
crescita integrale dell'uomo in quanto la ricerca di ciò che unisce coinvolge
la dimensione intellettiva, quella sociale e quella etica della vita umana.
Nella filosofia ogni parzialità viene superata e ogni settore culturale entra a
pieno titolo nella universalità e nella unitarietà del mondo interiore
dell'uomo. La filosofia è struttura e fondamento di relazioni profonde, di dialogo,
di solidarietà, di giustizia e di pace e oggi è strumento di vita nuova e
qualificante.