Il nemico invisibile: il Potere che nessuno sa/vuole combattere

14.10.2021

di Giammarco Rossi

[...] Non abbiamo fatto nulla perché i fascisti non ci fossero. Li abbiamo solo condannati gratificando la nostra coscienza con la nostra indignazione; e più forte e petulante era l'indignazione più tranquilla era la coscienza.

Scriveva così il 24 giugno 1974 sulle pagine del Corriere della Sera, Pier Paolo Pasolini, nell'articolo Il Potere senza volto che poi nella raccolta Scritti corsari è diventato Il vero fascismo e quindi l'antifascismo.

Rischiare di cadere nella retorica in queste righe che seguiranno è assai probabile, tuttavia una riflessione genuina e dinamica nella sua staticità deve necessariamente essere fatta. I fatti accaduti pochi giorni fa hanno indignato mezza opinione pubblica d'Italia, e, parafrasando Pasolini, più forte è stata l'indignazione più pulite ne escono le coscienze. Oggigiorno combattere il fascismo per molti significa combattere un nemico invisibile che si annida in ogni angolo del creato e in ogni individuo, di conseguenza, condannarlo, incriminarlo e scovarlo per l'antifascista 2.0 è un'azione partigiana. Dalla metà degli anni Sessanta gruppi neofascisti sono spuntati con una costanza terrificante e anziché bloccare sul nascere questo fenomeno, attraverso una sana pedagogia sociale e culturale, l'intellettuale medio al servizio della classe dominante si è limitato ad etichettarlo. Se scegli di essere fascista sei dalla parte sbagliata (sempre a seconda dei punti di vista) e dunque vai combattuto; se ciò però non accadesse ecco che nuovi fascisti non ci sarebbero.

In una piazza piena di giovani, nessuno potrà più distinguere, dal suo corpo, un operaio da uno studente, un fascista da un antifascista; cosa che era ancora possibile nel 1968.

L'omologazione e la standardizzazione dell'individuo non è un male che appartiene solo al nostro contemporaneo, non bisogna essere ingordi, da quando l'individuo è stato etichettato all'unisono come un consumatore al Potere non interessa più il suo status, il suo orientamento religioso e figurarsi politico. La cultura, attraverso le istituzioni fascistizza il sapere e lo rende ad una dimensione. Il politicamente corretto è una prova diretta e pericolosa. Si parla di libertà, di diritti (sempre e solo civili per carità!) e di mille altre questioni; si cerca di sensibilizzare strumentalizzando figure con un pragmatismo semiologico affinché ci si affezioni al significante e non al significato. Ci sono battaglie che si possono e devono combattere e altre invece che devono rimanere in sordina. Tutti hanno avuto un briciolo di indignazione per quanto accaduto a Roma giorni fa, nessuno o quasi, ha parlato poi di quanto successo a Prato, dove operai membri del Si Cobas sono stati aggrediti e picchiati durante una manifestazione.

Qui alberga il nuovo fascismo, quello che Pasolini denunciava e per il quale veniva deriso e messo alla gogna mediatica dalla sinistra perbenista, dal centro-centro-sinistra, per tirare in ballo anche Nanni Moretti. Quello in cui si difende ogni singola libertà, ogni singola esistenza, purché rientri nella lista delle loro priorità; e se a qualcuno venisse mai la voglia di non omologarsi in queste battaglie e di dissentire liberamente ecco che la bestia mediatica è pronta a far carne da macello. L'ordine del giorno oggi prevede alcune lotte ben precise con delle figure di rappresentanza ben visibili, così se aderisci alla lotta al surriscaldamento globale ma in cuor tuo, anzi in mente tua, non hai intenzione di arruolarti nel proselitismo della bambina con le treccine, sei nel torto. Il fondamento scientifico la classe dirigente non può venderlo, mentre un simbolo portavoce di una classe fa merce e crea una nuova generazione di consumatori.

Il fascismo esiste, purtroppo, è presente e cammina tra noi, ha semplicemente cambiato faccia. Come gli individui che oggi sono irriconoscibili per via delle mode e del pensiero piatto anche il fascismo ha cambiato pelle e difficilmente viene riconosciuto (salvo eccezioni) per strada. È stato incorporato perfettamente nei meccanismi neoliberali ed è diventato merce preziosa per chi ne fa uso e per chi lo combatte. Il mondo è brutalmente totalitario ma non viene percepito spesso e come si dovrebbe perché l'operazione condotta è stata fatta (e continuerà) in maniera eccelsa e indolore

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