‘I due Papi’ e la Chiesa nel mondo di oggi

28.04.2025

In ricordo di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco 

di Giulia Zinedine Fuschino

Ogni cammino, più o meno lungo, deve iniziare da qualche parte. Ogni cammino, più o meno magnifico, può iniziare con un errore. Quindi, se vi sentite persi, non preoccupatevi. Dio non si darà per vinto. Intesi? BUENOS AIRES 2005»

Con questa frase, spiegando la storia di S. Francesco, inizia il film 'I due Papi' (The Two Popes) uscito nel 2019 per Netflix, regia di Fernando Meirelles. A raccontare in omelia questa storia è Jorge Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires. Siamo nell'aprile 2005, è appena morto Papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla e si riunisce il Conclave. Bergoglio non ama il cerimoniale ed è già propenso a dimettersi dalla carica di arcivescovo per tornare ad essere un semplice prete. I vari scrutini vedono un testa a testa tra Joseph Ratzinger, già eminente in Vaticano, e inaspettatamente lui. Tuttavia, emerge nella sceneggiatura di Anthony McCarten, basata su un omonimo copione teatrale, che il nostro protagonista ha una visione radicalmente diversa dal cardinale tedesco e non auspica al soglio di Pietro per nessuna ragione. Viene pertanto eletto a maggioranza Ratzinger, col nome di Benedetto XVI. Passano sette anni di pontificato e la Santa Sede viene travolta da scandalo Vatileaks e dalla perdita di popolarità del Papa, dovuta a una sua vocazione pastorale più rigida e dottrinale che viene percepita lontana dall'evolversi continuo della società.

Nodo centrale. Frustrato dalla direzione intrapresa dalla Chiesa, Bergoglio chiede ufficialmente il permesso di ritirarsi dalla sua carica. Subissato da questi continui scandali, non in ultimo casi di pedofilia, contemporaneamente il Papa lo convoca personalmente a Roma per altri motivi, e questo soggiorno romano finirà per diventare così un'occasione per i due di conoscersi meglio e confrontare le proprie idee, tra tradizione e progresso, senso di colpa e perdono, spingendo il Pontefice a intraprendere una scelta difficile per il bene di oltre un miliardo di fedeli: dimettersi, essendo certo dell'elezione a successore di Bergoglio, che nel 2013 verrà eletto con il nome di Francesco.

La costruzione narrativa creata immaginando una serie di incontri, sempre più informali, come sempre più cresce la stima, è ciò che rende il film gradevole e intelligente: dal dialogo tra i due emerge molto sia dell'idea di Chiesa sia del loro vissuto personale; le vocazioni, le passioni (la musica classica per Benedetto XVI e il calcio per Francesco) e, soprattutto, Bergoglio come Padre provinciale della Compagnia di Gesù durante la dittatura in Argentina, il ruolo di Ratzinger nella lotta alla pedofilia nel clero come confessione reciproca e richiesta di perdono. Anthony Hopkins (Ratzinger) e Jonathan Pryce (Bergoglio), due grandi attori caratteristi inglesi, restituiscono i due papi tra sofferta vita di fede sia pur nelle loro rispettive vie e fragilità umane, humor e dottrina, diffidenza e stima. Un rapporto complesso ma che sfocia in un'amicizia mantenuta fino alla fine.

Qual è, infine, il ruolo che la Chiesa deve avere nel mondo di oggi, chi aveva ragione? Il film non dà ragione ad uno o meno, piuttosto sottolinea quello che lo stesso Pontefice appena scomparso ha sempre sottolineato col suo operato pastorale: la Chiesa è i suoi figli, chiunque essi siano e vive per coloro soprattutto che soffrono e peccano, perché Gesù era lì per loro e questa è o dovrebbe essere la stessa missione dei successori di Pietro. Ma, Dio dove si può trovare? Lo spiegano in maniera chiara i due protagonisti:

Papa Benedetto XVI: Tu concedi i Sacramenti a chi non è in Grazia di Dio. Ai divorziati, per esempio.

Jorge Bergoglio: Io credo che il Sacramento della Comunione non sia un premio per i virtuosi, ma cibo per gli affamati.

Papa Benedetto XVI: È più importante ciò che credi tu o ciò che la Chiesa insegna da centinaia di anni?

Jorge Bergoglio: No. Marco, capitolo due, 17: "Sono venuto per i peccatori" la Chiesa ce lo insegna da migliaia di anni.

Papa Benedetto XVI: Il cambiamento è un compromesso.

Jorge Bergoglio: La vita... la vita che Egli ci ha donato, non fa altro che cambiare.

Jorge Bergoglio: In natura nulla è statico, non lo è l'universo e neanche Dio.

Papa Benedetto XVI: Dio non cambia mai.

Jorge Bergoglio: Sì che cambia. Dio si trasforma.

Papa Benedetto XVI: "Io sono la via" come lo troveremmo se fosse sempre in movimento

Jorge Bergoglio: Lungo il tragitto?

Seppur un'opera d'arte, il film restituisce bene quello che nasce da due personalità opposte, ma anche il loro lascito più fecondo, soprattutto e più sentito, quello di Francesco, che è stato e resterà il Papa che più di tutti ha insegnato a cercare Dio lungo il tragitto.

©Produzione riservata

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