Guida sotto effetto alcol, primato negativo per i molisani
Quattordici molisani su cento hanno ammesso di aver bevuto due o più unità alcoliche un'ora prima di mettersi alla guida. È quanto emerge dal report del Sistema di sorveglianza Passi dell'Istituto Superiore di Sanità relativo al biennio 2023-2024.
Un dato inquietante, che colloca il Molise al primo posto nella graduatoria nazionale e quasi triplica la media italiana, ferma al 5,6%. Sempre secondo l'indagine, una persona su due è stata fermata dalle forze dell'ordine mentre era alla guida, e l'8,7% è stata sottoposta all'etilotest.
Ma questi numeri, più che un semplice campanello d'allarme, raccontano una realtà sociale più ampia e profonda: quella del vuoto che si vive nei paesi, di una solitudine collettiva che si trasforma troppo spesso in abitudine, in noia, in fuga.
Dietro una bottiglia aperta al bar o una sera passata a "fare un giro" dopo aver bevuto, c'è un disagio silenzioso, una mancanza di alternative, di spazi, di proposte, di relazioni significative.
Molti giovani e adulti che restano nei piccoli centri del Molise lo fanno in un contesto dove il tempo sembra fermo, dove la piazza non è più luogo di incontro ma di abitudine, dove la socialità si riduce a un bicchiere in più per riempire il silenzio di giornate tutte uguali.
Eppure, questo non può essere considerato solo un problema individuale o di educazione stradale: è un fallimento collettivo. È il segno di una politica sociale assente, incapace di aprire orizzonti, di immaginare un modo nuovo di vivere i paesi, di ridare senso e dignità alla comunità.
Servono luoghi di incontro veri, esperienze culturali, laboratori, politiche giovanili capaci di accendere curiosità e speranza. Serve una nuova cultura sociale, che non si limiti a "controllare" ma che sappia costruire senso di appartenenza e responsabilità.
Perché non è solo il tasso alcolemico a salire, ma anche il livello di disillusione, di isolamento, di disamore verso la propria terra.
E invertire questa tendenza non significa soltanto ridurre un rischio sulla strada, ma restituire alle persone – soprattutto ai giovani – il diritto di immaginare un futuro diverso, in un Molise che non sia più sinonimo di vuoto, ma di rinascita.




