Il bambino KR046M0 poteva essere salvato e con lui tutti gli altri

02.03.2023

Mattarella va a Crotone dalle vittime. Nuovi elementi nella ricostruzione della tragedia di domenica, nella quale sono morte 67 persone 

«L'unica vera cosa che va affermata è che non devono partire. Quando si è in queste condizioni non bisogna partire. Un messaggio etico. Sono stato educato anche alla responsabilità».

 Matteo Piantedosi, Ministro dell'Interno, 28 febbraio 2023 

«A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4, ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8... ».

Vittorio Aloi, Comandante della Capitaneria di Porto di Crotone 

Bisogna partire proprio da qui, dalle dichiarazioni schiette rilasciate ieri mattina davanti alla camera ardente dal comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi, per comprendere la vergogna delle parole del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e cercare di sbrogliare, un filo alla volta, l'intricata matassa di eventuali sottovalutazioni, rimpalli burocratici o eventuali responsabilità che non ha determinato l'uscita in mare di mezzi navali adeguati fra sabato sera e domenica mattina, quando ancora era possibile un soccorso al barcone con 180 migranti poi naufragato a Steccato di Cutro, con 67 vittime e 81 superstiti finora accertati, oltre a un numero imprecisato di dispersi. Vittime alle quali renderà omaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che oggi sarà a Crotone, dove giungerà anche la neo segretaria del Pd Ely Schlein. Il capo dello Stato dovrebbe recarsi al palasport dove è stata allestita la camera ardente e, forse, anche in ospedale a visitare i feriti.

Sì, perché ormai in Italia sotto la voce difesa dei confini, si nasconde un regime vero e proprio per il quale le operazioni in mare non sono di soccorso e salvataggio, ma di polizia! 

L'inchiesta della procura di Crotone procede per omicidio e naufragio colposo e favoreggiamento di immigrazione clandestina nei confronti di tre presunti scafisti, sospettati di aver governato l'imbarcazione e di cui ieri il gip ha convalidato i fermi, convertendoli in tre ordinanze di arresto.

Non ci sarebbe invece al momento, sulla scrivania del procuratore Giuseppe Capoccia, un'ipotesi di omissione di soccorso o altri reati a carico della catena di autorità competenti negli interventi di salvataggio. «Perché non siamo usciti? Dovreste conoscere i piani, gli accordi ministeriali – ha detto ieri il comandante Aloi –. Le nostre regole di ingaggio sono una ricostruzione molto complessa. Ci sarebbe bisogno di specificare come funziona il dispositivo per il plottaggio dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti». Ciò perché, ha puntualizzato l'ufficiale, «le operazioni le conduce la Gdf finché non diventano Sar.», ossia di ricerca e salvataggio. Qui sta il primo nodo: all'inizio, la procedura che manda in mare le vedette della Gdf, poi rientrare, non è Sar, ma di polizia. Il comandante Aloi tiene il punto: «Crediamo di avere operato secondo le nostre regole d'ingaggio. Quali? Sarebbe troppo lungo specificarlo, anche perché sono spesso regole che non promanano dal ministero a cui appartengo», quello dei Trasporti, ma «da quello dell'Interno». Questo è il secondo punto: le competenze ministeriali, in caso di interventi in mare verso i barconi di migranti, si intersecano a volte anche con quelle europee dell'agenzia Frontex. «C'è un intricato discorso di ricostruzione dei fatti – considera ancora il comandante crotonese –. Stiamo rifacendo tutto il percorso dei fatti e poi riferiremo all'autorità giudiziaria. Io sono provato umanamente, ma professionalmente a posto».

Il lasso di tempo da esaminare è di 5-6 ore, anche se alle 4.57 di sabato mattina c'era già una segnalazione del Centro di coordinamento dei soccorsi marittimi della Guardia Costiera «a tutte le navi in transito nello Ionio» per un'imbarcazione in difficoltà, senza coordinate precise. Ma andiamo alle 23 di sabato, quando un aereo di Frontex segnala la presenza di uno scafo a 40 miglia dalla costa crotonese.

Perché in quel momento non viene attivato un «evento Sar»? La prima mail di Frontex, è l'obiezione del titolare del Viminale Matteo Piantedosi, «non aveva segnalato una situazione di pericolo a bordo». La medesima linea del Comando generale della Guardia costiera, che fa capo al ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Ma per Frontex, tocca alle «autorità nazionali competenti classificare un evento come ricerca e soccorso». Fatto sta che a mezzanotte di sabato sono partite due unità della Gdf, con disposizioni di law enforcement, poi tornate indietro per il mare forza 4. Perché non sono state avvicendate da altre unità della Guardia costiera?

Non c'è stato un Sos, se non dopo il naufragio, con una chiamata in inglese al 112. Per gli inquirenti, gli scafisti disponevano di un disturbatore di frequenza dei cellulari. Alle 4 di domenica mattina, il caicco si è fracassato su una secca a 150 metri dalla riva. I primi soccorsi arrivano alle 4.30: due carabinieri recuperano una ventina di cadaveri e salvano due persone. Nella relazione allegata agli atti, la Capitaneria di porto crotonese scrive di avere ricevuto la prima segnalazione «alle 4.37». Alle 5.37 scatta l'operazione Sar, ma quel punto sulla spiaggia ci sono ormai decine di corpi.

Caro piccolo KR046M0, dunque hanno mentito... si poteva uscire in mare per salvarti. Si poteva e si doveva. Hanno mentito e continueranno a farlo. E forse non sapremo mai la verità! Hanno dovuto chiamarti con un Codice. Non sapremo mai quale fosse il tuo vero nome. Se salvare quelli come te non fosse stato ritenuto un reato, avresti avuto braccia pronte a raccoglierti e regalarti l'alba ogni mattina. E invece no, in quei maledetti 200 metri ti sei ritrovato da solo, in balia delle onde. La tua barca si è spezzata e siete stati spazzati via dalla forza del mare. Sai piccolo, da tre giorni tutti si dicono addolorati e sconvolti... puzzano di ipocrisia da lontano. Quel cinismo... per la follia del "dobbiamo aiutarli a casa loro" non hanno pensato che nel frattempo tu eri in mare... e ti hanno lasciato solo e ti hanno negato l'alba. Un uomo importante, qui da noi fa il ministro, ha detto che lui "non sarebbe mai partito perché è stato educato alla responsabilità", forse avrà pensato che stavi venendo in vacanza o chissà quale feroce criminale fossi... Dì a Dio che ci perdoni... fallo anche tu se puoi. 

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