Il Messaggio Urbi et Orbi di papa Francesco

04.04.2021

Dopo la Messa Francesco ha impartito la tradizionale benedizione del giorno di Pasqua. Nel suo messaggio un forte appello a condividere i vaccini con i Paesi più poveri, a rimuovere le limitazioni alla libertà di religione e contro le troppe guerre e violenze che "ancora ci sono nel mondo": è "scandaloso" che malgrado la pandemia con tutte le difficoltà che ha portato, non cessino i conflitti armati. 

"Gesù, il crocifisso, è risorto". Questo annuncio che oggi riecheggia in tutto il mondo "non mostra un miraggio, non rivela una formula magica, non indica una via di fuga" ma racchiude un avvenimento che dona la speranza che non delude, anche di fronte alla complessa realtà attuale. "La pandemia - ricorda - è ancora in pieno corso; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri; malgrado questo - ed è scandaloso - non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari". "Questo - rimarca - è lo scandalo di oggi". (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Nel suo Messaggio dall'Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro rivolto prima di impartire la Benedizione Urbi et Orbi con l'indulgenza plenaria, il Papa indica dunque la via: quella di poter essere sanati dalle piaghe di Cristo risorto, esortando anche, con forza, a "vincere" quella che chiama "la mentalità della guerra".

Intense le parole del Papa che rimarca, infatti, come l'annuncio di Pasqua non parli di "fantasmi" ma di un uomo in carne e ossa, Gesù che risorto "porta impresse le piaghe delle mani, dei piedi e del costato" così che "chiunque soffre una dura prova, nel corpo e nello spirito, può trovare rifugio in queste piaghe, ricevere attraverso di esse la grazia della speranza che non delude".

Cristo è dunque "speranza per quanti soffrono ancora a causa della pandemia", per i malati e per chi ha perso una persona cara, rimarca il Papa che entra nel vivo della realtà presente. Il suo pensiero va, prima di tutto, alla questione dei vaccini:

Nello spirito di un "internazionalismo dei vaccini", esorto pertanto l'intera Comunità internazionale a un impegno condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione e favorirne la condivisione, specialmente con i Paesi più poveri.

Nel suo cuore sono presenti anche quanti hanno perso il lavoro e soffrono le difficoltà economiche attuali a causa della pandemia, che ha aumentato "drammaticamente" la disperazione di migliaia di persone. "Il Signore - afferma - ispiri l'agire delle autorità pubbliche perché a tutti, specialmente alle famiglie più bisognose, siano offerti gli aiuti necessari a un adeguato sostentamento".

A proposito dell'odierna Giornata mondiale contro le mine antiuomo: "Come sarebbe meglio un mondo senza questi strumenti di morte!". Centrale, nel suo Messaggio la questione delle guerre e delle armi:

Troppe guerre e troppe violenze ci sono ancora nel mondo! Il Signore, che è la nostra pace, ci aiuti a vincere la mentalità della guerra. Conceda a quanti sono prigionieri nei conflitti, specialmente nell'Ucraina orientale e nel Nagorno-Karabakh, di ritornare sani e salvi alle proprie famiglie, e ispiri i governanti di tutto il mondo a frenare la corsa a nuovi armamenti.

Cristo risorto è speranza anche per tanti giovani che sempre a causa della pandemia non hanno potuto per lunghi periodi frequentare la scuola. In particolare il Papa esprime la sua vicinanza a quelli del Myanmar che, sottolinea, "si impegnano per la democrazia, facendo sentire pacificamente la propria voce, consapevoli che l'odio può essere dissipato solo dall'amore".

Il suo sguardo abbraccia anche i migranti nei cui volti, afferma, "riconosciamo il volto sfigurato e sofferente del Signore che sale al Calvario". Il Papa chiede verso di loro segni concreti di fraternità. Non manca, in proposito, il suo ringraziamento verso i Paesi che accolgono con generosità i sofferenti che cercano rifugio, specialmente il Libano e la Giordania. Esorta, dunque, la Comunità internazionale a sostenere il popolo libanese, che sta attraversando difficoltà e incertezze, nella sua vocazione a essere "una terra di incontro, convivenza e pluralismo".

Quindi si leva l'invocazione della pace con il cessare del fragore delle armi "nell'amata e martoriata Siria, dove milioni di persone vivono in condizioni disumane", in Yemen "le cui vicende sono circondate da un silenzio assordante e scandaloso" e in Libia, dove si intravede la via d'uscita da anni di scontri cruenti.

Quindi, un forte pensiero per i molti cristiani che nel mondo hanno celebrato la Pasqua con tante limitazioni e, talvolta, nota "senza nemmeno poter accedere alle celebrazioni liturgiche":

Un Messaggio forte quello di Francesco che indica al mondo la via per una guarigione profonda.

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