Il Molise brucia nel silenzio assordante delle Istituzioni

02.08.2021

Da giorni il Molise brucia, vittima di balordi senza scrupoli che hanno devastato territorio regionale, distruggendo ettari ed ettari di bosco e pineta con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza dei cittadini e del territorio. Incendi si sono registrati in oltre 20 comuni, molti dei quali di dimensioni notevoli, come quello che ha riguardato la costa molisana nelle scorse ore, e per il quale ancora sono in azione uomini e mezzi. Spettrale era stato nei giorni scorsi anche lo scenario che ha interessato il territorio del venafrano, con la cenere che si posava sulle macchine ed entrava nelle case. Aveva suscitato uno strano effetto entrare in redazione e trovare le tastiere dei computer invase dalla cenere.

Ciò che fa riflettere è il silenzio delle istituzioni e l'organizzazione di un servizio - quello di protezione civile - così nevralgico per il territorio. Tanti in queste ore hanno voluto sottolineare l'assenza del Presidente Toma dai luoghi dei disastro.

Duro nelle scorse ore l'affondo del Consigliere regionale Michele Iorio: "Sirene, urla, gente che corre - ha scritto l'ex Governatore del Molise. - Il Molise ha rischiato la tragedia. Termoli, Guglionesi, Campomarino hanno vissuto un vero e proprio inferno. Le fiamme che divampavano davanti agli occhi impauriti dei cittadini sono state domate grazie all'intervento delle forze dell'ordine, dei sindaci in prima linea e grazie a mezzi di fortuna. In questo inferno dov'era il presidente della Regione Molise e capo della Protezione civile? Non un cenno di fronte alla chiusura delle vie di comunicazione (autostrada, ferrovia, statale). Non una parola di conforto. E pensare che l'incendio a Campomarino ha riguardato persino il demanio regionale. Un'altra dimostrazione dell'inadeguatezza di questo soggetto che si mescola alla totale assenza di sensibilità verso il nostro Molise e verso i molisani. E mentre il governatore dell'Abruzzo ha già chiesto lo stato di emergenza per i suoi territori, il governatore del Molise tace sommerso nella vergogna dimostrata ad un intero popolo".

Ma al di là delle osservazioni che - abbondanti - la politica di una parte e dell'altra farà, in una sorta di scarica barile (come al solito) che non facciamo nessuna fatica ad immaginare... ciò su cui ci preme riflettere la disorganizzazione di un servizio primario che anche quest'anno, ancora una volta si è fatto trovare impreparato a fronteggiare un'emergenza che ogni anno si ripresenta in tutta la sua gravità. Ancora una volta il monito degli esperti non è servito. Nessuna novità insomma per questa estate molisana. Come ogni anno le previsioni degli esperti non servono da monito alle istituzioni competenti per attivare un piano di prevenzione anti roghi già tra il mese di maggio e giugno. Niente bonifica dei terreni abbandonati, niente creazione di fasce taglia fuoco nelle aree relitto con la conseguenza che tra luglio e settembre i molisani pagano un grosso prezzo in termini di sicurezza e incolumità.

Aveva fatto riflettere nei giorni scorsi il post di un cittadino venafrano: "Il grosso incendio di ieri ai confini regionali - ha scritto - ha catapultato nuovamente il nostro territorio, spesso vittima di scellerati piromani, nella paura di finire in mezzo ad un inferno... Stamane scopro che la consueta squadra di operai antincendio dell'ARSARP non è più localizzata a Venafro ma è stata accorpata ad un'altra squadra a Sessano. Questo significa che, in caso di incendio, dobbiamo aspettare il loro arrivo da Sessano con conseguente ritardo nel reagire alla situazione. Faccio appello alle amministrazioni locali di Venafro e dintorni affinché si attivino per far ritornare una squadra AIB a Venafro, non possiamo pretendere che i soli volontari della nostra protezione civile possano occuparsi di un territorio così vasto in attesa di supporto da Isernia o Sessano. Ne va della sicurezza e tutela di tutti noi e del nostro paesaggio". 

Una decisione - quella di dislocare la squadra di Venafro a Sessano - che penalizza in modo pericolo un territorio vasto come quello di Venafro e della Valle del Volturno, lasciandolo praticamente sguarnito.

Uno scenario che una volta in più - laddove ve ne fosse ancora bisogno - accende il punto di domanda sulla capacità della nostra regione di camminare da sola... senza avere le risorse necessarie a far fronte all'organizzazione del territorio rispondendo in modo adeguato alla tante istante che ogni giorno si impongono. Una riflessione troppo spesso accantonata con troppa facilità e senza sufficienti risposte.

Ci sarebbe poi da approfondire il tema della politica regionale e della sua capacità di essere assertiva... ma questo è un altro discorso... che richiede approfondimenti altri... 

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