Il CISAV dialoga con Albino Fattore in "DIALOGHI CERRESI"

20.08.2021

di Paolo Scarabeo

Un nuovo interessantissimo appuntamento con il Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno si vivrà, domani, sabato 21 agosto a partire dalle ore 18.00 sul pronao della Chiesa Madre di Cerro al Volturno (IS) in piazza Santa Maria, ai piedi del Castello Pandone, dove i ragazzi del CISAV dialogheranno con l'artista e poeta locale Albino Fattore. Filo rosso dell'incontro sarà il dialetto e il suo uso riflesso: da etichetta sociale classista a vezzo linguistico.

Si racconterà Cerro attraverso gli occhi del poeta: linguistica, paesaggistica ed arte nei versi di Albino Fattore, uomo e artista di grande fede, straordinaria sensibilità e profondo umanesimo. Nelle sue opere Albino Fattore dà vita ad un artificio letterario in cui la centralità della civiltà contadina è strettamente collegata al linguaggio usato, un naturale intreccio tra italiano e dialetto, in cui i personaggi presentano nomi propri del tipico parlato, metatesi che non si fermano ai nomi propri dei personaggi, ma compaiono in ogni singolo discorso diretto, in cui i personaggi dialogano soltanto in dialetto. Uno stile che fa tornare alla mente scrittori del calibro di Pasolini o Gadda. Come loro infatti, anche Fattore dà vita a storie di spaccati quotidiani  in cui la condizione umana viene sottolineata e denunciata non solo nella descrizione degli avvenimenti e delle loro vita, ma anche attraverso il loro comunicare. 

Un tema che può essere approfondito nello studio a firma di Giammarco Rossi, pubblicato nel primo numero della collana Saperi territorializzati edita dal CISAV, pp. 37-40.

Ma, tornando al teme, la letteratura dialettale è una "letteratura minore?"

Non potrebbe esserci errore più grave che pensare una cosa di questo genere. Meglio ci aiuta a comprenderlo quanto disse Umberto Eco nel 2011, durante un Convegno sul 150° anniversario dell'Unità d'Italia: "La scomparsa del dialetto sarebbe gravissima e bene lo sanno i linguisti che auspicano che i dialetti siano recuperati come seconda lingua degli affetti e dell'identità ancestrale e che al dialetto si ritorna con amore, per ritrovare il sapore e il tepore dell'infanzia perduta e le nostre radici".

Dunque, nel dialetto c'è la nostra lingua e la lingua è vita per un individuo, il pilastro delle proprie radici.

Anche a livello sociale, da svariati anni ormai, il dialetto non è più un'etichetta associata ad analfabeti o a persone poco istruite. Oggi chi sa scrivere e parlare il dialetto è considerato persona con un ricco bagaglio culturale, visto che il dialetto equivale ad un codice vero e proprio, come lo sono le lingue straniere.

Dunque si preannuncia come un incontro ricco e dai contenuti assolutamente interessanti, anche in considerazione - conoscendolo bene possiamo permetterci una chiosa - della ricchezza culturale e di umanità di cui Albino Fattore è dotato.

La circostanza sarà occasione anche per una mostra espositiva delle opere di Albino e Michele Fattore.