Il Cuore batte forte al “Savoia Benincasa”: trionfo e festa vera al Trofeo del Cuore 2025
di Paolo Scarabeo
Quando il cuore guida i piedi, il campo diventa poesia. E il "Savoia Benincasa" lo ha dimostrato ancora una volta, conquistando per il secondo anno consecutivo il prestigioso Trofeo del Cuore: una manifestazione sportiva che intreccia talento, memoria e il senso profondo della comunità scolastica di Ancona.
Nella giornata conclusiva – vissuta ieri sotto un cielo terso e tra le emozioni che solo i ragazzi sanno accendere – si sono sfidate sei squadre: ITIS, ISTVAS, Galilei, Cambi, Rinaldini e, naturalmente, i campioni in carica del "Savoia Benincasa". Un torneo che ha il sapore della festa, ma che si gioca con l'intensità di una finale mondiale.
A rendere ancora più significativa l'occasione, la presenza delle istituzioni: Antonella Andreoli, assessore all'Istruzione del Comune di Ancona, e Marco Luna, presidente del CONI Marche, che hanno premiato con entusiasmo i partecipanti.
Ma il Trofeo del Cuore non è solo sport. È memoria viva. È dedicato a Federico Frezzotti, giovane anconetano tragicamente scomparso in un incidente stradale nel 2009. Ogni partita, ogni gol, ogni applauso è stato anche per lui. E quel silenzio carico di emozione che ha aperto la giornata lo ha reso presente in ogni battito, in ogni passo.
Il "Savoia Benincasa" ha dimostrato sin dalle fasi preliminari la forza del collettivo. Il 30 maggio ha chiuso il girone a punteggio pieno. In semifinale, vittoria sofferta ma meritata contro il Galilei (1-0). E infine, il sigillo nella finale contro l'ITIS, ancora con un secco 1-0. Il risultato? Una squadra compatta, talentuosa, piena di spirito. Ancora una volta, campione.
Applausi a scena aperta per Bucciarelli, miglior giocatore del torneo, e per Gentile, miglior portiere. Due nomi, due simboli. Ma dietro di loro, una squadra intera che ha saputo correre e soffrire insieme. Il tutto sotto la guida premurosa e attenta del professor Michele Cattani. Figura carismatica, educatore prima che tecnico, maestro più che allenatore. Un uomo di altri tempi, verrebbe da dire. Di quelli che sanno guardare i ragazzi negli occhi e vedere oltre la superficie. Il suo lavoro – fatto di pazienza e fiducia – si è visto nei dettagli: nella compattezza del gruppo, nella lealtà in campo, nella compostezza anche nella vittoria.
Quella di ieri è stata una vittoria collettiva, frutto dell'impegno del Dipartimento di Scienze Motorie del "Savoia Benincasa", che ha curato con dedizione la preparazione e la selezione degli atleti, dimostrando quanto la scuola possa essere fucina di educazione integrale.
"In qualità di accompagnatore responsabile della spedizione – ha dichiarato con orgoglio il professor Cattani – inutile negare la mia felicità per questa vittoria, la seconda consecutiva. Il merito è tutto dei nostri ragazzi, che hanno dimostrato talento e maturità. Ringrazio il Dipartimento di Scienze Motorie per la collaborazione, la nostra dirigente, dottoressa Maria Alessandra Bertini, i suoi vice e tutti i colleghi e colleghe che ci hanno supportato: Renata Mercogliano, Christiana Lucchetti, Andrea Guerci, Annapaola Rossi, Sabrina Piastrellini, Roberta Alesi e Claudia Mosaici".
Più che un torneo, il Trofeo del Cuore è ormai diventato un simbolo: di crescita, di comunità, di memoria. E il "Savoia Benincasa" ne ha scritto un'altra pagina brillante. Con la grinta dei suoi studenti, la guida dei docenti, il sostegno delle istituzioni e quel sentimento che non si insegna, ma si sente: il cuore.
Non è solo una competizione. È una dichiarazione d'intenti. Il Trofeo del Cuore è l'idea che si può crescere insieme attraverso lo sport, che la scuola può ancora essere un luogo di comunità, che il talento non si misura solo in voti, ma anche in dedizione, empatia, voglia di esserci. Lo hanno dimostrato tutti i partecipanti: chi ha vinto e chi no. Perché, alla fine, al Trofeo del Cuore, vince chi partecipa con l'anima.
La giornata si è chiusa tra cori, abbracci, foto di gruppo e una promessa: "Ci rivediamo l'anno prossimo". E magari non tutti saranno ancora studenti, ma ciascuno porterà con sé un pezzo di questa esperienza. Un momento che resta. Perché, come diceva un vecchio cronista: ci sono partite che finiscono, ed emozioni che restano. Il Trofeo del Cuore è una di queste.
