Il grido di Francesco, fermatevi!

02.10.2022

Il Pontefice all'Angelus si è rivolto per la prima volta direttamente ai leader di Russia e Ucraina: esiste un concreto «rischio di escalation nucleare con conseguenze catastrofiche» 

«L'andamento della guerra in Ucraina è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione. Per questo oggi vorrei dedicarvi l'intera riflessione prima dell'Angelus». Papa Francesco si affaccia alla finestra del Palazzo apostolico e parla in via eccezionale prima della preghiera mariana, come fece solo nel 2013 per la guerra in Siria, un appello nel quale ogni parola esprime l'urgenza di fermarsi, subito, prima che il mondo rischi una catastrofe nucleare.

È la prima volta che il pontefice si rivolge direttamente ai leader di Russia e Ucraina: «Il mio appello si rivolge innanzitutto al presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare , anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D'altra parte, addolorato per l'immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell'aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al presidente dell'Ucraina a essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo».

Da una parte fermare l'aggressione, dall'altra aprirsi a proposte di pace «serie».

Nelle parole di Francesco c'è anche la condanna dell'annessione russa di quattro province ucraine, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson: «Deploro vivamente la grave situazione creatasi negli ultimi giorni, con ulteriori azioni contrarie ai principi del diritto internazionale. Essa, infatti, aumenta il rischio di un'escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale».

Il tono del Papa è solenne: «In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste, stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell'integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni». Bisogna fare presto, perché «questa terribile e inconcepibile ferita dell'umanità, anziché rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi», esclama Francesco: «Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo una distruzione?».

Così Francesco alza lo sguardo: «Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai!». E prosegue: «È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell'Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l'umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo...». La violenza non si ferma, «per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l'aria santa della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!». 

Di qui la conclusione: «Dopo sette mesi di ostilità, si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore! Confidiamo nella misericordia di Dio, che può cambiare i cuori, e nell'intercessione materna della Regina della Pace». 

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